Nature è una storica e importantissima rivista scientifica statunitense, pubblicata la prima volta il 4 novembre 1869. A oltre 145 anni da quel primo numero, l’editore della rivista, Macmillan, ha deciso di aprire gli archivi della rivista e rendere disponibili gratuitamente tutti gli articoli e le ricerche pubblicate su Nature.
Le ricerche, spiega l’editore, saranno leggibili e annotabili, ma non scaricabili o copiabili. E non accessibili liberamente per chiunque abbia una connessione ad internet, non in un primo momento almeno. Per leggere l’archivio di Nature, infatti, servirà un software proprietario chiamato ReadCube (un programma «simile all’iTunes di Apple», spiegano a Nature) e un link alla ricerca ricevuto da qualcuno che è già abbonato alla rivista o da una delle 100 testate e blog a cui Nature ha garantito l’accesso all’archivio. Una volta che il link sarà in circolazione, chiunque potrà accedere alla ricerca.
Un utente di Reddit, ad esempio, per provare ha condiviso dall’ultimo numero di Nature una ricerca intitolata “A positional Toll receptor code directs convergent extension in Drosophila”. E spiega che il processo, per quanto complicato, funziona.
«Sappiamo che i ricercatori stanno già condividendo contenuti, spesso in angoli remoti di internet e con tecniche scomode e complesse», ha detto il direttore della sezione Digital Science di Macmillan «abbiamo la tecnologia per fornire un’alternativa comoda e legittima che permetta ai ricercatori di accedere alle informazioni che servono a loro e al più ampio pubblico interessato alla conoscenza scientifica».