Il futuro del Cavaliere appeso alle Regionali

Il futuro del Cavaliere appeso alle Regionali

L’ottimismo sembra non mancare mai. Nonostante tutto, Silvio Berlusconi ha deciso di provarci. Da metà maggio il leader di Forza Italia sarà in giro per l’Italia a sostenere i suoi candidati in corsa per le Regionali. Andrà in Liguria, dove l’accordo con la Lega Nord ha premiato il suo consigliere politico Giovanni Toti. Si farà vedere in Veneto e Campania, dove la partita con il centrosinistra resta aperta. Forse sarà anche in Puglia, dove lo scontro interno al partito è ormai deflagrato. L’ex Cavaliere è ancora fiducioso, raccontano. Combattivo. Anche se stavolta la situazione è davvero preoccupante. Non ci sono solo le porte sbattute dei fedelissimi che gli hanno voltato le spalle. Né il tentativo del leghista Matteo Salvini di sfilargli la leadership, ormai sempre più evidente. A rendere tutto più complicato restano, impietosi, i sondaggi. Salvo qualche eccezione, alle elezioni Forza Italia rischia di non raggiungere la doppia cifra. Ferma sotto il 10 per cento, uno scenario impensabile fino a poco tempo fa. 

A Palazzo Grazioli si studia la situazione. Ricevuti i coordinatori regionali e i dirigenti di Forza Italia, lo scorso giovedì Silvio Berlusconi ha iniziato a impostare la strategia. Il leader è convinto che una sua presenza in campagna elettorale possa ancora sollevare l’entusiasmo degli elettori (almeno quelli che non hanno già cambiato partito). L’incubo del 7-0 può ancora essere scongiurato. Al momento il centrodestra aspira legittimamente a conquistare Campania e Veneto, anche se qui il candidato in corsa è il leghista Luca Zaia. Complici le divisioni degli avversari e le recenti grane giudiziarie della democrat Raffaella Paita, sono considerate ancora in bilico anche le elezioni in Liguria. Dove tutto si deciderà negli ultimi giorni prima del voto. Non solo. Nelle ultime ore Forza Italia ha chiuso un accordo politico con Gian Mario Spacca, ex Pd e governatore uscente delle Marche. Una sorpresa potrebbe arrivare anche da questa competizione.

Nelle ultime ore Forza Italia ha chiuso un accordo politico con Gian Mario Spacca, ex Pd e governatore uscente delle Marche

Al netto delle aspettative, prevale il realismo. I risultati delle elezioni di fine maggio saranno decisivi. In ballo non ci sono solo le Regioni al voto, ma gli equilibri del centrodestra. La presenza di Salvini è sempre più ingombrante, non solo sulle reti televisive. In campagna elettorale permanente ormai da mesi, il segretario leghista non nasconde di aver puntato la leadership della coalizione. Se il risultato delle urne sarà positivo, diventerà difficile non lasciare spazio alle sue ambizioni. Nel frattempo Silvio Berlusconi assiste impotente alla ribellione di tanti (ex) fedelissimi. Gli ultimi ad aver lasciato il partito, Sandro Bondi e Manuela Repetti, in settimana hanno confermato la scissione accordando la fiducia al governo Renzi sul decreto antiterrorismo. Un addio recente, accompagnato da antipatiche considerazioni sulla «miseria politica e morale» di Forza Italia. E dalle sempre più frequenti critiche al cerchio magico: il ristretto gruppo dirigente accusato di aver monopolizzato il rapporto con il leader. Quella di Bondi non è la prima perdita, ma rischia di non essere l’ultima. Si racconta che ormai anche i rapporti con il senatore Denis Verdini – altro dirigente storicamente vicino al Cavaliere – sono sempre più difficili. I resoconti giornalistici rivelano un duro scambio di battute al termine del vertice di Palazzo Grazioli sulle Regionali. Ennesimo scontro dopo la decisione di archiviare il patto del Nazareno e lasciare il tavolo delle riforme. Il risultato? Quando la prossima settimana la Camera approverà la legge elettorale, alcuni deputati vicini a Verdini potrebbero persino votare con la maggioranza. Spaccando definitivamente il gruppo di Forza Italia.

La prossima settimana la Camera approverà la legge elettorale, alcuni deputati vicini a Verdini potrebbero persino votare con la maggioranza. Spaccando definitivamente il gruppo di Forza Italia

Sullo sfondo resta il braccio di ferro con Raffaele Fitto. Dopo mesi di polemiche, ormai il dirigente leccese sfida Silvio Berlusconi a viso aperto. In Puglia le tensioni hanno dato vita a uno scenario surreale: a contendere la regione al centrosinistra ci saranno due diversi candidati. Da una parte Francesco Schittulli, sostenuto da fittiani, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia, dall’altra Adriana Poli Bortone, aspirante governatrice dei berlusconiani. Intanto nel tacco d’Italia si consuma un derby senza esclusione di colpi. Tra minacce di epurazioni e battaglie legali – un migliaio di tesserati vicino a Fitto sono pronti a contestare in tribunale l’utilizzo del simbolo di Forza Italia alle Regionali – ormai non si corre più per vincere. Il vero obiettivo del leader è non farsi scavalcare dal giovane dirigente ribelle. 

Forse è ancora presto per celebrare la fine di un’epoca. Ma qualcuno teme che le prossime elezioni finiranno per marginalizzare ancora di più l’ex premier. Non sono solo voci di corridoio. Una brutta sconfitta alle Regionali potrebbe rendere definitivamente ininfluente il ruolo politico di Berlusconi. Qualche giorno fa Ugo Magri ha ben descritto su La Stampa la deriva già in atto. «A sinistra quasi nessuno se lo fila più – si parla ovviamente del leader di Forza Italia – Compreso Travaglio che da settimane punta i cannoni altrove. Finché il patto del Nazareno reggeva, capitava che qualcuno attaccasse il Cav per mettere sotto tiro Renzi, ora nemmeno quello. Basti dire che da undici mesi, da metà maggio 2014, Grillo non gli dà più dello “psiconano”». Come se non bastasse si sono recentemente diffuse alcune notizie sulle difficoltà economiche del partito. I quotidiani hanno raccontato che la società che gestisce forzasilvio.it ha deciso di oscurare il sito, estrema forma di protesta a fronte del mancato pagamento del servizio. Se la storia fosse vera, ogni dubbio diventa lecito. Siamo davvero alle ultime battute della storia?

Le regionali per Berlusconi dovranno rappresentare uno spartiacque

Anche per scongiurare questo scenario, Berlusconi punta ancora sul futuro. A sentire i bene informati, le Regionali dovranno rappresentare uno spartiacque. Dal giorno dopo è già pronta una nuova Forza Italia. Si partirà dai volti inediti che saranno inseriti nelle liste – molti giovani e tante candidature femminili – con l’obiettivo di voltare l’ennesima pagina nella storia del partito. Un refrain ultimamente sempre più frequente. Del resto, sondaggi e ribellioni a parte, qualche motivo d’ottimismo resta ancora. Anche dal punto di vista legale. In settimana Berlusconi è tornato un uomo libero. Il tribunale di sorveglianza di Milano ha dichiarato estinta la pena che gli era stata inflitta in seguito alla vicenda Mediaset. Un riconoscimento ottenuto anche grazie all’intensa attività ai servizi sociali nella nota struttura di Cesano Boscone. Per effetto della legge Severino l’ex premier non può ancora candidarsi, ma intanto un passo in avanti è stato fatto. In ogni caso la speranza è l’ultima a morire. Da tempo è stato presentato un ricorso ad hoc alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Difficile dire se sarà accolto. Ma se i giudici di Strasburgo dovessero dargli ragione, Berlusconi potrebbe presentarsi alle elezioni prima del previsto. Magari nel 2016, a Milano. 

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