Portineria MilanoEx berlusconiani e scout, i peones di Renzi in Commissione se la ridono

Ex berlusconiani e scout, i peones di Renzi in Commissione se la ridono

C’è chi è scout da quasi cinquant’anni. C’è chi è amico di lunga data di Matteo Renzi. Chi ha militato in Forza Italia e poi è stato folgorato sulla via del renzismo. Chi ha sostenuto per anni Pier Luigi Bersani o Nichi Vendola per poi cambiare casacca. La sostituzione di dieci deputati dem in Commissione Affari Costituzionali è una vicenda gonfia di polemiche. Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Sel e Lega hanno abbandonato i lavori in segno di protesta. «Lasciamo al Pd tutta la responsabilità di approvarsi in Commissione l’Italicum blindato, a disonore del Partito democratico stesso» attacca Renato Brunetta. Ma il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini liquida come «cagnara» l’Aventino delle opposizioni. «Il fatto che il Pd abbia deciso, nel rispetto dei regolamenti parlamentari e dei meccanismi di funzionamento del gruppo, di sostituire alcuni componenti non è motivo che impedisca di partecipare ai lavori della commissione».

«Gennaro Migliore, che con Sel era contrario all’Italicum, ora è diventato relatore: mi sembra la chiusura perfetta del cerchio»

Resta un dato di fatto. Il premier nonchè segretario del Pd rottama in un colpo solo nomi carichi di storia politica come Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini e Alfredo D’Attorre. Al loro posto entrano renziani di ferro, che qualcuno a Montecitorio ha già ribattezato «crumiri», o meglio ancora «peones». Ma c’è di più. Nel giorno delle sostituzioni, all’entrata in Commissione «ridevano tutti», come testimoniano gli esponenti degli altri partiti. «Siamo alla farsa» racconta al telefono la deputata di Sel Celeste Costantino. «Gennaro Migliore, che con Sel era contrario all’Italicum, ora è diventato relatore: mi sembra la chiusura perfetta del cerchio». 

Peones e cambi di casacca, si diceva. Stefania Covello, ex esponente di Forza Italia ai tempi del Consiglio comunale di Cosenza, figlia dello storico senatore Dc Covello, entra in Commissione Affari Costituzionali per rispondere di fatto al volere del Presidente del Consiglio. Lo stesso discorso vale per Ileana Piazzoni, eletta con Sinistra Ecologia e Libertà nel 2013 e poi passata insieme a Gennaio Migliore nel Partito Democratico. Renzi punta sull’affidabilità. Come potrebbe non dargliela un altro nuovo membro della Commissione come Edo Patriarca, dal 1966 nello scautismo cattolico, antica passione dello stesso ex sindaco di Firenze? Patriarca è sempre stato un democristiano a tutto tondo, grande tifoso di Mario Monti e del suo governo nel 2012, strenuo oppositore delle coppie di fatto, nel 2013 ha pensato di candidarsi con Pier Luigi Bersani per le politiche: ora è un renziano doc. Sostenitrice del premier è sempre stata pure Maria Chiara D’Adda, giovanissima ingegnera che proprio a marzo festeggiava l’arrivo del rottamatore nella sua Varese definendola «una visita storica». Altro nuovo membro della Commissione è il professore della Bocconi Giampaolo Galli, colto sulla via del renzismo ma da sempre favorevole all’Italicum. «Ormai siamo arrivati al punto che c’è chi festeggia le sostituzioni in Commissione – scrive Pippo Civati su Facebook – tanto per dire l’armonia che regna sovrana all’interno del Pd. Secondo me è un’enormità, ma vedo che c’è chi dice che non è vietato e quindi si fa, come se nulla fosse». 

Qualcuno a Palazzo parla di «porte girevoli» installate all’entrata della Commissione Affari Costituzionali

Qualcuno a Palazzo usa l’ironia e parla di «porte girevoli» installate all’entrata della Commissione Affari Costituzionali. Dove, tra i nuovi arrivi, ci sono pretoriani del premier, seconde linee e qualche sorpresa. David Ermini è un renzianissmo della prima ora, anche geograficamente. Originario di Figline Valdarno, è stato capogruppo della Margherita alla Provincia di Firenze quando il presidente si chiamava Matteo Renzi. Avvocato cassazionista, è entrato nella segreteria Pd come responsabile giustizia. Alessia Morani, avvocato civilista classe 1976, è una renziana della seconda ora. Ex bersaniana, nell’estate 2013 si converte sulla via di Firenze: «Matteo è un talento vero, può ricostruire un partito distrutto ed è autenticamente democratico».

Agli Affari Costituzionali entra un altro avvocato dem: è Alfredo Bazoli, bresciano classe 1969, nipote del banchiere Giovanni. Stella Bianchi invece è economista e giornalista, vanta «una passione per il partito democratico, un grande partito riformista che mette insieme storie e culture diverse». Fedele al premier sin dalla nascita del governo Renzi («sostenere il suo lavoro è vitale), bacchettava così la minoranza: «Mettersi di traverso o anche solo fare melina segnala una pericolosa vocazione al suicidio». Ma tra i nuovi entrati in Commissione c’è anche la torinese Paola Bragantini che, a proposito di dissidenti, il 15 maggio 2014 si astenne sul via libera all’arresto di Francantonio Genovese mentre l’indicazione del Partito democratico era quella di votare sì.

A proposito di dissidenti. Tra i nuovi arrivi in Commissione c’è Paola Bragantini, che si astenne sul via libera all’arresto di Genovese

Oggi la sostituzione forzata della minoranza accende gli animi dentro e fuori il Pd. Danilo Toninelli è il vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali e punto di riferimento del Movimento 5 Stelle per le riforme. «Se prima i lavori potevano essere funzionali al cammino delle riforme ora è soltanto una farsa in cui arrivano i soldatini di Renzi che votano a comando del capo», racconta a Linkiesta. «Un parlamentare con un minimo di onestà intellettuale non accetterebbe di sostituire gli epurati, anche perchè il Parlamento non è la sede del Partito Democratico dove Renzi epura chi dissente. Sono andato a studiarmi gli statuti del Pd, quello del partito e quelli di Camera e Senato. In tutti si parla di pluralismo e libertà di coscienza dei parlamentari dissenzienti anche su principi fondamentali e risorse. Come in questo caso».

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