«La storia non finisce qui, questo è certo. Se i nostri dubbi saranno confermati, nei prossimi giorni organizzeremo una manifestazione davanti alla scuola. Ci sarà anche il segretario federale Matteo Salvini». Maurizio Fugatti è il responsabile della Lega Nord in Trentino. Deputato fino alla scorsa legislatura, al telefono denuncia una vicenda che rischia di conquistare presto la ribalta nazionale. È una storia di razzismo al contrario. Dalla parte dei discriminati, stavolta, ci sono i leghisti.
Al centro del caso è finita suo malgrado una studentessa quattordicenne del liceo scientifico Bertrand Russell di Cles, vicino Trento. Secondo il racconto di Fugatti, venerdì scorso, rispondendo a precisa domanda di un professore, la ragazza avrebbe ammesso che, se costretta a scegliere, in caso di difficoltà avrebbe preferito aiutare un cittadino italiano piuttosto che uno straniero. Apriti cielo. Il leghista racconta la dura reazione dell’insegnante, che dopo aver additato la studentessa come “una piccola Salvini”, avrebbe duramente criticato le politiche del Carroccio.
Verità o finzione? «Ad oggi, nonostante le nostre iniziative, dalla scuola nessuno ha ancora smentito», racconta Fugatti. Intanto venerdì scorso la ragazza torna a casa in lacrime. La famiglia contatta via email l’istituto, ma non c’è alcun incontro con la preside. Il dirigente leghista racconta di essere stato contattato dai genitori della studentessa, preoccupati. E così sabato scorso i vertici locali del Carroccio organizzano una manifestazione davanti alla scuola. Una conferenza stampa di una mezz’ora nei pressi del liceo. Per tutta risposta la dirigente dell’istituto chiama i carabinieri per far allontanare i leghisti.
Intanto la polemica monta. Il segretario federale Matteo Salvini riporta la vicenda sulla sua pagina facebook. «Vi sembra normale??? – chiede – Quel “professore” si dovrebbe vergognare! Un abbraccio alla ragazza, e ai suoi poveri compagni di classe». Nel giro di qualche ora arrivano migliaia di commenti. Ironia della sorte, la vittima di questa storia non ha alcun legame con la Lega. Non sarebbe una militante, ma neppure una simpatizzante. «La ragazza non sa nemmeno che Salvini è il segretario del Carroccio» racconta Fugatti al telefono.
Trascorre il week end, le polemiche proseguono. Lunedì la studentessa torna a scuola e viene interrogata dallo stesso professore. «L’unica di tutta la classe» racconta adesso Fugatti. «Sarà solo un caso?». Il leghista non lo dice apertamente, ma lascia intendere un accanimento nei confronti della quattordicenne. Peraltro i rapporti tra la Lega e quel liceo non sono inediti. «Alcuni mesi fa avevamo denunciato alcune carenze strutturali dell’istituto. All’epoca però, al contrario di oggi, la preside era stata veloce a fornire le sue spiegazioni alla stampa».
I dubbi restano. Al momento manca la versione del professore, è bene specificarlo. «Ma se a quattro giorni dal caso nessuno ha deciso di parlare – dice ancora Fugatti – vuol dire che forse la nostra denuncia non è poi così campata in aria». Di sicuro una spiegazione ufficiale della vicenda dovrà arrivare a breve. Ieri Fugatti ha presentato un’interrogazione in consiglio provinciale, chiedendo l’allontanamento del professore. «È chiaro che questo “educatore” ne ha fatto una questione personale e non ha più la serenità necessaria per insegnare». Se non ci saranno novità, nei prossimi giorni la Lega tornerà a manifestare davanti alla scuola. «E stavolta con noi ci sarà Salvini».