Contenziosi fiscali su attività di verifica delle agenzie delle entrate nei paesi OCSE nell’anno 2011
Per mille abitanti e in valore assoluto nelle etichette sopra le barre
*Le attività di verifica sono definite come comprendente tutte le attività tipicamente svolte dalle agenzie delle entrate per verificare se i contribuenti hanno riportato correttamente le loro passività
** la media Ocse e Ue esclude I paesi con un sistema fiscale in cui le agenzie adottano il sistema amministrativo di verifica invece del sistema di self-reporting del contribuente. Di fatto per questi paesi le attività di verifica sono strutturalmente più alti e i contenziosi sono perciò più elevati anche se si trattano di mere contestazioni formali senza effetti pratici sui debiti fiscali. I paesi in questione sono Francia, Germania, Danimarca, Olanda e Norvegia
Fonte: Elborazione su dati Oecd, Tax Administration 2013 Comparative information on Oecd and other advanced and emerging economies
La pressione dell’Agenzia delle entrate sui contribuenti italiani è letteralmente esplosa e i dati stanno a dimostrarlo. E a ricordare che, al di là della norma Salva-Berlusconi, una riforma fiscale è quanto mai urgente.
Il confronto che emerge dagli ultimi dati dell’Ocse è scioccante: in Italia alla fine del 2011 ogni mille abitanti c’erano 9,2 casi di contestazioni fiscali pendenti da parte dell’Agenzia delle entrate. Negli Stati Uniti 0,2 casi. Una differenza che impressiona anche guardando i dati assoluti: 561mila in Italia, contro i 76mila negli Usa, che hanno cinque volte i nostri residenti.
A preoccupare non ci sono solo i numeri, ma anche il peso dei contenziosi pendenti sul totale. A fronte di 561mila casi pendenti nell’ultimo anno censito se ne contavano 196mila finalizzati (la quota totale è quindi di 757mila contestazioni). Negli altri Paesi Ocse le questioni risolte sono di più di quelle che alla fine dell’anno erano ancora in corso: in media 1,3 ogni mille abitanti contro una ogni mille. Negli Stati Uniti a fronte dei 76mila casi pendenti se ne contavano 142mila finalizzati.
I motivi del super-contenzioso sono da attribuire all’attivismo dell’Agenzia delle entrate, che dall’inizio degli anni Duemila è andato aumentando vertiginosamente nella lotta all’evasione fiscale, che comunque rimane elevata nel nostro Paese. I dati statunitensi stanno però a dire che c’è un’altra strategia possibile rispetto ai controlli a tappeto: selezionare i casi di evasione veramente rilevanti e punirli duramente.
Il rapporto dell’Ocse contiene anche qualche dato assolutamente anomalo comunicato dalle istituzioni italiane, come il fatto che sia la compilazione sia la pre-compilazione parziale da parte delle amministrazioni (quella che ha promesso Renzi per il prossimo anno, per capirci) sarebbero al 100% inviate in formato elettronico, già a partire dal 2004. Nel Regno Unito e Stati Uniti le percentuali si fermano rispettivamente al 77 e 76 per cento.
Il grafico non tiene conto di Paesi come Francia e Germania, dove è l’amministrazione fiscale che prende i dati dei contribuenti e segnala quando ci sono problemi, anche piccoli. Non sono quindi comparabili con veri contenziosi fiscali, come l’invio di cartelle esattoriali.