Non sarà un caso, ma il film più visto nei cinema russi è un thirller in cui il cattivo fa parte del governo. Russo, si intende. In sé, il film non è nulla di che. Si intitola Soulless II, è un sequel che racconta la tela di corruzione della finanza in un azienda di Mosca (un po’ alla Wolf of Wall Street, ma meno bello, dicono). Il regista è Roman Prygunov, mentre tra gli autori figura Mikhail Idov, che è stato intervistato qui.
Il protagonista si chiama Max Andreev, è un rapace approfittatore che passa dal settore privato al pubblico. Si pone come una scelta obbligata, fatta anche per variare il contesto in cui di dipana la trama. Ma non basta: è un modo per accennare a un mondo, quello del governo, che diventa sempre più importante e scoperto. Per restare cauti, diciamo che serve a rendere vivida l’atmosfera che si respira in Russia.
Max Andreev, che lo spettatore aveva lasciato, al termine del primo film, a godersi la vita sulle spiagge di Bali, torna a Mosca. Stavolta nel ruolo di spia, intento a capire chi si nasconde dietro una vicenda di corruzione. Alla fine, deluso dalla cleptocrazia del governo, diventa un doppio agente e il suo nemico viene modellato sulla figura di Igor Sechin, un alleato di Putin.
Visto l’alto numero di oppositori al governo di Putin (tutti fuori dalla Russia, però), la lettura è subito virata sul versante politico della stretta attualità. Ad esempio, lo fanno qui. È “il primo blockbuster politico”, raccoglie molta approvazione tra i russi che non hanno molta fiducia nella classe politica, tra gli oppositori moscoviti e anche tra i sostenitori di Putin. In fondo, anche se compaiono delle caricature di Putin o dei suoi collaboratori, la morale di fondo è molto “russa”. Si tratta di risolvere i problemi russi stando in Russia. Andreev avrebbe potuto restare a Bali a far la bella vita, ma sceglie di impegnarsi, anche rischiando, per il suo Paese. E questo basta a renderlo un eroe di tutti.