«Bisogna cambiare. Perché scopa nuova, scopa bene». Quando i 1.500 presenti al teatro Lyrick di Assisi scoppiano in una fragorosa risata, Silvio Berlusconi si accorge della gaffe. E dal palco si corregge divertito: «Ma non c’era nessuna intenzione di ricordare il bunga bunga». Stavolta la platea esplode letteralmente tra gli applausi. Sorridente e un po’ imbarazzata, la scopa nuova è vicina all’ex premier. Si chiama Claudio Ricci, cinquantenne sindaco della città di San Francesco. Domenica prossima sarà lui a rappresentare le speranze del centrodestra in Umbria. Elegante completo nero di cui, raccontano, non si priva mai, Ricci è convinto di poter raggiungere la sua missione impossibile: strappare alla sinistra una delle roccaforti rosse d’Italia. In attesa delle Regionali, può già celebrare la prima vittoria. Grazie alla sua proverbiale pazienza, è riuscito dove i leader nazionali hanno fallito. Ha costruito attorno a sé una grande coalizione che va dalla Lega Nord a Fratelli d’Italia, passando per Forza Italia, Area Popolare e una serie di liste civiche. Il sogno irrealizzato di Silvio Berlusconi.
Rinunciando all’etichetta di governatore, ha dichiarato che in caso di vittoria elettorale diventerà il “Regional manager” dell’Umbria
Laureato in ingegneria civile dei trasporti, preciso, tranquillo. L’impostazione del professionista prestato alla politica lo ha convinto a rinunciare all’etichetta di governatore. In una recente intervista Ricci ha dichiarato che in caso di vittoria elettorale diventerà il “Regional manager” dell’Umbria. Quando parla scandisce bene le parole, lentamente. La serietà dei modi è il suo punto di forza, racconta chi lo conosce, ma anche il suo tallone d’Achille. Chi si aspetta un candidato in grado di scaldare i cuori rischia di rimanere deluso. Il diretto interessato non sembra preoccuparsene troppo. È in campagna elettorale da un anno e mezzo e gira la regione con la sua Panda (la stessa macchina del presidente Sergio Mattarella). Assicura di aver battuto il territorio con certosina pianificazione: nel giro di qualche mese ha partecipato a più di trecento incontri. Del resto, per Ricci il rapporto con la gente è quasi una mania. Se sarà eletto ha promesso di organizzare a Terni almeno una seduta a settimana della sua Giunta. Intanto non perde occasione per ricordare a tutti il suo numero di cellulare. Sul suo sito internet ha voluto pubblicare anche l’indirizzo di casa, roba da far impallidire il garante della privacy. Sindaco di Assisi dal 2006, una cordicella tricolore tiene la porta del suo studio sempre aperta. In questo modo chiunque vuole andare in municipio per verificare la sua presenza può affacciarsi e controllare. «Tutti possono entrare, anche senza appuntamento» ricorda lui. Grillino ante litteram.
Appassionato di francobolli e cosmologia, raccontano che Claudio Ricci sia dotato anche di una spiccata autoironia. Secondo una voce maligna, alle ultime Regionali Berlusconi lo avrebbe escluso per il suo scarso appeal. Calvo, grandi occhiali, sempre vestito di scuro, invece di offendersi il sindaco ha risolto la questione con una risata. Qualche mese fa ha pubblicato una grande fotografia di Yoda, il personaggio di Guerre Stellari dalla vaga somiglianza. E più sotto: «Servono orecchie lunghe per ascoltare la gente». Intanto l’aspirante governatore umbro assicura di volersi rifare al modello spagnolo di Podemos. Non certo per la visione politica, distante anni luce. Semmai per «il concetto di nuovo umanesimo». Per riuscire a convincere gli elettori punta sui contenuti, poche promesse irraggiungibili e tanta progettualità. Il programma elettorale conta venti punti: sburocratizzazione, imprenditoria, turismo. L’obiettivo è esportare il modello Assisi. La città del Poverello vanta alcuni record invidiabili: all’ombra del Sacro Convento, ad esempio, non esiste l’imposta di soggiorno e le addizionali Irpef sono sparite. Risparmiando il 10 per cento del bilancio, nel giro di tre anni Ricci è sicuro di poter abbattere anche le tasse regionali.
La sfida elettorale è difficile, ma non impossibile. Lo Zio Fester berlusconiano – così sembrano averlo malignamente ribattezzato i suoi oppositori – è in crescita nei sondaggi. La sinistra parte in grande vantaggio, non è un mistero. Eppure chissà che il grande astensionismo atteso alle Regionali umbre non possa sovvertire gli equilibri. A Perugia si racconta che la presidente uscente Catiuscia Marini, democrat ma non renziana, qualche timore lo coltivi davvero. Intanto Claudio Ricci sembra aver imparato dai suoi errori, altro segno di intelligenza politica. Alcuni anni fa lo avevano criticato per aver imposto una giunta tutta al maschile? Oggi il candidato di centrodestra punta sulle donne. Nella lista civica “Ricci Presidente” ben dodici esponenti su ventidue portano la gonna. Novità quasi assoluta nel panorama politico italiano.
Anche il Cavaliere si è votato al cielo. «Andrò nella Basilica di Assisi e pregherò San Francesco: “Fa, o Santo caro, che quel miracolo si ripeta”
Già presidente dei siti italiani patrimonio dell’Unesco e responsabile nazionale Anci Turismo, nel 2007 Ricci è stato nominato commissario del governo in occasione della visita ad Assisi di Benedetto XVI. Su Twitter resta un’immagine di quell’esperienza: la fotografia con la stretta di mano a Papa Ratzinger. Per il sindaco della città Serafica, del resto, il rapporto con la religione non può che essere profondo. E forse non è un caso se nello scoppiettante comizio di Assisi, qualche giorno fa, Silvio Berlusconi ha deciso di affidarsi pubblicamente alle preghiere. In attesa di una vittoria elettorale tale da costringere Renzi alle dimissioni – come era accaduto qualche anno prima con Massimo D’Alema – il Cavaliere si è votato al cielo. «Andrò nella Basilica di Assisi e pregherò San Francesco: “Fa, o Santo caro, che quel miracolo si ripeta”». Sacro e profano, diavolo e acqua santa. Gli avversari politici ironizzano sulle capacità di mediazione del sindaco: «C’è chi prova un po’ rozzamente a mettere insieme San Francesco e Matteo Salvini» spiegava velenoso il leader di Sel Nichi Vendola.
E in effetti la presenza della Lega nella coalizione di centrodestra rischia di essere ingombrante. Il moderato Ricci assicura di non provare alcun imbarazzo nei confronti dell’alleato. Anzi, durante la sua recente visita in Umbria ha incontrato il leader padano regalandogli un libro sulla città di San Francesco. Il primo cittadino di Assisi non ha alcuna intenzione di fare la spalla al segretario leghista: lui è stato uno dei primi sindaci a firmare un’ordinanza per l’allontanamento degli accattoni e la chiusura dei campi nomadi. Ovviamente sempre a modo suo: «Prima parlavo con loro e cercavo di convincerli a trovare altre soluzioni». Moderato sì, ma non ingenuo. «Quando si governa – le parole di Ricci in un’intervista a RepubblicaTv – non si può essere tiepidi, bisogna anche essere netti». Intanto proprio la presenza di Salvini in Umbria ha dato vita all’unica polemica nella campagna elettorale del candidato di centrodestra. In un incontro a Papiano di Marsciano, Ricci si è fatto ritrarre assieme al leader padano in bella posa su una ruspa (la stessa con cui Salvini ha promesso di radere al suolo i campi rom?). Sullo sfondo, l’immagine di San Francesco. Apriti cielo. In un articolo pubblicato sulla rivista ufficiale del Sacro Convento e intitolato “San Francesco e il lupo, c’è Salvini da ammansire”, i frati di Assisi hanno chiesto di non strumentalizzare la figura del Santo. «Era una normale foto di gruppo come tante – ha spiegato Ricci – Nella quale uno non si accorge dei dettagli. Spero che la mia specchiata storia professionale, etico religiosa, culturale e amministrativa dimostrata con i fatti (malgrado i tanti umani errori) vada ben oltre un “particolare casuale su una foto”»,