Ex parlamentari europei di Forza Italia, sicilianissimi e abili nel trasformismo politico – proprio come il ministro dell’Interno Angelino Alfano, attuale segretario di Nuovo Centrodestra – poi ex candidati per l’Udc in Sicilia o consiglieri attuali nel comune di Palermo, o ancora per La Destra al comune di Milano. Ex carabinieri, generali dell’esercito o delle forze dell’ordine, chi più ne ha più ne metta. Le società di vigilanza e di guardie giurate tornano sotto i riflettori dopo la sparatoria al tribunale di Milano. Stiamo parlando di un business non indifferente, con appalti milionari sul tavolo: accordi che il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha deciso di interrompere dopo la strage di Claudio Giardiello, almeno nel palazzo di Giustizia milanese.
Nel capoluogo la All System, quella addetta alla sorveglianza del “Palazzaccio” milanese, ha vinto anche l’appalto di vigilanza per Expo 2015, una torta da 20 milioni di euro, spartita tra Ivri Spa, Ivri Servizi Fiduciari Srl, Sicuritalia Spa, Sicuritalia Group Service Scpa e Consorzio Prodest Milano Srl. Meno note alle cronache di questi giorni sono appunto le altre che l’hanno spuntata e che partecipano con la All System alla gestione della sicurezza in punti sensibili di tutta Italia. Ecco, tra queste spicca la Ivri, storica società di vigilanza, rilevata nel 2014 dalla Ksm di Rosario Basile. La Ksm è il gruppo leader nel settore. E vanta la difesa di istituzioni come la regione Lombardia e il ministero del Tesoro, aziende come Eni o il Milan, ma anche banche o la Rai.
Le società di vigilanza e di guardie giurate tornano sotto i riflettori dopo la sparatoria al tribunale di Milano
Ma andiamo con ordine, sull’asse Milano-Palermo, in questo mondo dove è difficile trovare il bandolo della matassa, dove società concorrenti si sommano o alleano ad altre società, su un business milionario, dove gli appalti spesso e volentieri partono in un anno e, dopo svariati ricorsi, vengono assegnati due anni dopo. È un mondo dove politica e forze dell’ordine si incrociano, come risulta pure nell’ultima inchiesta sulla Cl Concordia a Ischia. Nelle carte salta fuori la Sigint, altra società di vigilanza del figlio di un ex generale dell’esercito. Ed ex militari e poliziotti un po’ affezionati alla politica lo sono anche alla Gf Protection. Qui dirige le operazioni Adriele Guarneri, 38 anni, un passato nell’Arma dei Carabinieri e una candidatura alle politiche del 2008 con La Destra di Daniela Santanché, attuale parlamentare di Forza Italia. «Una meteora della politica milanese» ricordano alcuni “camerati” meneghini, fatto sta che a Palazzo di Giustizia la Gf di Guarneri ci entra.
L’appalto del tribunale di Milano ed Expo
I rapporti con la All System (principale aggiudicataria dell’appalto al PalaGiustizia meneghino) non sembrano idilliaci: pronti via, nemmeno il tempo di stipulare il primo contratto con il comune di Milano e il telefonino sparito di un avvocato porta la All System a prendere le distanze dalla Gf. Poi lo scaricabarile della stessa All System nel giorno della strage al tribunale: «dei 7 varchi complessivi di accesso al Tribunale, All System ne presidia 6 e la persona imputata dei fatti ha avuto accesso dal varco di Via Manara (varco “Manara”), ingresso riservato ai soli avvocati e magistrati, che non è presidiato e in carico alla All System, ma di responsabilità di altra Società».
Gli appetiti per la sicurezza all’interno del tribunale di Milano erano (e sono) tanti. Non è un caso infatti che l’appalto per l’affidamento dei servizi di sicurezza, armata e non, attorno e all’interno del palazzo di giustizia sia stato oggetto di ricorsi al TAR. Ricorsi che si sono risolti nel 2013, con gara conclusa nel 2011 e bandita nel 2010.
L’ingresso al palazzo di Giustizia di Milano da via Manara
Inizialmente, come si può ricostruire dal contratto per il servizio di sorveglianza che Linkiesta ha potuto visionare, l’appalto finisce alla società romana Union Delta, in associazione di impresa con altre due società del ramo: la Sicura e la Gf Protection. All System, che ha partecipato alla gara con un’altra associazione temporanea d’impresa (Ati) formata da Ivri e Sicuritalia, ricorre però al tribunale amministrativo: tutto da rifare e l’inizio di un balletto tra Tar e Consiglio di Stato, che porta la All System e la Gf protection insieme dritti verso la vigilanza, armata e non, per il tribunale di Milano.
Nel capoluogo la All System, quella addetta alla sorveglianza del “Palazzaccio”, ha vinto anche l’appalto di vigilanza per Expo 2015, una torta da 20 milioni di euro
Ammontare dell’appalto 8.161.117,56 di euro e un contratto stipulato il 17 maggio del 2013, in scadenza il prossimo 30 aprile. Di quegli otto milioni circa, due e spiccioli sono finiti a Union Delta per i servizi che questa ha espletato nel 2012, nel periodo dei ricorsi al Tar da parte di All System. I restanti sei milioni sono per la stessa All System e Gf, per il contratto che si chiuderà tra venti giorni esatti. Al tempo la gara sollevò più di una polemica, oggi invece per la vigilanza sul sito espositivo di Expo si ritrovano insieme la stessa All System, Ivri e Sicuritalia, che alla fine non entrò nella partita per la gestione del tribunale nonostante fosse inizialmente nell’Ati con capofila All System. All System, Ivri e Sicuritalia, insieme al Consorzio Prodest, si spartiranno i 19milioni per la vigilanza sui Lotti 1 e 2 dell’esposizione universale che partirà il primo maggio, un giorno dopo la scadenza del contratto riguardante la vigilanza al palagiustizia.
Il groviglio siciliano e l’inchiesta sul sistema Trani
Basile, il titolare della Ksm leader di settore, non è un personaggio qualunque in Sicilia. E nemmeno in Italia. Stiamo parlando di una delle famiglie più importanti di Palermo, di cui Rosario, avvocato, è il capostipite. Il figlio Luciano, amministratore delegato di Ivri, è pure vicepresidente di Confindustria Sicilia. È anche amministratore delegato della Sicurtransport, società collegata alla Ksm, finita nelle pagine dell’inchiesta del sistema Trani in Puglia su alcuni appalti truccati per lavigilanza di immobili del demanio. Come riporta il quotidiano online meridionews: «Tra gli indagati a piede libero (i reati vanno dalla concussione alla corruzione elettorale alla turbata libertà degli incanti, ndR) infatti, oltre al principale Nicola Lisi, risultano i responsabili della società di Palermo, come Francesco Lupo, 51 anni, palermitano che vive a Bari e che, secondo l’ordinanza, è dirigente della filiale Bari-Santo Spirito della Sicurcenter dopo un paio d’anni passati alla Sicurtransport di Palermo. Un posto prestigioso, il suo: l’apertura della filiale della società in Puglia fece molto clamore e grande fu la soddisfazione dell’amministratore delegato della Sicurcenter spa, Luciano Basile, presidente del noto villaggio turistico di Terrasini Città del mare e ad oggi vicepresidente di Confindustria Palermo». Non solo. Tra i consiglieri della Sicurtransport c’è Stefano De Luca, ex segretario del Pli, già parlamentare europeo di Forza Italia nel 1994. Non finisce qui. C’è pure Salvatore Finazzo, consigliere dell’Udc. Tutti i nomi sono nelle carte dell’inchiesta, che dalla Puglia ora è stata spostata per competenza a Palermo.