Con Syriza al governo le politiche di austerity volute dalla troika saranno, senza dubbio, ridiscusse. Il programma di Alexis Tsipras implica la ristrutturazione del debito, oltre a una serie di politiche di spesa pubblica tese a rilanciare la crescita. Durante la campagna elettorale ha anche promesso misure per alleviare il peso della crisi sui cittadini, ad esempio garantendo di riattivare la fornitura di energia elettrica alle famiglie in ritardo con i pagamenti, o prendendosi cura dei senzatetto (in seguito ai tagli il numero è aumentato in modo drammatico).
Si tratta di misure che hanno poco di radicale o di rivoluzionario, come si teme in altri Paesi europei. Il problema riguarda, come sempre, la copertura finanziaria: secondo l’economista capo di Syriza, Yanni Milios, per sostenere il programma di governo che vuole Tsipras serviranno 12 miliardi di euro all’anno, e non ci sono, se la Grecia deve pagare, per intero i suoi debiti.
I problemi, poi, sono tanti: il partito non è compattissimo, e un eventuale gioco delle alleanze renderebbe molto più sfumate alcune posizioni di Tsipras, con il rischio di annullare le aspettative degli elettori, e di conseguenza perdere il sostegno popolare, che in questo momento è sentito come determinante.
Per capire di più del fenomeno SYRIZA, i nostri articoli, dall’analisi del suo programma politico a uno sguardo delle conseguenze della sua vittoria. Oltre che alle parole di alcuni leader del suo partito.
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