Consigli per diventare capi di una rivoluzione

Consigli per diventare capi di una rivoluzione

Tutti si arrabbiano, tanti si ribellano, quasi nessuno fa la rivoluzione. Secondo Wai H. Tsang, educatore e conferenziere di origine cinese, le rivoluzioni non si fanno, come si dice, in un giorno. Dopo aver analizzato le rivolte avvenute in America nel 1700, la Rivoluzione francese, la Guerra Civile inglese, le primavere arabe e altri moti di rivolta, ha concluso che una buona rivoluzione ha bisogno di due elementi fondamentali. Quali?

In primo luogo, “l’archetipo dell’Apocalisse”, cioè una gigantesca minaccia che incombe e che richiede l‘intervento di un eroe (il rivoluzionario). Lo si vede nei miti, nelle leggende antiche e anche nelle narrazioni più recenti, come Guerre Stellari, Dune e Il Signore degli Anelli. Per Wai oggi questa minaccia esiste davvero, e riguarda tutta l’umanità: è il climate change. Sarà.

Il secondo elemento, sempre secondo Wai H. Tsang, è l’influenza di una “religione esoterica”, o una “credenza mistica”. Non è necessario chiamare in causa le dottrine new age o il buddhismo: basta la convinzione di poter unire tutti sotto un’unica bandiera per rovesciare le convenzionali strutture di potere. Può essere la fratellanza, la condivisione dello stesso suolo, la dignità. Tutte idee che devono diventare identitarie.

Come le si combina insieme? Wai lo spiega in questo discorso del 2011. Basta guardarlo. Dopodiché sarà molto più semplice guidare qualche barbudos all’assalto della Baia dei Porci. E diventare un’icona di successo per le magliette: