«Sono obeso e le parole di Siani mi hanno ferito»

«Sono obeso e le parole di Siani mi hanno ferito»

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Repubblica 13 febbraio

Il silenzio dell’Ue sull’Ucraina

Ritengo assolutamente indecoroso l’atteggiamento tenuto dall’europarlamentare leghista Buonanno che tra trombetta da stadio e parole poco adeguate contro Federica Mogherini ha certamente contribuito a ledere ancor più la già scarsa autorevolezza che l’Italia vanta in Europa e nel mondo; tuttavia ha portato all’attenzione un fatto importante: perché le trattative per riappacificare Russia e Ucraina sono tenute da Hollande e Merkel e non dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza Comune come invece sarebbe tecnicamente più corretto? Che immagine dell’Europa ne scaturisce in ambito internazionale?
Davide Di Natale, [email protected]

Perché Siani mi ha ferito

Scrivo a seguito della infelice battuta di Siani al Festival di Sanremo. Sono obeso, lo sono dalla nascita ed è una delle cose che non si riesce a nascondere. Puoi essere un alcolizzato, un tossicomane, un paranoico, ma solo gli obesi sanno cosa significa essere da piccoli presi in giro dai coetanei. Ho impiegato anni, e talvolta ancora ne risento se si evidenzia la mia obesità, per cercare di superare la solitudine di bambino, di adolescente e poi di adulto. Poi arriva un comico e si risente sulla pelle l’offesa gratuita e inutile. Siamo persone che non possono nascondere la loro difficoltà che oltretutto da tanti è considerata spregiatamente come voluta. Cosa sa Siani di una vita di scherzi, di corse col fiato in gola, di giochi negati e di poca accettazione di se stessi.
Alberto Ritieni, Napoli

Finché angoscia non ci separi 

Cosa fa una coppia sui trenta, già convivente, per sposarsi? Va al municipio, sbriga le pratiche e poi finalmente all’ufficio matrimoni, per scegliere la data. Appena si apre la porta però un signore molto gentile ci chiede: dovete divorziare? E tu rabbrividisci. Sguardi imbarazzati e ci affrettiamo a buttare fuori un «NO NO» e poi, inevitabilmente… «non ancora»? Il signore si scusa, da quando hanno unificato gli uffici ha perso tutto il romanticismo di questo lavoro. Decisa la data, aprile, ci salutiamo. Ieri, poi, ci trovavamo a fare un giro al centro ed io non resisto: perché non facciamo un salto in Campidoglio per sognare un po’? C’è il sole! Saliamo fin su, e, a un certo punto: angoscia. Sì, perché sia nella vetrina dove una volta c’erano le pubblicazioni di matrimonio, sia sopra l’arcata della Sala rossa campeggia il manifesto della nuova mostra: “L’età dell’angoscia”. Mi rassegno, evidentemente il Comune di Roma ha messo in atto una campagna occulta di presa di coscienza prima del grande passo. Anno 2015. Matrimonio 2.0. Sperando che angoscia non ci separi!
Carla Peschi, Roma

Stampa 13 febbraio

Come mai così tanti corrotti in un paese di così tanti cattolici?

Ho letto, con molto sconforto, la denuncia del presidente della Corte dei Conti sul dilagare della corruzione.  Mi permetto però di fare una considerazione. Dal censimento del 2011 emerge che in Italia i Cristiani sono l’89,84%. Ora vista l’alta percentuale c’è da ritenere che parecchi cristiani sono fra i corrotti, fra coloro che si fanno raccomandare, fra coloro che non pagano le tasse, fra coloro che portano i capitali all’estero, e fra coloro che non rispettano le leggi.  Quando si è trattato di discutere su che cosa occorreva scrivere nella Costituzione europea noi italiani abbiamo difeso con vigore che bisognava mettere un richiamo sulle nostre radici cristiane, ma sappiamo quali sono le nostre radici cristiane? E soprattutto sappiamo cosa vuol dire?  Come al solito è un bel proclama. Eppure quando ci sono manifestazioni pubbliche in prima fila ci sono tutti: corrotti e corruttori, mafiosi. Vescovi e cardinali, fianco a fianco quasi a darsi l’un l’altro l’imprimatur su quello che fanno.  E questo avviene in un Paese dove l’85,67% si dichiara cattolico. C’è qualcosa che non quadra nella questione. 
Giuseppe Delmonte, Cuneo  

Corriere della Sera 13 febbraio

Parlamento: seduta sospesa? Niente retribuzione
La seduta è sospesa e la giornata non verrà retribuita. Così dovrebbe dire il presidente della Camera quando è costretto a sospendere una riunione a causa di comportamenti incivili di persone che chiamiamo «onorevoli». Visto l’attaccamento alla poltrona e al denaro,sono certo che, se a causa di comportamenti maleducati e indisciplinati i parlamentari non venissero retribuiti si comporterebbero diversamente.
Bruno Fabiano, Bussero (Mi)

ItaliaOggi 13 febbraio 

Fuksas, signori miei, costa caro. Anzi, troppo   
Roma come Torino, un unico filo conduttore: Massimiliano Fuksas. Sia a Roma che a Torino le due grandi opere progettate dall’archiatra, cioè la Nuvola e il Palazzo della regione, sono bloccate. Il motivo? Le parcelle esagerate richieste dall’architetto, ma prima validate dalle due amministrazioni e dalle rispettive avvocature, che però ora non hanno più i soldi per pagarle. Risultato? Due scheletri di opera in attesa che un giudice (Corte dei conti o altro), dica: è giusto pagare tanto un architetto di qualità. E poi, problema forse ancora più importante, che si trovino i soldi per pagare quelle parcelle milionarie. Fuksas ha appena vinto un appalto a Canberra, dove verrà sicuramente pagato. Un consiglio per lui: lavori all’estero non in Italia. Un consiglio per gli amministratori italiani: smettetela di farvi belli affidando lavori a chi sapete di non poter pagare. Eviterete di pagare le parcelle a tanti avvocati…
Giovanni Monini

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