Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
la Repubblica, 10 dicembre
Senza una svolta etica Italia condannata al declino
Si parla molto di corruzione. Non credo che sia solo questione di controlli. La corruzione si alimenta in primo luogo nella natura egoistica dell’uomo e nella nostra debolezza etica, in secondo luogo nell’inefficienza della pubblica amministrazione lenta e complicata, è la prima ragione che fa incontrare corruttori corrotti presenti negli uffici e nella politica. Per combatterla davvero dovremmo riformare lo Stato, dare valore all’educazione civica, sanzionare davvero chi commette reati; tutelare chi lavora e chi ha il coraggio di assumere decisioni e responsabilità invece che assicurare tutela e sostanziale impunità a chi non fa nulla e si nasconde dietro competenze e formalismi. Sa che temo? Che se non ci affrettiamo a riformare davvero una buona volta l’organizzazione dello Stato e dell’etica pubblica continueremo ad essere corrotti e condannati tutti ad un declino ormai più che evidente.
Sergio Paolucci, [email protected]
Occorre una legge sull’omicidio stradale
Il 10 dicembre è il compleanno di Lorenzo Guarnieri: avrebbe compiuto 22 anni. Sicuramente ne avete sentito parlare il giorno in cui Renzi, dopo il suo insediamento a Palazzo Chigi, ha tenuto un discorso al Senato. Il premier, dopo averci incontrato, denunciò un fatto gravissimo: oggi, uccidere alla guida sotto effetto di alcol o droghe, è punito meno o in egual misura ad un furto di serie B (l’assassino non ha fatto un giorno di carcere). Oggi il patrimonio, quello monetario, è tutelato quanto, se non di più, del capitale umano, citando l’omonimo film di Virzì, nel quale viene criticata la monetizzazione dell’unicità della vita. Più di 3500 persone in Italia ogni anno (un’epidemia incontrastata) sono vittime della strada, più di 3500 famiglie moltiplicate per parenti e amici non hanno giustizia. Tra di loro anche Lorenzo e chi (come me) gli voleva bene. In queste nere statistiche siamo il fanalino di coda europeo. Da questo dramma, esacerbato dall’assenza di uno Stato, indifferente e beffardo, è nata una realtà piena di vita, sensibilità e concretezza: l’associazione Lorenzo Guarnieri, che ha proposto la legge sull’omicidio stradale. In questo giorno di ricordo, in attesa che venga redatto un decreto, spero possa essere ridata attenzione ad un tema primario: torniamo a dare valore alla vita.
Lorenzo Blandi, [email protected]
Morte di Loris: quando l’informazione diventa voyeurismo
Abbiamo perso il senso della pietà e l’abbiamo sostituita col voyeurismo: è quello che balza agli occhi assistendo ai tigi che hanno dedicato metà delllo spazio alla tristissima vicenda del piccolo Loris. Chiunque si improvvisa sociologo, aspira ai famosi minuti di celebrità che la tv dona: tutto viene tritato e sminuzzato per il pubblico televisivo che viene accuratamente “foraggiato” e assiste curioso. In attesa di ulteriori sviluppi nelle successive trasmissioni pomeridiane che rivestono il piacere del gossip col diritto di informare. Cattiva maestra televisione, scrisse Popper. Oggi siamo oltre. Nel peggio che pare non aver fine.
Luigi Guida, Barletta
Corriere della Sera, 10 dicembre
E poi dicono che mancano le risorse….
A prelevare da casa la madre di Loris, il bimbo ucciso, perché era stata convocata in Procura a Ragusa, c’erano un’auto della polizia con due altre di scorta e un elicottero in volo. Altro che mancanza di risorse e auto senza benzina!
Roberto Nuara, [email protected]
La Stampa ,10 dicembre
Più sensibili con gli animali che con i bambini
E’ un tempo strano il nostro: sono aumentate positivamente le sensibilità verso gli animali e si sono ridotte le attenzioni e gli spazi per i bambini. E’ singolare, ad esempio, che i bambini debbano cercare di giocare in silenzio perché il loro vociare disturba. E debbano poi stare molto attenti agli orari ad essi destinati nei regolamenti condominiali. Tant’è che per giocare spesso essi si devono muovere, migrare da altre parti, all’oratorio se c’è, o verso i circoli ricreativi dei genitori, in ambienti lontani dalle loro abitazioni. Mi rammento che un tempo la vita ludica infantile lasciava il segno del proprio passaggio sul territorio, nel reticolo dei cortili, delle strade e delle piazze: erano i disegni del gioco del mondo, i cerchi in terra per il gioco con la palla, o del gioco dei quattro cantoni; era la riga per chi doveva stare di qua o di là nel gioco dell’Uomo nero. Nel mondo d’oggi, tutto questo è solo un ricordo lontano. I bambini non lasciano più traccia di sé. Le tracce sono sparite. Questo però non vuol dire che questi segni, queste impronte non si possano rimodulare con schemi fissi e permanenti, da collocare nei giardini e giardinetti pubblici o in luoghi sicuri; in luoghi dove i bambini possano andare a giocare senza essere cacciati. Si tratta di riflettere oggi, se non sia il caso si agire per aiutare la crescita dei bambini del nostro tempo attraverso la possibilità loro offerta di poter giocare tutto il tempo necessario, in modo ampio, sereno e protetto. Magari riutilizzando per questa funzione chiese sconsacrate, vecchie caserme in disarmo, opifici industriali dismessi, con un pensiero mirato alle possibilità offerte da quei fondi europei che noi italiani non riusciamo quasi mai ad investire in modo decente.
Agostino Melega , Cremona
ItaliaOggi, 10 dicembre
Vivono rubando
Qualche politico nostrano dice che dei rom non ci si deve fidare: rubano e vivono di espedienti. Se non ci credete, chiedete agli italiani che a Roma gestiscono i campi rom.
Luigi Chiarello