Non è sempre semplice decidere se sposarsi o meno. Da un lato la vita dell’eterno scapolone conserva i suoi pregi, la sua libertà, i divertimenti. Dall’altro, però, arriva un’età in cui la testa va messa a posto e bisogna pensare al futuro della specie. Cosa fare? Per chi è in difficoltà e non sa decidere, oltre che lanciare in aria una monetina, potrebbe essere comodo consultare questa lista di pro-e-contro al matrimonio. L’ha compilata uno che di futuro della specie ne capiva, Charles Darwin, il fondatore della teoria dell’evoluzione. Noi l’abbiamo trovata qui.
Arrivato ormai ai trent’anni, dopo una lunga serie di viaggi in giro per il mondo (da cui trarrà il materiale per le sue riflessioni scientifiche) decide che forse è il momento di trovare moglie, e chiede la mano alla cugina Emma Wedgwood (all’epoca era normale, è il 1838).
Ma non è sicuro: e allora mette al vaglio i benefici e i vantaggi del matrimonio e del vivere liberi in un elenco. La lista prende forma e, a un certo punto, comincia a prendere anche vita e diventa quasi un dialogo interiore con sé stesso. In particolare nella seconda parte, quando elenca i vantaggi del non sposarsi, Darwin comincia a prendere in considerazione le cose cui deve rinunciare, sia quelle che ha già che quelle che non ha ancora. Un sentimento molto umano di paura e di diffidenza.
Sposarsi
Figli (se Dio vuole);
una compagna fedele (amica nella vecchiaia) che si interessi a me, oggetto di amore e di svago; comunque meglio di un cane;
una casa e qualcuno che se ne prenda cura;
la musica e il chiacchiericcio femminile [capire perché il chiacchiericcio sia tra i vantaggi è questione che riposa nelle stranezze della psiche umana, ndr] Queste cose fanno bene alla salute
Essere costretto a visitare e ricevere parenti, ma terribile perdita di tempo.
Ma Dio, è intollerabile pensare di impiegare una vita intera, come un’ape operaia, a lavorarare, lavorare, lavorare, e alla fine nulla. No, no, non va. Immaginate di vivere una lunga vita in solitudine in una sporca fumosa casa londinese. Pensa invece a una tenera, dolce moglie, un divano, un bel camino e libri e magari musica. (…) Sposarsi, sposarsi, sposarsi
Non sposarsi
Niente bambini (niente seconda vita), nessuno che abbia cura di te nella vecchiaia;
Ma la libertà di andare dove si vuole, di scegliere chi frequentare. E che siano pochi;
La conversazione di uomini intelligenti nei club;
Non essere constretti a fare visite ai parenti, e a cedere su ogni minima cosa – ad avere la spesa e l’ansia dei bambini – forse litigi. Perdita di tempo – poter leggere la sera – diventare grassi e pigri – ansia e responsabilità – meno soldi per i libri, etc;
se ci sono molti bambini l’obbligo di guadagnarsi il pane. (Però fa molto male alla salute lavorare troppo);
Forse a mia moglie non piacerà Londra; allora la condanna è l’esilio, e la degradazione, con una sciocca indolente e pigra. Q.E.D. Quod Erat Demonstrandum; Poiché è dimostrato che è necessario sposarsi; quando? Il Vecchio (il padre di Darwin, ndr) dice presto, perché altrimenti è male se uno ha bambini
Ma poi se mi sposassi domani: ci sarebbe un’infinità di noie e di spese per trovare e ammobiliare una casa – lotte per non frequentare i salotti – le visite mattutine – difficoltà e fastidi – perdita di tempo ogni giorno – (a meno che la moglie non sia un angelo e ti faccia stare a tavolino). E come farei ad occuparmi delle mie cose se fossi costretto ad andare ogni giorno a passeggio con mia moglie. Ahimè! Non potrei mai imparare il francese, o vedere l’Europa, o andare in America, o fare un’ascensione in pallone, o fare una gita da solo in Galles. Povero schiavo starai peggio di un negro. E poi l’orrenda povertà (a meno che la moglie non sia meglio di un angelo e abbia soldi). Non importa ragazzo, su con la vita. Non si può vivere questa vita solitaria, con la prospettiva di una vecchiaia barcollante, senza amici, fredda, senza figli, chi ti guarda in viso dove già compaiono le prime rughe. Non importa, fidati del destino: tieni gli occhi aperti. Ci sono molti schiavi felici.
Alla fine Darwin si sposò, nonostante tutto, il 29 gennaio 1839 ed ebbe figli. E colse questa opportunità per continuare a studiare: il figlio divenne oggetto di osservazione continua, per vedere l’insorgere delle emozioni, l’evolversi della coordinazione motoria, il modo in cui si adatta all’ambiente circostante. Non smise mai, insomma, di essere sé stesso. E questo valga come lezione sempre, per tutti: sposàti o meno, non si cambia. Chi teme di perdere qualcosa, sbaglia. E chi spera di migliorare, sbaglia in modo eguale.