Lo scandalo di Mafia Capitale, che hanno scoperchiato un sistema di malaffare diffuso e trasversale, con pericolosi addentellati tra mafia, cooperazione, eversione e politica, non è che una delle più eclatanti manifestazioni di una endemica malattia del sistema-Italia. La corruzione, infatti, affligge il nostro sistema economico in tutti i suoi ambiti. Un problema che non affligge solo le forze sane del paese, ma che peggiora la nostra reputazione all’estero, che sottrae allo stato risorse preziose, che peggiora la qualità dei servizi, che contribuisce ad aumentare la povertà. In ultima analisi, le prime vittime della corruzione sono i cittadini.
Nella ventesima edizione dell’Indice di Percezione della Corruzione, altrimenti detto Cpi, l’Italia si classifica nuovamente al sessantanovesimo posto nel mondo, conservando la medesima posizione e il medesimo punteggio rispetto all’anno precedente. Sullo stesso gradino dell’Italia, con un voto di 43 su 100, si trova di nuovo la Romania e altri due paesi europei – Grecia e Bulgaria – che tuttavia, a differenza nostra, stanno scalando posizione. A livello globale si distinguono in negativo Francia (69), Cina (36) e Turchia (45) che perdono diverse posizioni rispetto all’anno scorso, mentre rimangono in cima alla classifica dei paesi più virtuosi Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia.
Per vedere l’infografica in formato ingrandito, cliccare qui
All’incontro di presentazione del Cpi, che si è tenuto stamattina a Roma, hanno partecipato, insieme a Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, e Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria: «Il CPI 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico – ha dichiato Carnevali – Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione».
«La corruzione è alimentata dall’eccessiva e inutile burocrazia – ha aggiunto il Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello – Occorrono azioni volte a semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e impresa, consentendo il contatto immediato attraverso il pieno utilizzo delle potenzialità offerte dai sistemi digitali. E’ inoltre indispensabile aumentare i grado di consapevolezza del fenomeno e fornire agli imprenditori degli strumenti semplici per prevenirlo. Per questo motivo abbiamo voluto sviluppare, assieme a Transparency International Italia, un manuale anticorruzione per micro e piccole imprese: far crescere la cultura e la buona informazione sulla legalità è un nostro obiettivo irrinunciabile».
Un lavoro importante, questo, visto che i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, solo il 56% degli italiani è disposta a segnalare un episodio di corruzione, rispetto alla media globale del 69%. I motivi che spingono a rimanere in silenzio sono soprattutto la paura, la sfiducia e la triste convinzione che nulla può cambiare.
«in Italia ancora tanto resta da fare per rafforzare le politiche di contrasto alla corruzione – ha osservato Marcella Panucci di Confindustria -. La diffusione di questo fenomeno altera il regolare andamento della concorrenza con gravi ripercussioni sull’economia del Paese. Per questo Confindustria ha posto il tema tra le sue priorità e sta portando avanti un’intensa attività di analisi e di proposta per contribuire ad un’azione anticorruzione corale. Il tutto nella consapevolezza che anche il sistema delle imprese deve fare la sua parte e assumersi la responsabilità di promuovere la cultura del rispetto delle regole, come ribadito in più occasioni dal Presidente Squinzi».
Per provare a invertire la rotta, Transparency International ha presentato il servizio Allerta Corruzione – Alac, nato con l’obiettivo di incoraggiare chi ha qualcosa da segnalare nell’interesse pubblico. Alac è infatti il primo esempio italiano di servizio di assistenza per chi decide di segnalare episodi di corruzione e si avvale del software Globaleaks, che permette l’invio di segnalazioni in totale sicurezza e anonimato: «C’è bisogno anche del supporto dei cittadini – ha dichiarato Carnevale -. Solo grazie al loro coinvolgimento sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati. Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio Allerta Corruzione, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni. Noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti».