Le donne saudite possono guidare. Ma solo in un videogame

Le donne saudite possono guidare. Ma solo in un videogame

Il gioco gira intorno a otto donne in sella a moto ipertecnologiche: hanno l’obiettivo di salvare il mondo dal male imperante e lo fanno nello scenario surreale di un’Arabia Saudita post-apocalittica. È il tema di un nuovo videgioco, Saudi Girl Revolution, previsto entro la fine del 2015. Lo ha creato l’azienda NA3M di Fahad bin Faisal al-Saud, un principe saudita, nipote del re, che vive a Londra. Il videogame sarà disponibile per essere scaricato a titolo gratuito sugli smartphone.

Il gioco promette di suscitare un certo scandalo: in Arabia Saudita le donne non possono, in nessun modo, guidare. Il divieto vale per le automobili, figuriamoci per le moto. Se poi sono modelli iperavanguardisti extra-atomici è ancora peggio.

Il gioco non ha, spiega il principe, ambizioni politiche. Ma vorrebbe comunque incidere nella mentalità del Paese. “Se si mostrano donne saudite che guidano, anche solo in un videogame, allora è possibile che poi, in poco tempo, succeda anche nella realtà”.

Anche perché tutte le otto combattenti hanno armi super-sofisticate, una di loro è lesbica e insieme ad altre combatte l’estremismo religioso. Una è la più saggia, e insegna alle altre l’arte della guerra. Del resto, in un mondo post-apocalittico dove l’acqua si trova solo a Riyad, tutto è possibile. Anche che delle donne arabe guidino delle moto. E facciano la rivoluzione.

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