Cortocircuiti del potere in Italia. Ha destato scalpore (e immediate le malelingue) la partecipazione di Pietro Ciucci, presidente e amministratore delegato di Anas, martedì 10 febbraio, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 nell’Aula delle Sezioni Riunite della Corte dei conti di Roma. Presente anche il neopresidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme con le più importanti cariche dello Stato. «Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra». Ha detto il presidente della Corte, Raffaele Squitieri, ricordando che l’illegalità ha «effetti devastanti» sull’attività di impresa e quindi sulla «crescita». Non solo. Il pericolo più serio per la collettività «è una rassegnata assuefazione al malaffare, visto come un male senza rimedi. Non possiamo permettere che questo accada», ha detto Squitieri rivolgendosi proprio al Capo dello Stato. Il presidente della Corte dei Conti ha quindi invitato ad agire: «Non possiamo lasciare che prenda forza l’idea di una società incapace di compiere scelte collettive, di perseguire a livello di Amministrazione pubblica obiettivi concreti e di garantire un sistema di servizi efficiente e sostenibile». Secondo Squitieri è quindi «prioritario riorganizzare le strutture dello Stato, puntando a che queste rispondano con rapidità e trasparenza ai bisogni dei cittadini».
Caso vuole però che proprio Ciucci sia stato rinviato a giudizio dalla stessa Corte per un danno all’erario di circa 38 milioni di euro. Si tratta di una multa ricevuta insieme ad altre 18 persone, ovvero tutto il vecchio stato maggiore di Anas. La storia si perde ormai nella notte dei tempi. La vicenda ruota intorno alla Strada Stale 106 Jonica, 491 chilometri tra Reggio Calabria e Taranto. Ci accese nel 2010 i fari Il Fatto Quotidiano che ha sollecitato in questi anni più volte un intervento della Corte. Si tratta di una multa che Ciucci potrebbe ritrovarsi a pagare. La prima udienza è prevista per il 24 marzo. E l’amministratore delegato e presidente è difeso dall’avvocato Carmine Punzi. L’intricata querelle riesplose nel luglio del 2014, quando Ciucci provò a spuntarla di fronte alla Corte di Cassazione sostenendo che Anas in realtà sarebbe una società di diritto privato. Ma proprio nell’estate dello scorso anno le sezioni unite della Suprema Corte stabilirono che non si può parlare di “diritto privato” perché Anas è interamente gestita dallo Stato. «Avendo essa conservato connotati essenziali di un ente pubblico, a fronte dei quali risulta non decisiva l’adozione del modello organizzativo corrispondente a quello di una società azionaria» recitò la sentenza. Non solo. A novembre 2014, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sui ritardi e le anomalie nella costruzione della strada statale Maglie-Leuca nel leccese, il cui iter di progettazione è iniziato negli anni novanta. Ma sotto il tracciato ci sarebbero almeno tre discariche abusive e il valore dell’affare sarebbe lievitato negli anni da 113 a oltre 280 milioni di euro: tra gli indagati per abuso d’ufficio c’è sempre Ciucci. A questo si aggiunga il crollo del viadotto Palermo-Agrigento il 30 dicembre scorso, dopo l’inaugurazione a ridosso di Natale. E’ quest’ultimo l’ultimo tassello di una situazione sempre più precaria per la società che gestisce la rete stradale ed autostradale italiana.
All’indomani dello smottamento del viadotto siciliano di Scorciavacche Ciucci si affrettò a dire che la colpa non era di Anas, ma della ditta, ovvero la Cmc di Ravenna. Scandali e polemiche. E c’è chi fa notare che i rapporti della Corte dei Conti e Anas non sono poi così chiari. Non solo perché il presidente Squitieri questa mattina ha salutato con calore Ciucci, ma perché i due si conoscerebbero da anni. Anzi i maligni sostengono «che Squitieri abbia un rapporto privilegiato con Pietro Ciucci sponsorizzato dall’amico comune Gianni Letta e dall’ex braccio destro Piero Buoncristiano, figlio potentissimo del prefetto Aldo Buoncristiano, “maestro” dello stesso Squitieri in tempi lontani…». Squitieri fu grande amico di Buoncristiano senior e nel 2011 lo ricordò partecipando a un convegno in suo onore. Proprio come scrisse Linkiesta nel maggio del 2014, Il colosso pubblico che gestisce la ragnatela stradale italiana fu oggetto di un’interrogazione parlamentarepromossa dalle deputate del Movimento 5 Stelle Arianna Spessotto e Donatella Agostinelli. Il destinatario delle rimostranze era proprio Buoncristiano, 70 anni e un’intera carriera «sviluppata in aziende di servizio pubblico», fino a pochi mesi fa potente direttore delle risorse umane Anas e braccio destro del presidente Ciucci. A novembre 2013 arrivò la nuova nomina: amministratore delegato di Concessioni Autostradali Venete, azienda partecipata da Anas e Regione Veneto. Nell’interrogazione le deputate M5s chiedono ai ministri Lupi, Madia e Padoan «i motivi per cui l’Anas ha nominato come amministratore delegato un soggetto esterno, peraltro in pensione, con conseguente aggravio di costi in termini di compensi previsti, che secondo gli interroganti sarebbero stati limitati qualora fosse stato nominato un dirigente interno alla stessa Anas».