La novità è che in Israele è stata lanciata la pagina Facebook del COGAT. Che cos’è? È il Coordination of Government Activities in the Territories, cioè il centro organizzativo delle operazioni del ministero della Difesa di Israele lungo i blocchi della Striscia di Gaza e nelle terre israeliane negli insediamenti nella West Bank.
La pagina Facebook racconta le attività del Cogat, denuncia le infrazioni alle regole da parte dei palestinesi (ad esempio, con una infografica dove si mostrano i materiali che entrano a Gaza nonostante il blocco israeliano) e monitora le attività del governo di Tel Aviv nei territori occupati.
Secondo il sito 972mag il timing con cui è nata la pagina Facebook non è casuale. L’opinione pubblica internazionale sta assumendo posizioni sempre più critiche nei confronti dell’occupazione israeliana, vista anche la freddezza della Casa Bianca. La pagina servirebbe a “fornire argomenti per una visione più benevola” della politica israeliana.
La pagina è in inglese, pensata per un pubblico internazionale, ed esprime (questo era abbastanza ovvio) il punto di vista di Tel Aviv. Le definizioni geografiche sono israeliane e non palestinesi (si parla di Samaria, non di Territori Palestinesi, i musulmani pregano sul monte del Tempio, e non all’Haram al Sharif, ma sono dettagli) e anche le informazioni fornite riflettono una posizione politica netta. Ad esempio, nel video del generale Yoav Mordechai, si salutano gli arabi per il Ramadan, cominciato da poco, e si ricorda che Israele “si impegna a rafforzare l’economia palestinese” e che “ha permesso un ingresso maggiore di palestinesi” in Israele per pregare e per visitare le famiglie. Ma è una cosa che sono tenuti a fare dalla legge internazionale, in quanto diritti umani basilari.
Chiunque volesse farsi un’idea, la pagina è questa. Resta in ogni caso un documento importante.