I contratti aumentano, ma sono tutti a scadenza

I contratti aumentano, ma sono tutti a scadenza

Quale mercato si trova davanti il Jobs Act? Pur sotto un saldo complessivo positivo per circa 690mila contratti, sono chiare le difficoltà con cui dovrà misurarsi. Ecco un grafico che mostra attivazioni e cessazioni dei rapporti lavorativi dal primo trimestre 2011 al secondo trimestre 2014:

Diminuiscono sensibilmente i contratti a tempo indeterminato (più cessazioni che attivazioni). I contratti a tempo determinato mostrano un saldo positivo, ma anche una “stagionalità” annuale, con un picco di attivazioni a inizio anno e un contro-picco a fine anno. I dati del terzo e del quarto trimestre 2014 potranno ridimensionare il saldo positivo (finora le cessazioni osservate nel quarto trimestre si attestano mediamente sui 500mila contratti). L’apprendistato ha retto relativamente meglio, con un saldo complessivo 2011-2014 positivo per 239mila contratti. Anche qui, tuttavia, si nota un andamento “stagionale”, con le attivazioni nette che tendono a concentrarsi nel primo e nel secondo trimestre, per poi ridursi sensibilmente nel terzo e nel quarto.

I contratti di collaborazione hanno un saldo complessivo negativo e, in particolare, attivazioni nette concentrate solo nel primo trimestre, mentre nel secondo, terzo e quarto il saldo diviene negativo con picco a fine anno. Questi dati suggeriscono due letture: da un lato, la breve durata dei contratti, annuale o infrannuale; dall’altro, il presumibile peggioramento del saldo complessivo 2011-2014 quando saranno disponibili statistiche aggiornate su tutto l’anno 2014.

La categoria “Altro” nella tabella include: contratti di formazione lavoro (solo la pubblica amministrazione), contratti di inserimento lavorativo, contratti di agenzia a tempo determinato e indeterminato, contratti intermittenti a tempo determinato e indeterminato, lavoro autonomo nello spettacolo, lavoro interinale (solo pubblica amministrazione). Il saldo complessivo 2011-2014 è sinora positivo per poco più di 30mila unità, ma anche qui, se si confermeranno i saldi negativi già osservati nei terzi e nei quarti trimestri passati, la dinamica netta di attivazioni-cessazioni potrebbe essere di fatto annullata. Tra l’altro, nel passaggio dal primo trimestre 2011 al secondo trimestre 2014, si nota anche un affievolimento dei numeri assoluti delle attivazioni.

In conclusione, è la descrizione di un quadro problematico con cui il Jobs Act dovrà misurarsi.

Sotto un saldo complessivo 2011-2014 (sino al secondo trimestre 2014) di segno positivo, si possono rilevare, con la cautela che è d’obbligo quando si analizzino dati a questo livello di aggregazione, due fatti stilizzati: riduzione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato a favore di quelli a termine, e brevità di questi ultimi che, nella dinamica di attivazioni-cessazioni, sembrano seguire scadenze annuali o addirittura infrannuali. Per i contratti di collaborazione soltanto i primi trimestri mostrano saldi positivi, mentre nella rimanente parte dell’anno le cessazioni sono significativamente più numerose delle attivazioni.

Si spera che i numeri del terzo e quarto trimestre 2014 possano marcare qualche inversione, e che i provvedimenti annunciati dal Job Act possano avere effetti positivi. Molto dipenderà dalla scia dei decreti attuativi che, vista l’urgenza, deveono arrivare presto ed essere chiari negli obiettivi e nella scrittura dell’articolato.

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