Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
Mafia Capitale è in linea con la nostra cultura
La vicenda di Mafia di Capitale rispetta in pieno il nostro Paese. Ci diamo tutti da fare per la raccomandazione, per l’aiutino del potente di turno, accettiamo compromessi di ogni sorta, siamo indulgenti con i piccoli soprusi, le ruberie minori, i regalucci in cambio di favori, lo Stato da spolpare. Pensiamo che i più furbi se la cavano sempre e gli altri alla malora. E poi di tanto in tanto cadiamo dalle nuvole perché qualcuno ha pensato bene di ”lavorare in grande”. Ma non scherziamo. La cultura italiana è questa. Perché faticare? Ci pensa papà o l’amico o il partito. Ma quale merito! Siamo onesti una volta: facciamo ridere.
Giuseppe Palmoni, L’Aquila, Il Messaggero, 24 dicembre
Mi pare ingiustificato l’allarme degli alberghi italiani
Mi riferisco al grido di allarme di pochi giorni fa del presidente di Federalberghi sul drammatico calo delle prenotazioni negli alberghi italiani. Ho telefonato in una trentina di questi, tra città d’arte, montagna e terme per prenotare per 2 o 3 notti. Nel 70% dei casi erano al completo, altri mi hanno detto che accettavano solo periodi più lunghi e i pochi rimanenti erano liberi ma avrei dovuto pagare la notte del 31 il doppio di quella del 30 o del 1° gennaio.
Michele Stripoli, Milano, Corriere della Sera, 24 dicembre
Il Natale in versione Rai
Un tg Rai di domenica ha dedicato quattro servizi al Natale. Il primo è stato un resoconto di come procede lo shopping in vista delle festività a Milano, il secondo è stato un bagno nella folla che fa shopping a Roma, il terzo e quarto sulle idee regalo di moda a Londra e a New York. Ci vuole sempre un certo sforzo per tener presente che cosa si festeggia a Natale.
Lucio Sironi, ItaliaOggi, 24 dicembre
Un simpatico pensionato nel mio negozio
«Posso entrare? Guardi che, comunque, non compro niente». Il simpatico pensionato che stamattina si è affacciato sulla porta del mio negozio mi ha fatto tenerezza. E, benché in questi giorni di shopping natalizio abbia maturato un’idiosincrasia nei confronti dei clienti che si fanno mostrare tutto, ma proprio tutto, quello che c’è sugli scaffali per poi dire «ci devo pensare», gli ho risposto: «Entri, entri. Così mi fa compagnia». Quell’uomo gentile, che poi mi ha detto di chiamarsi Ernesto, mi ha preso in parola: è rimasto con me tutta la mattina. Ho pensato: «Vorrà fare due chiacchiere, si sentirà solo, avrà perso la moglie». E invece, quando all’ora di pranzo l’ho salutato abbassando la saracinesca, mi ha sorpreso dandomi la sua spiegazione (non richiesta): «Grazie, signora. A casa non ho il riscaldamento, me l’hanno staccato. E in questi giorni fa troppo freddo…». Gli ho detto che può tornare quando vuole.
Micaela Brunati, Milano, la Repubblica, 24 dicembre
I miei malanni valgono di meno di quelli di uno statale
È noto che per alcune patologie come quelle oncologiche o psicologiche, l’Inps può esonerare il paziente dall’obbligo della permanenza in casa negli orari previsti in quanto tali patologie possono avere beneficio dal movimento all’aria aperta, dal contatto con altre persone eccetera (o almeno questo è quanto consigliano gli oncologi). Questa intelligente decisione ha però un difetto: soltanto i dipendenti pubblici possono usufruirne. Per cui il mio cancro, essendo lavoratore privato, vale meno del cancro di uno statale? Questa si chiama discriminazione e pensavo che almeno nella malattia fossimo tutti uguali.
Norma Pesciallo, Galliera (Bo), la Repubblica, 24 dicembre