Tangentopoli, «l’inchiesta del secolo» per la politica

Tangentopoli, «l’inchiesta del secolo» per la politica

«Sta per iniziare l’inchiesta del secolo», esclama il personaggio della giornalista Giulia Castello nella seconda puntata di 1992, la nuova serie Sky su Tangentopoli andata in onda ieri sera. Potrebbe suonare come un’esagerazione, un modo per tenere incollato lo spettatore allo schermo, promettendogli che, se seguirà le prossime puntate, assisterà a qualcosa di “grosso”. Ma allora gli scandali Expo e Mose, “Mafia Capitale”, gli appalti del G8 e L’Aquila, oppure – volendo includere casi di peculato, più che di corruzione in senso stretto – i rimborsi elettorali nelle assemblee regionali? In questi ultimi anni, il pubblico italiano ha assistito ad una lunga serie di inchieste e scandali di corruzione. La stampa ha spesso proposto un parallelo fra queste vicende e quelle di Mani Pulite, talvolta lanciando il grido d’allarme «Oggi è peggio di Tangentopoli». [1]

Ma qual è stata davvero la portata dell’inchiesta Mani Pulite, e in generale delle inchieste sulla corruzione seguite all’arresto di Mario Chiesa, in quel fatidico 17 febbraio 1992? Quali furono le dimensioni di Tangentopoli, rispetto ai casi di corruzione recenti?

I dati delle richieste di autorizzazione a procedere possono servire a dare un’idea della dimensione e dell’impatto di Tangentopoli. Attualmente, un magistrato può indagare un parlamentare senza dover richiedere l’autorizzazione del parlamento, a meno che intenda effettuare misure come l’arresto, le intercettazioni telefoniche, o la perquisizione. Fino alla riforma dell’immunità parlamentare del novembre 1993, invece, quando un magistrato iniziava semplicemente ad indagare su di un parlamentare, doveva richiedere al parlamento l’autorizzazione a continuare le indagini.

Sulla base dei dati raccolti da questi documenti, liberamente disponibili online (sui siti della Camera e del Senato), il grafico sottostante mostra la percentuale di parlamentari dell’undicesima legislatura (1992-1994) indagati per reati di corruzione. [2] Come raccontato anche dalla serie di Sky, l’inchiesta di Mani Pulite entrò per così dire nel vivo soltanto dopo le elezioni del 1992, di fatto coincidendo con l’inizio della legislatura.

Parlamentari indagati XI legislatura

Come si può vedere, nell’undicesima legislatura ben 222 fra deputati e senatori furono indagati per reati di corruzione, pari al 23% del totale. Ricordo che i dati coprono un periodo di soli 19 mesi. Nell’arco di un anno e mezzo, cioè, quasi un parlamentare su quattro finì coinvolto in inchieste di corruzione. Benché anche le precedenti legislature avessero avuto la loro dose di inchieste, la brevissima undicesima legislatura batté ogni record storico. Gli studiosi concordano che, se fosse durata più a lungo, un numero ancora maggiore di parlamentari sarebbe stato indagato. [3]

Non tutti i parlamentari, naturalmente, furono indagati dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite. Come racconterò nelle prossime settimane, Mani Pulite rappresentò l’avvio, e la parte preponderante, di un’ampia campagna investigativa condotta da varie procure italiane. Lo stesso grafico mostra che la Procura di Milano richiese un’autorizzazione a procedere per 69 parlamentari, pari al 31% degli indagati. Questa cifra include i parlamentari – del calibro di Craxi, Cirino Pomicino, De Michelis e Citaristi – che furono indagati dai magistrati di Milano e da quelli di altre città. Altre procure particolarmente impegnate nelle indagini anti-corruzione furono quelle di Roma, Napoli e Torino.

Il confronto con il recente passato fa emergere l’eccezionale dimensione del fenomeno-Tangentopoli. Per gli anni recenti non si possono utilizzare i dati delle autorizzazioni a procedere poiché, come detto, la riforma del 1993 ha trasformato l’istituto dell’immunità parlamentare. Per risolvere il problema, ho utilizzato fonti giornalistiche per identificare i parlamentari della quindicesima e sedicesima legislatura che, alla conclusione della legislatura, risultavano indagati, sotto processo, o condannati in via definitiva per reati di corruzione, o che avevano avuto un procedimento poi prescritto. Una definizione più ampia rispetto a quella usata in precedenza, quindi, ma che si riferisce alla stessa tipologia di reati. Dai dati emerge che, nelle legislature quindicesima e sedicesima, “solo” il 5% e il 7% dei parlamentari risultavano coinvolti, a livello diverso, in procedimenti giudiziari per reati di corruzione.

Parlamentari indagati, XV e XVI legislatura

Fonti: Gomez, P., & Travaglio, Se li conosci li eviti. Chiarelettere 2008. Parise, L., Tutti i guai con la giustizia degli aspiranti onorevoli, La Repubblica, 16 marzo 2008. Gli 84 sotto accusa, La Repubblica, 22 luglio 2011. Calapà, G., & Perniconi. C., I cento parlamentari condannati, imputati, indagati o prescritti, Il Fatto Quotidiano, 30 settembre 2012. La lista dei parlamentari indagati e condannati, Il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2012.

Senza esagerare, si può concludere che Mani Pulite e le altre inchieste sulla corruzione di quegli anni ebbero una dimensione inedita e tuttora ineguagliata nella storia repubblicana. Naturalmente, il numero di parlamentari coinvolti è solo uno dei criteri possibili. Altri dati, come il numero di reati contestati o persone indagate, portano sostanzialmente alla stessa conclusione. [4] In effetti, il caso di Mani Pulite è citato nella letteratura politologica come esempio, più unico che raro, di uno scandalo di corruzione talmente ampio da portare alla delegittimazione di un’intera classe politica. [5]

Nelle due prime puntate, la serie di Sky ha raccontato i mesi di febbraio, marzo e aprile 1992. A questo punto della storia, dicono i dati, solo un parlamentare risultava indagato. Alla fine del 1992, sarebbero stati 74. Come dire, il bello deve ancora venire…

1 Alcuni esempi: Il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2012; Il Fatto Quotidiano, 15 maggio 2014; Il Giornale, 22 febbraio 2013; L’Huffington Post, 1 novembre 2012.

2 Seguendo la classificazione di Ricolfi (L’ultimo Parlamento, p. 159), intendo per “reati di corruzione” le seguenti tipologie di reato: corruzione, concussione, peculato, abuso d’ufficio, interesse privato in atti di ufficio, truffa ai danni dello stato/a danno di un ente pubblico, violazione delle leggi sul finanziamento dei partiti.

3 Chang, E. C. C., Golden, M. A., & Hill, S. J. (2010). Legislative malfeasance and political accountability. World Politics, 62 (02), 177–220. Ricolfi, L. (1993). L’ultimo Parlamento: sulla fine della prima Repubblica. Nuova Italia Scientifica.

4 Vannucci, A. (2009). The Controversial Legacy of “Mani Pulite”: A Critical Analysis of Italian Corruption and Anti-Corruption Policies. Bulletin of Italian Politics, 1(2), 233–64.

5 Golden, M. A. (2011). Corruption in the wealthy world. Brown J. World Aff., 18, 75.

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