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Metropolitana a rischio allagamento anche durante Expo

Metti una settimana di pioggie durante Expo 2015. Risultato? Lo stesso del 16 novembre scorso, e di tante altre volte, quando la linea 2 della metropolitana e parte della città di Milano si sono ritrovate sott’acqua. Addirittura il tratto della metropolitana verde fra la Stazione Centrale e la Stazione Garibaldi fu interrotto. Atm, la società del trasporto pubblico meneghino, nonostante il lavoro notturno con le idrovore tra domenica 16 e lunedì 17 novembre, aveva fatto trovare ai pendolari lombardi le serrande abbassate. Tra il 16 e il 18 novembre corse dei treni prima limitate e poi sospese a causa della doppia esondazione del solito Seveso.

Così, a pochi passi dalla Unicredit Tower, il grattacielo più alto di Milano, si allaga e si blocca uno dei centri nevralgici non solo per il trasporto metropolitano, ma anche da e per il capoluogo. Una eventualità che durante l’esposizione universale potrebbe anche ripresentarsi. Catastrofismo? No, solo calendario dei lavori nelle gallerie.

I lavori per evitare di ritrovarsi l’acqua alle ginocchia e il blocco in caso di allagamento non partiranno entro maggio

La linea 2 della metropolitana infatti rimarrà a rischio allagamento anche durante Expo: i lavori per evitare di ritrovarsi l’acqua alle ginocchia non partiranno entro maggio. Sulla linea sono indispensabili lavori di impermeabilizzazione, ma il piano procede a rilento ed è praticamente impossibile che il tratto tra Garibaldi e Centrale sarà pronto contro le infiltrazioni d’acqua entro l’inizio di Expo.

I lavori da queste parti quasi non sono nemmeno sulla carta: l’invio degli atti d’indagine sullo stato della galleria da parte di Metropolitana Milanese al Comune avverrà nei prossimi giorni, come riporta l’edizione milanese del Giorno.

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Cosa vuol dire? Che il Comune riceverà solo entro fine anno il documento sullo stato della galleria e successivamente procederà con l’elaborazione del piano di intervento con Atm, dopodiché dovrà arrivare il via libero definitivo con una delibera di Giunta per lo stanziamento dei fondi. Dovrebbero servire circa 10 milioni di euro.

Non ci sono date certe al momento, ma, riporta di nuovo Il Giorno, dal Comune escludono che il tunnel possa essere riqualificato in tempo utile per l’Expo, anche perché il bando per l’affidamento dei lavori partirà solo «ad evento già iniziato», fanno sapere dall’Assessorato alla Mobilità. E intervenire durante l’esposizione sarebbe un altro problema non di poco conto, visto il flusso di persone che passerà attraverso quella tratta della linea verde.

Altri lavori per il contrasto delle infiltrazioni lungo il tracciato delle metropolitana milanese riguardano invece le stazioni di Sant’Agostino e Sant’Ambrogio e Piola e Lambrate. Per il primo tratto in questione sono ancora in corso le indagini sulla galleria, mentre tra Piola e Lambrate manca solo l’ingresso degli operai sui cantieri nelle prossime settimane.

Altri lavori per il contrasto delle infiltrazioni lungo il tracciato delle metropolitana milanese riguardano invece le stazioni di Sant’Agostino e Sant’Ambrogio e Piola e Lambrate

A cinque mesi da Expo tra assegnazioni, appalti, cantieri e mazzette, qualcuno sembra essersi accorto che Milano si allaga dopo la paralisi dei tratti della metropolitana. Così come si allagava otto anni fa, quando la scelta per l’evento cadde sul capoluogo lombardo, ma tra Comune e Regione la preoccupazione non era di certo quello della messa in sicurezza del territorio e pure della circolazione ottimale, sia durante Expo sia durante il vissuto quotidiano dei lavoratori e dei cittadini milanesi.

Milano, Piazza Caserta durate l‘esondazione del Seveso dell‘8 luglio 2014/renagrisa/Flickr (CC)

Come scrivevano Alessandro da Rold e Francesco Cancellato non più di sei mesi fa qui su Linkiesta, a seguito dell’esondazione del 2010 fu la Giunta Moratti a incassare le accuse di lassismo e di noncuranza rispetto al problema. Soprattutto, fu l’ex sindaco Albertini ad accusare la Giunta di aver abbandonato il progetto del secondo scolmatore, quello di nordest. Oggi, a parti invertite, tocca alla Giunta Pisapia. Se il progetto del secondo scolmatore sembra tuttavia essere stato definitivamente abbandonato, nello “Sblocca Italia” ha trovato posto il nuovo progetto: cinque bacini di contenimento (Paderno Dugnano, Lentate, Milano, Senago e Varedo) e tre aree di esondazione tra Carimate, Cantù e Vermenate con Minoprio (1,5 milioni); aggiungeteci un’area di laminazione per il Lambro a Inverigo, Nibionno e Veduggio (5,2 milioni) e il potenziamento del canale scolmatore di Nord Ovest (23,4 milioni).

Le opere sarebbero già finanziate per una cifra si aggira sui 110 milioni di euro, 30 dei quali già stanziati dagli enti locali (20 Comune di Milano, 10 Regione Lombardia), mentre 50 sono nello “Sblocca Italia” e 30 dovrebbero arrivare tramite un accordo di programma. “Chissà se saranno pronte entro Expo 2015” si chiedevano. A quanto pare non sarà così, e in quattro mesi Milano ha contato danni per 130 milioni di euro.

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