Nel 2015 mangeremo brodini, radici e cibi fermentati

Nel 2015 mangeremo brodini, radici e cibi fermentati

La Bibbia del cibo ha sentenziato. L’agenzia inglese The Food People – specializzata nell’analisi dei principali trend che imperverseranno sulla scena culinaria internazionale – ha spiegato tutto ciò a cui non potremo rinunciare a tavola durante i prossimi mesi. Qualcosa fa sorridere – soprattutto gli italiani, che in materia spesso sono più preparati. Tra i trend del 2015, ci sono la consegna a domicilio (tramite app, naturalmente), le cene a sorpresa (mah..), il ristorante gourmet in aeroporto, il venir meno delle barriere tra sala e cucina, gli spin-off dei locali di grandi chef, i brodi e le salse per personalizzare il piatto.

Ci sarà grande spazio per i cibi fermentati di ispirazione orientale e la cucina messicana

Le previsioni per l’anno appena iniziato includono una mappa delle cucine che maggiormente faranno parlare di sé. Secondo The Food People, ci sarà grande spazio per i cibi fermentati di ispirazione orientale e la cucina messicana: in effetti, dopo il boom dell’America Latina, con la consacrazione di grandi chef brasiliani (Alex Atala), peruviani (Virgilio Martinez, Gaston Acurio) e cileni (Rodolfo Guzman), molti pensano al risveglio del Paese centroamericano. Lo disse a Linkiesta anche René Redzepi, il genio del Noma di Copenhagen. Il Messico potrebbe far breccia anche nel cuore dei sempre più numerosi appassionati di street food, con un’attualizzazione della cucina povera locale. 

The Food People “dipinge” un quadro di contaminazioni etniche persino a colazione

The Food People “dipinge” un quadro di contaminazioni etniche persino a colazione: il 2015 porterà con sé la voglia di sperimentare sin dalle prime ore del mattino, portando in tavola sapori di tutto il mondo per iniziare bene la giornata, giocando sempre in ambito dolce e salato.

Ancora più curiosa la moda del menu a sorpresa, una sorta di “cena al buio” completamente affidata alla creatività dello chef, chiamato a stupire il commensale, ignaro fino all’ultimo. In Italia, è ben più diffusa l’abitudine di chiamare un cuoco – i ricchi si possono permettere anche le tre stelle – per preparare una cena per pochi oppure organizzare un super catering. Ma stilando con lui un menu o facendo richieste molto precise, quasi mai “lasciando fare”. A proposito di chef, sono sempre più diffuse le seconde insegne – spesso “firmate” – dove servire cibo di qualità a prezzi contenuti, in modo più “leggero” del ristorante tradizionale. Che i locali si chiamino bistrot, trattorie moderne o gastro-pub non cambia la sostanza.

La moda del menu a sorpresa, una sorta di “cena al buio” completamente affidata alla creatività dello chef

Cosa vuole il cliente? Anche chi non è vegetariano (o vegano, elemento sempre più “pesante” nel sistema generale) desidera menu più salutari, bilanciati e attenti alle intolleranze senza rinunciare al gusto. Interessante in questo senso, il ritorno in tavola del brodo – sempre più protagonista – e delle zuppe, non solo per via della crisi economica. Molti chef famosi, anche in Italia (Andrea Berton ha un menu dedicato solo ai brodi, vedi intervista su Linkiesta), stanno ragionandoci con attenzione quasi maniacale. Non per questo si perderà la tendenza alle cotture veloci e al crudo, che nei Paesi anglosassoni e nordici è sfociata in quella “cucina primitiva”, non sempre convincente.

L’ossessione del cibo ci seguirà ovunque: caffè nei negozi di abbigliamento, locali gourmet all’aeroporto (ora anche da noi, finalmente, vedi l’esperienza del ristorante Michelangelo a Linate raccontato su Linkiesta), corner gastronomici di qualità in stazione e grandi magazzini.

Il ristorante arriva a domicilio grazie al proliferare di applicazioni, servizi online e iniziative di food sharing

Nel frattempo cadono le barriere tra sala e cucina (fenomeno già ampiamente in atto) come si attenuano le distinzioni tra tipologie di locali visto che il concetto di multifunzionalità e di apertura lunghissima ha preso piedi anche nei più restii Paesi mediterranei. Ma per chi preferisse godersi l’intimità casalinga, il ristorante (o il kit per cucinare) arriva a domicilio grazie al proliferare di applicazioni specifiche, servizi online e iniziative di food sharing. I prodotti? Locali, stagionali, tracciabili e sostenibili: chi può fare a meno della spesa all’ipermercato, continuerà a cercarli con passione. Ultimo trend suggerito da The Food People: i sapori forti. Spazio alle radici, alle spezie, all’affumicatura, ai sapori aciduli e fermentati: se amate tutto questo, il 2015 è il vostro anno. 

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