«Ho la Sla, voglio decidere io quando e dove morire»

«Ho la Sla, voglio decidere io quando e dove morire»

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Repubblica 29 novembre

Ho la Sla, voglio decidere io quando e dove morire

Ho 64 anni, nell’agosto del 2011 mi è stata diagnosticata la Sla. Scrivo grazie ad un computer a comandi oculari. Da metà del 2013 sono immobilizzato, con un tubo che collega, 24 ore al giorno, il mio naso ad un respiratore meccanico. Non avendo più il riflesso difensivo della tosse mangio e bevo con il terrore che qualcosa vada di traverso — mi è già successo: una situazione terribile di soffocamento. Ad onta della mia condizione, non penso al suicidio, anzi, facendo leva sulle mie residue risorse intellettuali, sulla vicinanza di alcune care amicizie e, soprattutto, sugli affetti familiari, riesco tuttora a trovare un senso alla mia esperienza umana. Però, sempre che non intervenga prima una fatale crisi respiratoria, so di essere condannato a perdere le mie funzioni vocali. A tale evento ho deciso di collegare il punto finale della mia vita. Appunto perché la vita è una unica, irripetibile esperienza, deve poter essere vissuta senza che diventi un’insopportabile prigione. C’è, insomma, un diritto inalienabile, di dignità e di libertà, che deve essere garantito a tutti. Chiedo: perché costringermi ad andare in Svizzera invece di poterlo fare vicino ai miei affetti, nella mia terra, nella mia patria? Al momento la sola alternativa che ho sarebbe lasciarmi morire di fame e di sete. È accettabile, umano, pietoso costringere una persona e i suoi cari ad un tale fardello di prolungata, indicibile sofferenza?

Walter Piludu, Cagliari

I greci pagano la tv con la luce e non protestano

Forse sarà utile informare che in Grecia il canone tv è da anni incluso nella bolletta elettrica. Molti anni. I greci non protestano e se non pagano tagliano la corrente. Fino a quest’anno avevano incluso anche l’Ici nella bolletta elettrica, suddivisa in 5 rate. Quindi non mi sembra scandaloso che in Italia si voglia fare altrettanto. Effetto troika?

Leonardo de Chanaz, info@serifos-houses. com

Quella veste lucente (di Bagnasco) in mezzo al fango

Le zone alluvionate di Genova sono state visitate recentemente dal cardinale Bagnasco. Mi ha sfavorevolmente colpito che il porporato, per l’occasione, abbia sfoggiata tutta la sua sfavillante divisa d’ordinanza. Circondato da gente sporca ed inzaccherata, rifulgeva per la sua dolente nettezza. Credo che le circostanze avrebbero dovuto suggerire un abbigliamento più sobrio. Leggo che la furia delle acque non ha avuto rispetto neanche per i morti; le vesti del cardinale, in quel contesto, mi son parse irrispettose anche per i vivi.

Vincenzo Arco Scotto di Suoccio, Rho (Milano)

La Ue si occupi del prezzo della benzina e non degli zucchini

Da tempo tutti noi “comuni mortali” abbiamo la sensazione che il prezzo dei carburanti sia legato al prezzo del petrolio solo nel caso di rialzo, mentre in caso di ribasso il costo del pieno resta invariato. Ora ne abbiamo la prova lampante, con dati inoppugnabili che dimostrano come i monopolisti della benzina facciano quello che vogliono, alla nostra faccia. E non ci vengano a raccontare che la colpa è del rialzo del dollaro, perché il prezzo del petrolio in euro è crollato del 20%. Ma possibile che i governi accettino supinamente una situazione che non fa che peggiorare ulteriormente la situazione economica? Possibile che l’Europa perda tempo a regolamentare il diametro degli zucchini e non fissi regole per eliminare speculazioni selvagge?

Gianluigi De Marchi, Pino Torinese (Torino)

Corriere della Sera 29 novembre

“Vado al Sud”, dice Renzi e io mi sento meno italiano

Ho sentito dire al premier Renzi che «oggi vado al Sud». Non era più corretto dire che andava a visitare l’Italia del Sud indicando quale Regione e città? Perché, quando va al Nord, non dice «oggi vado al Nord»? Questo «andare al Sud» mi ha fatto sentire un po’ diverso e meno italiano.

Luca Marturano, Gerace (RC)

Mendrisio-Varese: la Svizzera ha finito, l’Italia è in alto mare

Si è appena inaugurato il tratto svizzero della ferrovia regionale Mendrisio-Varese con perfetto tempismo sui tempi previsti. Il tratto italiano è in alto mare. Eppure la società che costruisce la tratta è la stessa. Qualcosa non torna: torna solo l’ennesima figuraccia di fronte all’Europa e ai nostri (seri) vicini.

Franco Griffini, [email protected]

Manifesto 29 novembre

I comunisti sono quasi scomparsi ma l’inferno rimane

E’ esistito un tempo nel quale in Italia un prete aveva scomunicato chi votava comunista, mandandolo tra le fiamme dell’inferno. Oggi che all’inferno non ci crede quasi più nessuno (sarebbe in contrasto, dicono, con l’infinita bontà di Dio) e i comunisti sono quasi scomparsi, l’inferno sulla terra esiste ancora, basta guardarsi attorno,

Fernanda Tancredi, Milano 

Repubblica 30 novembre

Un sogno la vita delle prof. E invece loro si lamentano

Non riesco a condividere le lamentele delle docenti della scuola. Si lamentano per le difficoltà del loro compito, la frustrazione, la gestione della famiglia, lo stipendio. Ma hanno idea di cosa voglia dire essere mamme lavoratrici nel settore privato? Il contratto della scuola tutela appieno la maternità in tutte le sue fasi, e prevede la concessione di periodi per assistere i familiari. Permette di seguire i figli nei pomeriggi liberi e nei periodi (tanti) in cui il calendario scolastico prevede la sospensione delle lezioni, soprattutto in estate. Viceversa una lavoratrice madre del settore privato spesso deve accettare turni di lavoro pesantissimi e a volte inconciliabili con le esigenze della famiglia. E riguardo la maternità inizia ad avere difficoltà col datore di lavoro già quando si assenta per l’astensione obbligatoria. Deve lottare tra permessi concessi a fatica (quasi fossero un favore), ferie magari alternate col marito, se c’è. Le dipendenti della scuola purtroppo peccano di vittimismo mentre dovrebbero considerare con favore le tutele di cui, beate loro, godono. Tutele che tante altre mamme possono solo sognare.

Giovanna Bonalumi, Bergamo

Corriere della Sera 1 dicembre

Benzina: la concorrenza c’è ma agli italiani non piace

A proposito dell’articolo sul non allineamento del prezzo dei carburanti a quello del petrolio, non sono d’accordo sull’incolpare esclusivamente le compagnie petrolifere e lo Stato per la non concorrenza. La concorrenza sui prezzi dei carburanti in Italia non esiste perché è popolata dagli italiani. Come è possibile che nel breve tragitto da casa mia al lavoro io trovi distributori con differenze di oltre 10 centesimi a litro e, nonostante ciò, le stazioni di servizio dai prezzi iperbolici lavorano? Come è possibile che ci siano due distributori uno a fianco all’altro (per accedervi si sale dallo stesso passo carraio) con oltre 3 centesimi di differenza alla pompa? Però sulla provinciale in direzione Abbiategrasso ci sono i tre distributori, probabilmente, meno cari di Lombardia: perché? È cambiata la gestione di uno (gestito da extracomunitari!) che ha abbassato i prezzi e gli altri hanno dovuto adeguarsi. La concorrenza ha funzionato ma sullo stesso rettilineo a meno di tre chilometri uno dall’altro, basta aver voglia di leggere. Il fatto reale e causale è che gli italiani si lamentano ma non fanno un minimo sforzo (oltre a leggere) per premiare i commercianti con il rapporto qualità prezzo migliore.

Roberto Bellia, [email protected]

Gli unici eroi sono i disoccupati

Mi permetto di dissentire da Renzi (che proclama eroi gli imprenditori) e dalla Camusso (gli eroi sono i lavoratori). In tempi di crisi sono eroi i milioni di disoccupati e di pensionati che per sopravvivere debbono affidarsi alla carità o rovistare tra i rifiuti.

Giuseppe Costarella, Soverato (Cz)

Repubblica 2 dicembre

Possibile tollerare ancora certe mascherate?

Sabato scorso ero in un negozio nei pressi del Duomo dove ho visto parte della diretta tv sull’ennesima discesa in campo di Berlusconi. «Devo farlo», diceva, attorniato dal solito gruppo di ragazze e ragazzi osannanti. «Devo farlo perché l’Italia va sempre peggio… e la disoccupazione… e noi che mantenemmo ogni promessa e avremmo fatto di più se i presidenti della Repubblica di sinistra… e tre Governi non eletti dal popolo…». Eccetera. Uscito dal negozio, mi sono trovato a passeggiare nella bellissima e minuscola piazzetta San Fedele. E lì, sorpresa: ho trovato il podio e l’allestimento per il comizio che poco prima avevo visto in tv. Quasi più telecamere e fotografi che spettatori. Pochi minuti dopo, camminando a piedi in via Hoepli, il clou della serata: vetture e agenti di Polizia Urbana dappertutto, un improvviso vociare di ordini, ed ecco un’Audi dai vetri oscurati e una Subaru in corteo, seguite di corsa da otto-dieci addetti alla sicurezza, in un clima di possibile allarme tipo scene da film. Nascosto dai vetri oscurati passava invece un pregiudicato conosciuto al mondo per il bunga-bunga e capo di un partito ormai disossato e punito a ogni consultazione elettorale. Mi sono chiesto: davvero questa Italia può ancora tollerare simili mascherate?

Roberto Dru, [email protected]

Preso in giro dai turchi per aver comperato un presepe

 Rientrato da un viaggio in Africa, abbiamo fatto scalo in Turchia. Nel paese dove avevo soggiornato avevo acquistato un piccolo presepe in pietra saponaria, composto appunto da piccole statuine rappresentanti la natività. Al controllo check-in mi hanno chiesto di poter controllare il bagaglio a mano, una prassi normale. Alla vista del piccolo presepe, il personaggio addetto al controllo ha preso una statuina e con fare molto cafone e ignorante ha simulato il segno della croce sul mio viso e ha chiamato un collega per ridere in bella compagnia. Premesso che io non sono un fervente cattolico e nemmeno un bigotto, la cosa mi ha lasciato molto amaro in bocca.

Christian Lorenzon, [email protected]

Il governo imiti gli Usa e vari l’elenco di corrotti e corruttori

Leggendo della recente condanna inflitta a Primo Greganti mi è venuta in mente un’iniziativa del governo degli Stati Uniti, chiamata “Denied persons list”, che consiste in una lista di persone o aziende legate con cui ogni ente statale americani non può intrattenere alcuna forma di relazione, perfino scritta. Si tratta di persone o aziende condannate per reati come corruzione, esportazione illegale di informazioni o attività contrarie alla sicurezza. Sarebbe opportuno che anche il governo italiano andasse nella stessa direzione. Se avessimo avuto tale lista già dai tempi di Tangentopoli, non avremmo avuto di nuovo tra i piedi, vent’anni dopo, i vari Greganti, Bisignani, eccetera.

Enzo Lanza, [email protected]

Corriere della Sera 2 dicembre

 Pensiamo ai dissidi nel Pd e M5S e intanto il Califfato è di fronte a noi

Il Califfato (libico) è ormai davanti alle nostre coste. La situazione è angosciate e terrificante. E lo è ancora di più il pensiero che nessuno ha ancora preso coscienza della terribile minaccia (dichiarata!) che incombe sul nostro Paese: siamo infatti troppo impegnati a seguire le vicende della minoranza Pd e la sorte dei dissidenti del M5S…

Maria Pia Torretta, [email protected]

ItaliaOggi 2 dicembre

Ostellino è diventato un cicinino leghista

Alla soglia degli ottant’anni (è del 1935) Piero Ostellino si svela un cicinino leghista scrivendo sulla sua rubrica settimanale sul Corriere delle Sera che Matteo Salvini “dice cose di buon senso che molti pensano”. Di buon senso anche quando dice che in Corea del Nord “ho visto un senso di comunità splendido, tantissimi bambini che giocano in strada e non con la playstation, un grande rispetto per gli anziani”?

Ugo Vigna

Cara Bindi mala tempora per ulivi, querce e margherite

La Bindi, che quando parla ha sempre un tono pontificale (che i pontefici non hanno più) da “io sono il verbo, la verità, la saggezza politica”, dovrebbe tenersi più informata sull’andamento delle colture agricole. Rivolere l’ulivo (come ha invocato) nell’annata più disastrosa che si registri da moltissimi anni, con cali di produzione del 45% è un chiaro sintomo della sua scarsissima comprensione dei tempi che cambiano. Anche le querce, comunque, non se la passano molto bene e le margherite non hanno più nemmeno un petalo che dica sì o no, per non parlare degli asinelli. Pare che finalmente possiamo archiviare la stagione flora e fauna”della politica italiana.

Serena Gana Cavallo

Stampa 2 dicembre

Emotività elettorale, un pericolo italiano

Interessante l’articolo di Marinetti, ma da noi purtroppo il populismo paga sempre aiutato da un elettorato fortemente fluttuante. Partendo dal famigerato ventennio quando erano tutti fascisti, con pentimento tardivo, ai giorni nostri, abbiamo visto un Berlusconi spuntare improvvisamente in politica che con una campagna, certo ben fatta, ha in brevissimo tempo vinto le elezioni. Un comico si è messo a sbraitare che è tutto sbagliato, senza dare soluzioni e tutti lo hanno votato, sarebbe bastato qualche ingenuo in più e magari avremmo avuto un presidente del Consiglio a cinque stelle. Ora c’è Salvini che con due frasi «fuori dall’euro» e «via gli immigrati» sta prendendo un sacco di voti. I voti che passano da una parte all’altra sono sempre gli stessi non per niente i primi due hanno avuto un calo catastrofico, e quindi abbiamo parlamentari che non rappresentano più nessuno. Questa emotività dell’elettorato è pericolosa, un conto è cambiare idea ragionando, che può essere anche segno di intelligenza, un conto è essere una banderuola che si fa trasportare dal vento. Forse un sistema bipolare ben strutturato consentirebbe, come succede in altri Stati, un passaggio tra due formazioni valide e organizzate senza traumi.  

Luigi La Carrubba  

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