Come definire e misurare la felicità

Come definire e misurare la felicità

Che cos’è la felicità? Difficile rispondere. Secondo l’autorevole dizionario della Treccani, trattasi solo dello “Stato e sentimento di chi è felice”. E fin qui. Il Garzanti, invece, sottolinea che “è lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i suoi desideri”. Ancora poco. Secondo i francesi, il “bonheur” è “lo stato duraturo di pienezza, soddisfazione e di serenità, gradevole ed equilibrato del corpo e dello spirito, dove sono assenti la sofferenza, lo stress, l’inquietudine e il turbamento. La felicità non è solo uno stato passeggero di piacere e di gioia: rappresenta una condizione duratura, un equilibrio”. Già meglio. I tedeschi invece la prendono larga, e premettono che “è un termine ampio”, che comprende sensazioni che vanno “da una pacifica beatitudine a uno stato di gioia estatico”. Sono i più onesti.

Ecco: una cosa così complessa da spiegare, sembrerebbe, è ancora più difficile da misurare. Eppure, come tutti sanno, esistono numerosi indici di felicità, più o meno complessi, che cercano di indicare se un Paese o una parte della popolazione è più o meno felice. E se non lo è, diventa una questione politica. Forse lo è già, visto che la parola felicità è diventata sempre meno presente nei nostri discorsi:

Better life Index
Un organismo che si occupa di felicità a tempo pieno (e anche per molto tempo) è l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Nel 2011 hanno inventato il “Better Life Index”, un sistema di misurazione di temi quali livelli di reddito medio, tasso di disoccupazione, disponibilità abitativa – ma anche l’equilibrio di vita privata e lavoro, e soddisfazione personale. La sua caratteristica principale è di essere interattivo, cioè modificabile da qualsiasi persona sulla base delle sue preferenze. Il sunto finale, che raccoglie tutti i dati, dà il risultato sul Paese più felice del mondo.

Happy Planet Index
Creato dalla NEF (New Economics Foundation), classifica 151 Paesi a seconda della loro abilità a trasformare le energie finite del territorio a loro disposizione in benefici per gli uomini. In questo senso, per loro, la felicità è saper vivere bene con l’ambiente sfruttandolo in modo intelligente e sostenibile. I criteri che utilizza sono tre: l’impronta ecologica, cioè l’impatto delle attività sul pianeta; la soddisfazione di vita, cioè la capacità di raggiungere o meno i propri obiettivi esistenziali; l’aspettativa di vita. Al primo posto c’è il Costa Rica

Il FIL, la Felicità Interna Lorda
Un indicatore che si rifà al Pil per indicare uno standard di vita basato su criteri diversi rispetto a quelli della produzione. È stato creato nel 1972 e da allora solo il Bhutan, un piccolo stato asiatico, lo ha applicato (non da molto, però). Il motivo, tutto buddista, è che si debba dare più importanza alla vita spirituale. Per questo motivo il Fil, più che un misuratore, è uno strumento per promuovere alcuni valori, come il rispetto dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

World Happiness Report
Pubblicato dalle Nazioni Unite nel 2012, prende in esame, con un sondaggio, la qualità della vita in generale della popolazione. Ai primi posti, secondo i criteri utilizzati (Pil pro capite, aspettativa di vita, libertà in generale, libertà dalla corruzione, e altri) al primo posto si trovano Paesi come la Danimarca, la Norvegia e la Svizzera.