Le Pesche di Prato: storia di una tradizione

Le Pesche di Prato: storia di una tradizione

Tonde come una pesca, come un seno, come il mondo, le Pesche di Prato sono un dolce della tradizione riportato in auge dalla Pasticceria Nuovo Mondodi Paolo Sacchetti, Maestro Pasticcere e vice-presidente dell’Accademia Pasticceri Italiani. Due emisferi dolci e soffici, tenuti assieme da un generoso strato di delicata crema pasticcera.

Tipiche della tradizione pratese, le Pesche di Prato rischiavano di diventare solo un dolcissimo ricordo nella mente di chi, negli anni ’50, era uno scolaretto e le assaporava all’ora della merenda

Tipiche della tradizione pratese, le Pesche di Prato rischiavano di diventare solo un dolcissimo ricordo nella mente di chi, negli anni ’50, era uno scolaretto e le assaporava all’ora della merenda. Troppo morbide e seducenti per essere accantonate, sono state recuperate e magistralmente reinventate dal Maestro Pasticcere Paolo Sacchetti.

Le radici di questo dolce sono lontane: siamo nella seconda metà dell’Ottocento – 1861 per l’esattezza – ed è proprio nell’anno dell’unità d’Italia che avrebbero fatto la loro comparsa le Pesche di Prato.

Col tempo, alla pasta di pane lasciata indurire si è sostituito il pan brioche e alla ciliegina uno spicchio di arancia candita, ma le Pesche di Prato sono un dolce che resiste alle mode. E se oggi è ancora possibile perdersi nel loro profumatissimo e delizioso impasto, bisogna dire grazie a Paolo Sacchetti e alla sua Pasticceria Nuovo Mondo.

Croccante in superficie, grazie alla piacevole granulosità dello zucchero semolato, la Pesca di Prato è un tripudio di sapori e consistenze. Al primo morso, i denti affondano in una morbidissima pasta brioche intinta nell’alkermes per poi arrivare alla crema caratterizzata da un delicato sentore di vaniglia.

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