Taccola2025, il robot diventa artigiano

2025, il robot diventa artigiano

Alle immagini dei robot che dominano le fabbriche di automobili siamo già abituati. Le catene di montaggio sono diventate sempre più bianche e asettiche e il lavoro degli operai è sempre più orientato all’“ingegno cognitivo”, come dicono i sindacalisti. Uno studio della società di consulenza The Boston Consulting Group (The Shifting Economics of Global Manufacturing) dice però che quello che abbiamo visto finora è solo un assaggio. Le capacità maggiori da parte delle macchine di fare cose e capire l’ambiente circostante renderà i robot più convenienti degli uomini in settori in cui finora sono stati marginali, come l’industria dei mobili o quella degli apparecchi elettrici. Se si aggiunge che ogni anno i costi, a livello globale, scenderanno del 20% e che la produttività media crescerà del 5%, il risultato è facilmente intuibile: i robot avranno un’espansione ubiqua, nelle grandi aziende così come nelle piccole. Quello che è meno intuibile è che la loro diffusione sposterà in pochi anni gli equilibri del manifatturiero, secondo due direttrici: da una parte favorire i Paesi con più investimenti tecnologici e con meno restrizioni sindacali, un club di cui non farà neanche lontanamente parte l’Italia; dall’altra ridurre le necessità di delocalizzazione, favorendo il “reshoring” nei Paesi sviluppati. 

I robot cambiano la competizione mondiale

I robot faranno salire la produttività tra il 10 e il 30% e abbasseranno il costo del lavoro di circa il 16% entro il 2025

Secondo lo studio di Bcg i robot faranno salire la produttività tra il 10 e il 30% in molti settori e abbasseranno il costo del lavoro di circa il 16% entro il 2025. Per allora il 25% di tutti i “compiti automatizzabili” sarà già stato effettivamente affidato all’automazione. Oggi si fermano al 10% e l’aumento dell’adozione sarà di circa il 10% all’anno.  

Fonte: The Boston Consulting Group. Per guardare il grafico ingrandito cliccare qui

Gli effetti dell’automazione si vedranno soprattutto in Paesi come la Corea del Sud, la Cina, gli Stati Uniti e la Germania

Gli effetti degli avanzamenti tecnologici nella robotica non saranno uguali in tutto il mondo. Si vedranno soprattutto in Paesi come la Corea del Sud, la Cina, gli Stati Uniti e la Germania, che già hanno dimostrato la capacità di innovare di più su questo fronte e che compreranno l’80% dei robot venduti a livello mondiale nel 2025. La maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale dovrebbe invece perdere terreno sull’adozione delle nuove tecnologie e ridurre quindi la propria competitività a causa di leggi sul lavoro più restrittive. Anche chi, suggerisce lo studio, come l’Italia è storicamente avanti sul fronte dell’automazione potrebbe rimanere spiazzata dalla velocità delle trasformazioni. Nel nostro Paese entro il 2025 il risparmio ottenuto dall’automazione sul costo del lavoro sarà di circa l’8%, mentre in Corea del Sud sarà del 33%, in GIappone del 25%, negli Usa del 22 per cento e in Cina del 18 per cento. 

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Il robot è low cost

Quello che sta succedendo di nuovo è che l’abbassamento dei costi ha già comportato l’introduzione di robot da 40mila dollari o meno. Il modello Universal UR5 della Universal Robotics, per esempio, costa 34mila dollari (70mila compresi i costi di avviamento) e può movimentare materiali, assemblare, controllare le macchine. Il modello Baxter di REthink Robotics, invece, costa 25mila dollari (38mila con i costi di avviamento) e può impacchettare e movimentare materiali.

Sono già in commercio robot multifunzione che costano meno di 40mila dollari

Questo significa che l’automazione avanzata potrà diventare abbordabile anche per le Pmi. Inoltre, i sistemi di programmazione, visione e presa continuano a evolversi, eliminando gli ostacoli tecnici per alcuni settori chiave. Per fare un esempio un po’ macabro, dei sistemi automatici sono già in grado di tagliare le carni degli animali macellati, nonostante una grande variabilità delle forme e delle dimensioni delle parti da tagliare. 

Tra i prossimi settori in cui sarà più conveniente utilizzare robot invece di essere umani ci sono quelli delle apparecchiature elettroniche, dove il sorpasso avverrà nel 2018 (negli Usa). Per il settore dell’arredamento il sorpasso avverrà invece nel 2023.

Fonte: The Boston Consulting Group. Per guardare il grafico ingrandito cliccare qui

L’automazione proseguirà tanto più velocemente quanto più i salari saranno alti.

Fonte: The Boston Consulting Group. Per guardare il grafico ingrandito cliccare qui

Cosa significa tutto questo? Oltre alla necessità di capire in che misura si perderanno posti di lavoro (aspetto che la ricerca non considera), una delle conseguenza sarà che i produttori non vorranno più semplicemente inseguire il lavoro a basso costo. Questo anche perché i compiti dei lavoratori potrebbero spostarsi su attività più complesse, nei quali gli umani mantengono vantaggi. La società di consulenza consiglia quindi alle aziende di localizzare gli stabilimenti dove è disponibile forza lavoro molto abile a programmare, non dove c’è solo forza lavoro a basso costo e con limitate conoscenza tecnologiche. L’automazione sarà quindi un modo per riportare le aziende nei Paesi sviluppati. Ma, come ha fatto notare qualche mese fa Luciano Fratocchi, docente di ingegneria all’Università dell’Aquila, su Linkiesta a proposito del reshoring, se le fabbriche che tornano hanno pochissimi operai, a chi verrà il vero beneficio del loro ritorno a casa?

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