Da Star Wars a Tarantino, i film più attesi del 2015

Da Star Wars a Tarantino, i film più attesi del 2015

A gennaio i pronostici si sprecano, e il cinema, così improntato su campagne teaser, anticipazioni e indiscrezioni, offre terreno fertile. Se risulta sempre avventato lanciarsi in vaticini tipo “le tendenze cinematografiche del 2015”, per quanto riguarda il cinema più mainstream possiamo azzardare che anche quest’anno vedremo molti supereroi (Ant-man, I fantastici 4); una buona dose di science fiction (Jupiter dei fratelli Wachowski, Tomorrowland con George Clooney) che già nell’anno passato aveva spopolato, e tanta nostalgia per gli anni ’70, ’80 e ’90, con tutta la carrellata di sequel, remake e reboot che porta con sé.

Intanto però è bene occuparsi del futuro più prossimo, cioè delle primissime uscite del 2015, tra cui il biopic di Stephen Hawking The theory of everything (15 gennaio) e Selma (12 febbraio), sulla marcia organizzata da Martin Luther King nel 1965, già favorito nella corsa agli Oscar (com’era prevedibile), ma anche molto criticato per il ritratto poco lusinghiero del presidente Lyndon Johnson.

Questi sono solo i primi spunti per una breve carrellata che, senza ambizioni di esaustività e una buona dose di arbitrio, mira ad alimentare il senso di attesa che in questa stagione dell’anno è salutare e fisiologico.

Inherent Vice (Vizio di forma)

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Sarà nelle sale italiane dal 26 febbraio. Il nuovo film di Paul Thomas Anderson (Boogie Nights, Magnolia, Il petroliere) è attesissimo perché per la prima volta sarà portato sugli schermi un romanzo di Thomas Pynchon, considerato – non a torto – un autore dalla resa cinematografica pressoché impossibile. Per il ruolo del protagonista, Anderson si è rivolto all’attore di The Master, Joaquin Phoenix, a cui faranno da comprimari Owen Wilson, Benicio Del Toro, Josh Brolin e Reese Witherspoon. Si tratta di un beach noir ambientato nel 1970, in pieno post-Woodstock. Larry “Doc” Sportello è un investigatore privato tossicodipendente alle prese con un caso che coinvolge la sua ex. Sullo sfondo la controrivoluzione nixoniana, il surf, il rock, la paranoia e la marijuana.

Secondo i principali critici statunitensi la delicata operazione di trasposizione è riuscita – anche se Anthony Lane del New Yorker rimpiange le luci della California descritte da Pynchon –, soprattutto sotto un aspetto di grande importanza: l’ironia che domina il romanzo. Anderson, che ha dichiaratamente tratto ispirazione da Robert Altman e dal suo The long goodbye (trasposizione del romanzo di Raymond Chandler), ha fiduciosamente affermato che, in caso di successo, sarebbe stata sua intenzione portare al cinema anche il romanzo più noto di Pynchon, L’arcobaleno della gravità. E in questo caso, caro Anderson, ti aspetteremo al varco.

Birdman

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Di prossima uscita (il 5 febbraio) anche Birdman, di Alejandro González Iñárritu, in cui un Michael Keaton attore in pensione, famoso per il ruolo iconico di un supereroe (ricordiamo – coincidenze – che Keaton è diventato famoso come Batman) torna sui palcoscenici di Broadway con un adattamento di un racconto di Raymond Carver per recuperare fama e gloria e dimostrare una volta per tutte il suo talento.

Dopo un film amaro come Biutiful, Iñárritu alleggerisce i toni senza rinunciare al sapore agrodolce e si dà per tanto alla commedia nera, raccontando una storia di ego maschile frustrato e di spasmodico bisogno di approvazione. Anche in questo caso il paragone con Altman è inevitabile: l’ampissimo uso di piani sequenza, in cui gli attori recitano senza interruzioni come su un palcoscenico teatrale (vedi I protagonisti); l’adattamento da Carver (come in America Oggi) e, naturalmente, la critica corale a Hollywood (e, in genere, al mondo dello spettacolo), in particolare ai franchise dei supereroi (è citato più volte The Avengers): «pornografia apocalittica», come si dice, responsabile di una irreversibile infantilizzazione del pubblico.

Avengers: Age of Ultron

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A proposito di Avengers, il secondo capitolo del crossover di supereroi Marvel diretto da Joss Whedon è atteso in Italia per aprile. Dal creatore di Buffy l’ammazza vampiri mi aspetto sempre molto, e questa volta Whedon è riuscito a incuriosire in modo insolito, scomodando paragoni letterari per la storia di Ultron che vanno da Frankenstein al racconto di Ray Bradbury Il piccolo assassino, in cui un bambino finisce per uccidere i suoi stessi genitori. Ultron, robot mostruoso che contiene la conoscenza cumulativa di tutta la storia umana, per Whedon è in definitiva null’altro che un bambino viziato: «Non mi ricordo di aver visto un film di intelligenza artificiale dove il robot non andasse fuori di testa. Ultron è la persona più emotivamente instabile nel film, ha la conoscenza di 3000 anni di storia documentata ed è un adolescente viziato, tutto allo stesso tempo». Riconfermato nella sostanza il cast del film del 2012, con Robert Downey Jr. (Iron Man),

Chris Hemsworth (Thor), Mark Ruffalo (Hulk), Chris Evans (Capitan America), Scarlett Johansson (Vedova Nera), Jeremy Renner (Occhio di Falco) e Samuel L. Jackson (Nick Fury).

Jurassic world

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L’uscita italiana è prevista per l’11 giugno. Questo quarto capitolo della serie basata sul romanzo di Michael Crichton è rimasto in development hell per oltre 11 anni, durante i quali è stato per lo più conosciuto come il fantomatico Jurassic Park IV. Ora finalmente vedrà la luce, diretto da Colin Trevorrow e con Steven Spielberg che figura sempre come produttore. Ma ci sono alcuni ma. Il cult del ’93 era un film mirabolante, che rendeva giustizia al concetto aristotelico di “meraviglia”. I personaggi di Jeff Goldblum, Sam Neill e Laura Dern – alcuni già persi per strada nei due sequel – erano ironici, sfaccettati, mentre Chris Pratt (giudico solo dal trailer), sembra più banalmente il solito buon eroe americano.

Anche il Guardian è critico: ciò che rimprovera al film deriva dalla constatazione che molti attuali paleontologi sono diventati tali proprio grazie alle suggestioni instillate dal primo Jurassic Park e questo nuovo sequel invece, anche in virtù della trascuratezza dimostrata nei confronti delle teorie paleontologiche più moderne (come i dinosauri piumati!), rischia di non rendere giustizia allo stupore suscitato dal primo film. Ciò che ci auguriamo è dunque di ritrovare almeno un accenno di quello stupore (in altre parole: mr. Trevorrow, è previsto che si vedano dei dinosauri nel suo parco dei dinosauri?).

Star wars 7 – Il risveglio della Forza

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Restando in tema di grandi cult, il settimo capitolo della saga di Star Wars uscirà – sembra – a dicembre. A dirigerlo J.J. Abrahams, noto soprattutto come sceneggiatore di Lost e Fringe, e nel cast, tra gli altri, ci sono Adam Driver di Girls e il premio Oscar Lupita Nyong’o. Con anche una gradita apparizione di Harrison Ford e di qualche altra vecchia gloria. La storia de Il risveglio della Forza si inserisce infatti dopo l’epilogo dell’episodio VI, Il ritorno dello Jedi (1983), e dovrebbe essere ambientata circa 30 anni dopo la morte di Darth Vader e la distruzione dell’Impero. C’è da aspettarsi una campagna teaser piuttosto agguerrita: per ora sono stati rivelati i nomi di alcuni dei nuovi personaggi (gli stessi che si vedono nel trailer) tramite figurine finto-vintage diffuse su Entertainment Weekly: BB-8, il droide palla; Kylo Ren, il Sith con la spada laser; Rey, la ribelle; Finn, l’uomo in fuga e Poe Dameron, il pilota dell’X-Wing.

Piccola postilla: per la serie “non si esce vivi dagli anni ’80”, bisogna annoverare anche altri attesi sequel e reboot previsti per il 2015. Tra questi Ghostbusters III (che però, probabilmente, non sarà pronto prima del 2016); Mad Max: Fury Road, nel cui l’universo distopico spadroneggiava Mel Gipson, sarà firmato ancora una volta dal suo storico regista George Miller, con Tom Hardy come protagonista. E ancora: il reboot di Venerdì 13,Terminator Genisys e Rambo V.

The hateful eight

Per ora tutto ciò che abbiamo del nuovo film di Quentin Tarantino (uscita prevista: autunno) è un teaser trailer diffuso prima della proiezione di Sin City 2 dell’amico Robert Rodriguez. Personalmente ho trovato Django Unchained un po’ deludente, e spero di rifarmi con questo nuovo revenge western che nell’ambientazione sembra richiamare alcuni classici del genere come Ombre rosse di John Ford (Stagecoach), incentrato sul microcosmo di una diligenza.

Ed è proprio con una diligenza che si apre la storia di Tarantino: una diligenza che avanza lungo il paesaggio invernale del Wyoming nell’America post guerra civile. I passeggeri sono il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la famigerata latitante Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). La diligenza si ferma a causa della neve, ma i due, diretti a Red Rock – dove Daisy sarà consegnata alla giustizia – sono costretti a proseguire e lungo la strada incontrano il Maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), un ex soldato dell’unione diventato cacciatore di taglie e Chris Mannix (Walton Goggins), un rinnegato del sud che afferma di essere il nuovo sceriffo della città. A causa della bufera di neve i quattro dovranno fermarsi a cercare rifugio presso la merceria di Minnie Merceria. Lì verranno accolti dagli altri quattro “brutti ceffi”: Bob “il messicano” (Demián Bichir), temporaneo gestore del locale; Oswaldo Mobray (Tim Roth), il boia di Red Rock; il cowboy Joe Gage (Michael Madsen) e il generale confederato Sanford Smithers (Bruce Dern). Otto rinnegati in un tormenta di neve.

La giovinezza

Il premio Oscar Paolo Sorrentino tornerà nelle sale in primavera con un film (The youth, La giovinezza), che come This must be the place si avvale di un cast internazionale di tutto rispetto. Michael Caine – in completo Principe di Galles e berretto inglese – e Harvey Keitel sono una coppia di anziani amici artisti, un direttore d’orchestra e un regista, che decidono di passare le vacanze in un hotel ai piedi delle Dolomiti, riflettendo sul passato, sul futuro e sul rapporto con l’arte: Caine si rifiuta di esibirsi per la regina Elisabetta e Keitel ha difficoltà a portare a termine la sua ultima pellicola.

Dopo il successo e i dibattiti suscitati da La grande bellezza (anche a Linkiesta non sono mancate le lotte intestine: qui e qui potete trovarne giusto un assaggio) Sorrentino torna su alcuni temi cari quanto ambiziosi: la crisi artistica e individuale, il tempo che passa, l’amicizia. Nel cast anche Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda.

Il racconto dei racconti

Anche il nuovo film di Matteo Garrone (atteso per maggio) sarà girato in inglese e con attori stranieri, anche se il soggetto è tratto dal più solido repertorio della tradizione italiana. Il racconto dei racconti (The tale of the tales) sarà infatti un libero adattamento de Lo cunto de li cunti  di Giambattista Basile, splendida raccolta di novelle napoletane del XVII secolo che a suo tempo avevano già ispirato Francesco Rosi per il suo C’era una volta: una trasposizione elegante e ruspante al tempo spesso, con Sophia Loren e Omar Sharif come protagonisti, che sarà assai difficile eguagliare.

Nel cast Salma Hayek,Toby Jones, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini. E, per mia grande gioia, Vincent Cassel.

Bonus track

Infine, menzione speciale per tre film di cui, a dirla tutta, sappiamo ancora ben poco, se non che si tratta delle fatiche 2015 di tre grandi registi.

Queen of the Desert: è il nuovo film di Werner Herzog ed è un “dramma epico-biografico” basato sulla vita di Gertrude Bell, esploratrice inglese, archeologa, cartografa e funzionario politico. La protagonista è Nicole Kidman (ma prima si era parlato di Naomi Watts), con lei James Franco, Damian Lewis e Robert Pattinson.

Silence è il nuovo film di Martin Scorsese ed è già tra i favoriti per gli Oscar 2016. La storia, ambientata nel 1600, è quella di due gesuiti portoghesi che partono per il Giappone per ritrovare il loro mentore, che sembra aver perso la fede. Tra gli interpreti Liam Neeson, Andrew Garfield e Adam Driver. Uscita prevista: novembre.

Film misterioso di Woody Allen. Fondamentalmente tutto ciò che sappiamo è che nel 2015 farà un altro film, che nel cast ci saranno Joaquin Phoenix ed Emma Stone e che la storia ruoterà intorno a un professore di filosofia in crisi esistenziale. Secondo alcuni sarebbe arrivato iI momento per Woody Allen di appendere la cinepresa al chiodo. Io non amo i pensionamenti coatti e credo che questa decisione spetti solo all’interessato e alla propria coscienza artistica, d’altra parte ha preso enormi cantonate anche nei decenni che furono (vi ricordate Tutti dicono I love you?). I suoi ultimi film però, c’è da dirlo, oscillano tra il “caruccio” e il “decisamente brutto”, ma siccome la speranza di rivedere un Crimini e misfatti è l’ultima a morire, nel dubbio continuo ad andare al cinema.

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