Il rischio di un altro regalo agli evasori italiani

Il rischio di un altro regalo agli evasori italiani

Un regalo agli evasori e un bastone tra le ruote agli 007 che combattono l’evasione fiscale in Italia. Secondo quanto riporta il quotidiano Libero, è questo il giudizio che l’Agenzia delle Entrate avrebbe dato del decreto fiscale di Natale di Matteo Renzi, che alla fine è stato ritirato e rimandato al 20 febbraio. Tra le misure contestate, non c’è solo il provvedimento sul 3% che salverebbe Silvio Berlusconi, ma un aiuto da almeno 16 miliardi di euro ai furbetti del fisco italiani. Che in Italia sono più furbetti degli altri.

Ogni anno, secondo la stima di Richard Murphy, fondatore di Tax Justice Network, gli evasori provocherebbero nelle casse dello Stato un buco da 180 miliardi di euro all’anno. Un quinto di quello che si registra nell’Europa intera, in base ai calcoli riportati da Stefano Livadiotti nel suo Ladri. Gli evasori e i politici che li proteggono. Le stime sono discordanti. Secondo Confcommercio, la somma evasa è più alta e si aggira intorno ai 272 miliardi di euro. La stima più bassa è invece quella della Corte dei Conti, che segnala circa 130 miliardi di euro evasi.

Tra le voci di spesa più “dimenticate” dai contribuenti italiani, secondo i calcoli del ministero dell’Economia, c’è l’Iva. In base ai calcoli fatti dI via XX Settembre, dal 2001 al 2011 il valore dell’imposta sul valore aggiunto evaso oscilla tra i 35 e i 45 miliardi di euro. Con punti di minimo nel 2002 e 2007 e un punto di massimo assoluto nel 2004. Nel confronto europeo, l’Italia è tra i Paesi in cui più si evade l’Iva, preceduta solo da Romania, Lettonia, Slovacchia, Lituania, Grecia e Ungheria. Nel 2011, con 36 miliardi di euro di gap, è in testa tra i Paesi dell’Unione, seguita da Francia, Germania e Regno Unito. In rapporto al Pil, per l’Italia si stima una incidenza del gap del 2,3%, il doppio della Germania e del Regno Unito. Se poi si considerano anche Ires, Irpef e Irap, il valore sottratto al fisco solo per queste voci, ammonta a 91 miliardi all’anno. Cifra destinata di certo a salire, visto che sulla base del Bestiario di Confesercenti, le tasse in Italia sono ben 100.

(Fonte: Mef)

Secondo Confcommercio, l’evasione fiscale italiana totale ammonterebbe al 17,4% del nostro Pil. In Europa solo la Spagna si avvicinerebbe a noi con il 9,5 per cento. Nel 2013 la Guardia di Finanza ha scoperto 8.315 evasori totali che hanno occultato redditi al fisco per 16,1 miliardi di euro. 

(Fonte: Confcommercio)

In base all’ultimo studio dell’Agenzia delle Entrate, che ha mappato il rischio di evasione fiscale in Italia, 11,2 milioni di italiani vivono nelle province a «Rischio Totale», dove l’alta pericolosità fiscale è unita a un basso tenore di vita. Altri 9,4 milioni sono divisi tra i «Metropolis» residenti nelle province di Roma e Milano e i «Niente da dichiarare?» delle zone più povere. Queste tre aree sono quelle che pesano di più sull’evasione fiscale totale.

Il fisco italiano, secondo quanto riporta Livadiotti, ha un credito verso i contribuenti di 807 miliardi. Il 27% dei contribuenti non paga nulla, eppure in 34 anni – calcolo fatto dall’ex governatore della Banca d’Italia Mario Draghi – sono stati varati ben 32 condoni fiscali. Con risultati negativi: come la bocciatura della Corte dei Conti dei condoni fiscali introdotti con la finanziaria del 2003, con i quali non sono stati recuperati 5,2 miliardi di euro dei 26 previsti.

Il decreto di Natale di Matteo Renzi, secondo l’Agenzia delle Entrate, poteva essere un ulteriore regalo agli evasori, con la depenalizzazione del reato di dichiarazione infedele fino alla esclusione della «omessa dichiarazione» dal codice penale, con un ulteriore intralcio per i controlli da parte dell’erario. «Speriamo che superato lo sconcerto attuale si possa tornare a una soluzione equilibrata», scrive l’ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco su Lavoce.info. «Infatti non va dimenticato che la reputazione del nostro paese e del nostro sistema economico all’estero non dipende soltanto dalla maggiore o minore flessibilità del mercato del lavoro, ma anche, e soprattutto, dal grado di legalità (o illegalità) prevalente nel sistema: evasione fiscale, corruzione, bilanci falsi, malavita organizzata rappresentano handicap molto gravi per l’Italia. Dare l’impressione di allentare le misure di controllo anziché inasprirle è molto pericoloso». Non a caso, secondo un paper di Lefebvre et alias riportato dal nostro Link Tank, si evadono le tasse dove è facile farlo. Quello che farebbe diminuire davvero l’evasione fiscale potrebbe essere «un fisco semplice, con sanzioni certe, e uno Stato efficace ed efficiente nella fornitura di beni pubblici». 

X