«Il futuro è già arrivato, solo che non è equamente distribuito», diceva lo scrittore di fantascienza William Gibson, qualche anno fa. E, probabilmente, aveva ragione. Il 21 gennaio 2015, la polizia di Tijuana ha scritto su Facebook di aver ritrovato un drone caricato con quasi tre chili di crystal meth, divisa in sei pacchetti. Il drone, probabilmente caricato oltre la sua capacità di trasporto, si è schiantato nel cortile di un supermercato di San Ysidro, città al confine tra California e Messico. Il portavoce della polizia Jorge Morrua ha detto ad Associated Press che stanno investigando la traiettoria del drone per scoprire da dove veniva e chi lo stava pilotando.
Una foto del drone precipitato a San Ysidro (Secretaría de Seguridad Pública Tijuana / Facebook)
I droni stanno diventato uno strumento sempre più usato per il trasporto illegale di droghe. La Drug Enforcement Agency, l’agenzia antidroga statunitense, dice che nel 2012 i cartelli messicani hanno fatto volare almeno 150 droni tra il confine Messicano e quello degli Stati Uniti. Mentre secondo Francisco González, sottosegretario del ministro della sicurezza messicano, i droni diventeranno anche uno dei mezzi più redditizi per il trasporto di droghe. Un chilo di cocaina costa 1700 dollari in Colombia e 8000 dollari in Messico, ma viene rivenduta a oltre 30mila dollari negli Stati Uniti. Un volo come quello precipitato a San Ysidro potrebbe valere quasi 100mila dollari, e ridurre moltissimo i costi umani — e i rischi — del contrabbando tradizionale.