L’anno non arriverà. Inutile anche solo aspettarlo. Anzi: insensato. Questo è, almeno, quello che pensano alcuni (molti) fisici sullo scorrere del tempo. Un’illusione. Se il tempo non passa (perché non esiste) allora non cambiano nemmeno gli anni, e di conseguenza abbuffarsi e aspettare il 2015 (o il 2016, o 2017, poco importa) non serve a nulla, è solo una perdita, be’, di tempo.
La questione è complessa, e non ci vogliamo avventurare troppo in profondità eccessive. Basti solo ricordare, come hanno fatto qui, che quando morì Michele Besso, caro amico di Albert Einstein, il celebre fisico scrisse in una lettera di consolazione ai familiari che “Quello che è successo non ha importanza. Per noi fisici convinti la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione, anche se persistente”. Nessuna differenza, quindi. Ma che vuol dire?
Per noi gente comune non è semplice da comprendere. Il mondo, le cose, si mostrano nel loro scorrere. Eppure la visione “eternalista”, in cui tutti gli attimi sono presenti e uguali, e non c’è relazione e tantomeno causalità tra di loro, è antica. Einstein non è l’unico a pensarla così: molto prima di lui c’è stato Parmenide, ad esempio, pensatore cosiddetto pre-socratico di Elea, che suggeriva nella sua visione del mondo che non esistesse il cambiamento, e che l’universo e tutti i momenti che lo compongono fossero già presenti, statici e immobili. Fossero, appunto, e non passassero. Ci sono anche altri fisici più recenti, come Julian Barbour, che ha dedicato l’intera vita a comporre teorie e modelli complessi in cui il tempo non svolge alcun ruolo fondamentale. Per pura convinzione.
Ci sono anche altri fisici che, al contrario, sostengono che il tempo esista, eccome. Ad esempio Tim Maudlin, un filosofo, e Lee Smolin, un fisico. Secondo loro il tempo ha un ruolo generativo, fa esistere le cose, è un attore vero. Chissà cosa vorrà dire bene: il primo, in ogni caso, si occupa di topologia e utilizza modelli matematici e fisici per puntellare la sua visione del mondo. Una spiegazione spannometrica: la topologia tradizionale usa le regioni dello spazio come punti di riferimento essenziali, Maudlin invece usa le linee di universo (la rappresentazione del percorso delle particelle nel tempo). Se non avete già il mal di testa, è interessante sapere che per Lee Smolin il tempo esiste eccome e, anzi, le leggi della fisica non sono immutabili, ma cambiano, appunto nel tempo. Insomma, non si fa in tempo nemmeno a capirle che già sono da aggiornare.
In ogni caso, sono considerazioni da scienziati, dibattiti teorici per menti più che elevate. Restano interessanti. E se ci penserete quando, sullo scoccare della mezzanotte, farete il countdown con qualche dubbio in più, vuol dire che a qualcosa questo sunto blasfemo è servito.