I volontari digitali che verificano le informazioni dopo i disastri

I volontari digitali che verificano le informazioni dopo i disastri

Poco dopo il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito il Nepal sabato scorso, i social media si sono animati con rapporti non confermati di persone sepolte e edifici distrutti. Cosa possono fare le organizzazioni umanitarie per capire dove intervenire prima? Come possono capire quali di queste voci sono effettivamente vere?

Per scartare le voci fasulle che potrebbero far perdere tempo prezioso, Justine Mackinnon ha arruolato alcuni volontari locali per usare uno strumento web sperimentale con cui verificare il più in fretta possibile, attraverso il crowdsourcing, queste informazioni.

L’incarico? Passare al setaccio centinaia di migliaia di tweet nepalesi per identificare le aree in cui era più necessario un intervento

Mackinnon è il presidente della Standby Task Force, un gruppo di volontari “umanitari digitali” che si attiva dopo un disastro su richiesta di agenzie internazionali e organizzazioni locali di pronto intervento. L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari ha assegnato all’organizzazione di Mackinnon l’incarico di passare al setaccio le centinaia di migliaia di tweet nepalesi per identificare le aree in cui era più necessario un intervento.

Spesso, ci spiega Mackinnon, un gran numero di tweet trasmessi dallo stesso luogo e riguardanti lo stesso argomento può bastare a verificare un’informazione. Alle volte, però, il suo team incontra tweet discordanti rispetto a quello che sostiene la massa. Questi tweet sono spesso fasulli, ma è ugualmente importante verificarli e analizzarli il più in fretta possibile, nel caso contenessero informazioni che potrebbero rivelarsi di vitale importanza. Per riuscirvi, il gruppo pubblica una “richiesta di verifica”, nel formato di una domanda a risposta positiva o negativa, sulla nuova piattaforma web di nome Verily (vedi “Preventing Misinformation from Spreading Through Social Media“).

L’idea è fare uso del “crowdsourcing per operazioni critiche”

Gli utenti possono utilizzare il sito web di Verily e leggere brevi tutorial che spiegano sistemi semplici e consolidati per verificare cose come la fonte di un’immagine o la data e il luogo di un rapporto pubblicato su un social network. Possono rispondere “sì” o “no” a domande di verifica riguardo i rapporti, ma solo se possono fornire una prova a supporto della loro risposta – una foto indiscutibile, ad esempio. Gli utenti possono anche condividere le richieste di verifica attraverso i propri social network. Sulla base delle prove pubblicate dagli utenti di Verily, Mackinnon e il suo team possono passare preziose informazioni alle organizzazioni di pronto intervento. L’idea è fare uso del “crowdsourcing per operazioni critiche”, spiega Patrick Meier, uno dei creatori dello strumento e co-fondatore della Standby Task Force.

Meier, che è direttore del programma di innovazione sociale presso il Qatar Computing Research Institute, è stato in precedenza il direttore per la mappatura delle crisi alla Ushahidi, una piattaforma web sviluppata nel 2008 per monitorare le violenze e le rivolte durante gli sviluppi di una contestata elezione in Kenya. Da allora, la piattaforma è stata utilizzata per aggregare rapporti durante i tumulti nel Medio Oriente e dopo il devastante terremoto che ha colpito il Giappone nel 2011 (vedi “Crisis Mapping Meets Check In“).

Ushahidi è oggi una fra le tante organizzazioni che contribuiscono agli sforzi di raccolta dati compiuti dalla Standby Task Force.

Strumenti quali Verily sono potenti solamente se utilizzati da tante persone, e Mackinnon sostiene che la costruzione di una comunità sia stata la sfida più grande in Nepal, oltre che durante il primo test della piattaforma in seguito al ciclone che a marzo ha colpito la nazione di Vanuatu. Negli ultimi giorni, il team ha insegnato a circa 200 volontari nepalesi come utilizzare la piattaforma, nella speranza che questi possano reclutare altre persone attraverso le loro reti personali.

(traduzione di Matteo Ovi)

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