Buon compleanno Bonnie Prince Billy

Buon compleanno Bonnie Prince Billy

Will Oldham da Louisville, Kentucky, Stati Uniti d’America, è un personaggio eclettico, misterioso e solitario nella vita, ma prolifico nella musica, con una produzione che si estende per due decenni e che si è sempre rinnovata, passando attraverso i nomi di Palace Brothers, Palace Songs, Palace Music, Will Oldham, fino ad approdare, quindici anni fa, a Bonnie Billy. Bonnie “Prince” Billy.

In un lungo e gustoso articolo pubblicato nel gennaio 2009 sul New Yorker, Kelefa Sanneh ne parla in questi termini:

Ha una voce inquietante, soffocata, per metà feroce, per metà franta. E canta canzoni intense e originali, che ogni tanto suonano come fossero vecchi standard riscritti come sogni febbricitanti o, ogni tanto, come imperscrutabili storielle sconcie.

Will Oldham è veramente uno così, capace di parlare di morte e d’amore, di tradimento e di passione, di raffigurare istanti di catarsi totale, di nirvana notturni sotto le stelle, o anche di terrore, di malinconica accettazione del nostro destino di uomini. Uno di quelli che, a passarci una serata, ti riesce a convincere del fatto che la vita, senza la morte, sarebbe una palla, ma che, nello stesso tempo, al nulla eterno ci si arriva con un sorriso.

Per capire la statura di Will Oldham, immaginatevi questa scena:

Siamo nel 2000, Will non ha ancora compiuto trent’anni, da due si fa chiamare Bonnie Prince Billy e si trova nella sua casa di Louisville, in Kentucky. È una scena inventata, ma non forzeremo troppo la palusibilità del mondo immaginandocelo mentre suona e canticchia con qualche nuovo e strano arrangiamento qualche pezzo del suo utlimo album, I see a darkness, uscito l’anno prima. A un certo punto suona il telefono. Immaginiamo una casa piena di strumenti, un ragazzo con gli occhi azzuri e una barba che sta per crescere folta. Quel ragazzo si alza, inciampa su una chitarra acustica tra le tante che costellano il pavimento della stanza e alza la cornetta.

«Hello» avrà detto, da buon anglofono.

«Hello», gli rispose una voce profonda, «Hello, I’m Johnny Cash». E quel che disse dopo c’entra con il fatto che lui, il grande Johnny Cash, registrerà ben presto il suo terzo volume di cover reinterpretate, American III, prodotto da Rick Rubin. Immaginatevi — nella realtà non è mai successo, probabilmente fu Rubin a contatarlo, probabilmente si mossero gli agenti, ma immaginatevelo lo stesso, ché sarebbe una bella storia — una voce profonda che spiega a quel ragazzo di nemmeno 30 anni, mezzo addormentato nel Kentucky, che lui, Johnny Cash, ha già deciso che ci sarà una canzone, bellissima, di Nick Cave (Mercy Seat), un’altra, classicissima, di Neil Diamond (Solitary man), e pure una degli U2 (One). Ma gli dice anche che gli piacerebbe moltissimo infilarcene una sua, di Will Oldham, quella straordinaria I see a darkness che ha dato il titolo al suo disco dell’anno prima. 

«Ti andrebbe di venire a registrarla con me?» gli dice.

La statura di Will Bonnie Palace Prince Billy Oldham è nella telefonata di un vecchio mito del folk a un giovane semisconosciuto manco trentenne. Ma la sua grandezza è in tutto ciò, o quasi, che ha prodotto, in quel prendere il folk e portarlo un passo più avanti di dove lo aveva trovato, in quelle sue atmosfere struggenti e malinconiche, ma anche, talvolta, sorridenti. Sorridenti davanti alla catastrofe, o alla vita.

Will Oldham è nato il 24 dicembre. Difficilmente potremmo pensare a una data più azzeccata. Il periodo tra il 15 e il 25 dicembre è un periodo significativo: le giornate finiscono di cedere il passo alla notte, il sole segna il suo tramonto più precoce — intorno al 15 — e le sue albe più tarde. Intorno al 21 i due movimenti contemporanei creano il giorno più “notturno” dell’anno, e poi, con un movimento opposto, ricominciano a dare spazio al giorno: le giornate ricominciano ad allungarsi, inizia un percorso che ci porterà fino all’estate, ma passando per l’inverno. 

Il caso non esiste. La musica di Bonnie Billy è quella data, è quel momento, tra la notte e il giorno, il momento della consapevolezza, della malinconia, dell’abbandono di ogni fine, ma anche della tranquillità e della benevolenza di ogni inizio:

well it’s true that I cried
but then I went outside
and I stood very still in the night
and I looked at the sky
and knew someday I’d die
and then everything would be all right

Questa era You Want That Picture, in Lie Down in the Light, del 2008.

Questo, almeno per me, è Will Bonnie freaking Prince Billy fucking Oldham. Ora che lo sapete, ascoltatevene un po’, ma fate attenzione: crea dipendenza.

Iniziamo da I see a darkness, anzi, da una particolare versione di I see a darkness, la versione più allegra di una delle canzoni più struggenti di sempre:

 https://www.youtube.com/embed/4iV4NwSbscg/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Questa, invece, è la versione dell’album, quella che ha conquistato Johnny Cash:

 https://www.youtube.com/embed/LAriDxTeed8/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

E così, invece, suona quella cantata da Johnny Cash in American III, la seconda voce è Will.

 https://www.youtube.com/embed/Txn1MiqJct4/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Ritorniamo a Bonnie Billy, e andiamo a sentirci un’altra gran canzone.

Si chiama Ease down the road, e ha dato il titolo a un album:

 https://www.youtube.com/embed/Z2OMj0gMlK8/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Questa, invece, si chiama May it always be, dello stesso album, Ease down the road:

 https://www.youtube.com/embed/ZR8Adu_ExlQ/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Cold & Wet, da The letting go

 https://www.youtube.com/embed/zDYit-iVt8Q/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Lay & Love, sempre da The letting go:

 https://www.youtube.com/embed/gTQDDq0OTFs/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Questa invece si chiama Maa Bonny Lad, l’ha incisa insieme a Jason Molina in un album breve, ma bellissimo che si chiama Amalgamated sons of rest.

 https://www.youtube.com/embed/YuAyaPTLvUg/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Ora passiamo ai classicissimi:

Beast for thee

 https://www.youtube.com/embed/HhKbKQtL1Qo/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Master and evereyone

 https://www.youtube.com/embed/S9fwsiMRVeE/?rel=0&enablejsapi=1&autoplay=0&hl=it-IT 

Death to everyone, da I see a darkness:

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