Non sarà uno dei problemi principali del mondo, ma è senza dubbio molto comune: le canzoni che entrano in testa e non se ne vanno più. Ok, si può discutere anche di altro nella vita, e le si può anche tollerare. Ma se ad attaccarsi alla corteccia neuronale è una canzone di Gigi D’Alessio (una a caso), la necessità di liberarsene diventa urgente. E allora, per dirla con Lenin: che fare?
Gli earworm (cioè vermi d’orecchio, nome espressivo che ci regala la lingua inglese) sono diffusissimi, colpiscono tutti e, a parte il caso di Gigi D’Alessio, non sono pericolosi. Sono fastidiosi, però. Secondo uno studio, almeno un terzo dei partecipanti li ha definiti “spiacevoli”. Altri sostengono di poterli controllare. Altri si disperano, perché non esiste una soluzione: una volta che arrivano, arrivano. Si può solo aspettare che passino. Esiste però un modo per prevenirli – almeno, questo è quanto dice la Scienza, incarnata in questo studio dell’Università di Reading.
Il modo migliore per essere immuni alle canzoni-che-si-attaccano è, udite udite, masticare chewing gum.
Non è molto chiaro come si formano, perché si attaccano al cervello, perché non se ne vanno. E soprattutto, perché alcune canzoni sì e altre no? Non ci sono risposte certe. Per difendersi, però, si può applicare il principio della “sub-vocalizzazione irrilevante”. Che significa: ripetere la stessa parola (o gli stessi suoni) mentre si svolge un’altra attività rende più difficile memorizzare quello che si sta facendo. Se si legge, ad esempio, una lista e intanto si ripetono, mormorando, parole o suoni sempre uguali, si ricorderà il 20% in meno di ciò che si è letto. Lo stesso fenomeno funziona anche se si mastica una gomma.
In ogni caso, per conoscere le forme di earworm più intrusive (anticipiamo Single Ladies di Beyoncé, Bad Romance di Lady Gaga e I want to hold your hand dei Beatles), potete trovarle, elencate, qui.