Aziende piccole e quotate, nasce un fondo per finanziarle

Aziende piccole e quotate, nasce un fondo per finanziarle

La Borsa non è più un miraggio né una minaccia per le piccole imprese italiane. Negli ultimi due-tre anni c’è stato un risveglio degli Ipo, con una ventina di nuove quotazioni all’anno – tra cui nove dall’inizio del 2015 – sul listino Aim, il mercato alternativo del capitale di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita, attivo dal 2012. Ma qualcosa finora è mancato: dei fondi di investimento specializzati che portassero liquidità alle Pmi nel momento dello sbarco a Piazza Affari o negli anni successivi. Ora una prima esperienza del genere è stata creata: si chiama Amaranto Italian Market, è un fondo aperto (dove gli investitori possono entrare e uscire in qualsiasi momento) di diritto lussemburghese creato dalla sicav Main Tower. A idearlo e seguirlo è una società di advisory quasi omonima, Amaranto Sim, che da anni segue il mercato delle ”small e micro cap”, ossia delle piccole imprese quotate. A spiegare il senso del nuovo fondo è Massimo Vecchio, amministratore delegato di Amaranto Sim. «Il fondo investirà in un mercato che sta crescendo molto ma dove c’è poca liquidità. Tutte le aziende quotate all’Aim hanno trovato i finanziamenti, ma ci sono ancora pochi investitori istituzionali». Una delle conseguenze di questa situazione «è che anche aziende che vanno bene e raggiungono i budget previsti non vedono salire troppo il valore del titolo». 

Massimo Vecchio, Amaranto Sim: «l fondo investirà in un mercato che sta crescendo molto ma dove c’è poca liquidità» 

Quotarsi all’Aim, spiega Vecchio, «è un modo virtuoso e corretto per dare finanza alle eccellenze italiane tra le Pmi». Il mercato azionario riservato alle Pmi, continua, rispetto a quello per le blue chip «è più rappresentativo dell’economia italiana». Ma proprio per questo il fondo deve muoversi con logiche diverse rispetto ad altri strumenti. «Ai nostri investitori consigliamo di destinare per ogni Pmi una parte bassa del patrimonio, non superiore al 5 per cento, e di tenere i titoli per un periodo lungo, di almeno tre anni, anche se il fondo è aperto». Se si ha la pazienza di aspettare, continua, «le Pmi crescono e possono passare al segmento successivo della Borsa. Questo per le aziende significa poter essere finanziate da tutti gli altri i fondi e raccogliere molta liquidità. Per gli investitori significa invece uscire con un forte guadagno». Visto il livello di rischio “medio-alto”, il rendimento che l’ad di Amaranto Sim si aspetta è elevato. «L’obiettivo è avere un rendimento tipico azionario, che negli anni buoni deve essere a due cifre». 

L’investimento del fondo riguarda sia le società già presenti sull’Aim (una settantina in totale) sia quelle che vi sbarcano. «Noi siamo quelli che per primi veniamo interpellati dai nomad», cioè dalle società che portano le aziende a quotarsi. «Visioniamo i business plan e se ci convincono partecipiamo all’Ipo, diventando sottoscrittori. A quel punto si crea un rapporto con gli amministratori delegati, che vediamo con cadenza trimestrale o quasi». Per questo l’attività del fondo «è un misto tra private equity e fondo azionario esperto». Le scelte se finanziare le aziende e su quando uscirne «avvengono tutte sulla base di analisi sui fondamentali, mentre nel mercato Star queste pesano solo per il 30%, mentre il restante 70% della decisione dipende dalle analisi di flusso». Ossia, in base all’andamento più generale del mercato in un certo periodo. 

Dalla partenza, ai primi di maggio, il fondo Amaranto Italian Market ha costruito un portafoglio di 18 titoli

Dalla partenza, ai primi di maggio, il fondo Amaranto Italian Market ha costruito un portafoglio di 18 titoli. La selezione è dura: «Abbiamo per esempio evitato tutte quelle del settore dell’energia legate agli incentivi pubblici», dice Vecchio. Tra le aziende in cui è entrato ci sono Digital Magics (incubatore di start up), MailUp (servizi informatici), Notorious Pictures (distribuzione cinematografica), Expert System, EnergyLab, Mp7, Modelleria Brambilla, Agronomia. «In alcuni casi abbiamo già comprato e venduto, segno che un po’ di liquidità c’è. Sappiamo inoltre che anche altri fondi stanno per investire una quota del capitale nell’Aim – dice l’ad di Amaranto Sim. Per noi sarebbe una buona notizia, speriamo che ne entrino altri». 

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