Piccola seduta di analisi per expat in crisi

Piccola seduta di analisi per expat in crisi

Quando emigriamo in un paese straniero, sia che lo facciamo per motivi di studio, lavoro o altro, cambiamo radicalmente la nostra vita. Facciamo nuove conoscenze, ci creiamo diverse abitudini, viviamo in un ambiente molto diverso. Tutto questo può affaticarci e farci sentire appesantiti da stress. È quando attraversiamo momenti come questi che possiamo sentirci soli, isolati, distanti dagli altri, lontani da quegli affetti che fino alla partenza sono stati vicini e rassicuranti. Il senso di perdita e la sensazione di vuoto alimentano le insicurezze che a loro volta hanno effetti diretti sulla propria autostima. Le domande che ci si pone più spesso, quando si è “expat”, sono: Ce la farò? È stata la scelta giusta?

La migrazione è un grande cambiamento, che mette in gioco le sicurezze acquisite fino al momento in cui ci si trasferisce in un altro Paese. Come rovesciare il senso di impotenza e costruire giorno per giorno una buona autostima?

Il termine auto-stima è composto da due parole o definizioni che si riferiscono a due aspetti singolari riguardanti l’individuo umano. La prima parola “auto” significa autonomia, in termini di definizione personale indica “il proprio sé”, “se stesso”. La parola “stima” invece ha a che fare con il misurare, fare la stima di qualcosa, fare una valutazione. Questa valutazione è indicativa del proprio sé.

Ma che cosa viene valutato? Oggetto di valutazione è il valore che noi attribuiamo a noi stessi. Questo valore, per essere compreso meglio, non ha a che fare direttamente con le capacità pratiche o le abilità possedute, ma con l’amore che noi attribuiamo a noi stessi. In altre parole questo significa: quanto ci amiamo? Quanto ci vogliamo bene? Quanta cura e amorevolezza dedichiamo a noi stessi?

Per capire quanto amiamo e quanto teniamo a noi stessi, dobbiamo osservare il grado di attenzione e cura che dedichiamo a noi stessi e alle nostre cose personali, alla cura dell’ambiente in cui viviamo, del tempo, degli oggetti che usiamo, i vestiti, il cibo che mangiamo, la nostra salute, le relazioni sociali, la spiritualità, ecc.

Quanto tempo nella nostra vita dedichiamo alla cura di queste cose?

Tutto questo ha una stretta correlazione con il rapporto che abbiamo con i genitori e in primis con la relazione con nostra madre che si è occupata delle cure primarie e ha costruito le basi della nostra fiducia negli altri. Quindi la misura della stima di noi stessi o se vogliamo la nostra autostima, è determinata da quanto amore e attenzione abbiamo ricevuto da piccoli. Ovviamente qui amore e attenzione stanno a significare cure amorevoli e positive, indispensabili a sostenere, rinforzare in modo creativo e costruttivo la personalità del bambino. Queste cure, oltre a quelle primarie come essere nutrito, pulito, rassicurato, coccolato, ecc., sono correlate all’essere ascoltato e considerato, essere visto e riconosciuto come individuo, essere protetto e rispettato, essere, attraverso tutte queste azioni, amato. Questo amore, ricevuto nell’infanzia, determina il nostro amor proprio. In altre parole noi ci amiamo nella misura in cui siamo stati amati. Noi ci vediamo e riconosciamo nella misura in cui siamo stati visti e riconosciuti, accettati e ascoltati, ecc.

Se si alimenta la bassa autostima si inziano a perdere delle occasioni, a non valutare delle opportunità, si tende ad ingigantire situazioni problematiche, si vive in un atteggiamento di rinuncia

Certe volte l’autostima nella vita dell’individuo può essere intaccata o minacciata da eventi inaspettati e/o difficili: cambiamenti di vita, separazioni, nuovi ambienti. Possono essere di tipo economico o politico, lavorativo, oppure il prospettarsi di eventi catastrofici come terremoti, guerre, ecc. Cosa può succedere in questi casi? Una situazione difficile potrebbe creare tensione e stress psicofisico. Questo stress può produrre delle conseguenze sia al livello fisico che psicologico. Al livello fisico lo stress abbassa le difese immunitarie e apre le porte a vari tipi di disturbi che inizialmente possono manifestarsi come un semplice raffreddore o una lieve influenza, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza, insonnia, ecc.. Dal punto di vista psicologico invece si possono produrre effetti sull’umore, di tipo depressivo, come la chiusura in se stessi e la limitazione delle relazioni con gli altri. Si possono assumere senza rendersene conto, atteggiamenti di tipo vittimistico o paranoide, o altri tipi di atteggiamento che possono avere a che fare con disturbi psichici più complessi dove può essere necessario l’intervento dello specialista se il disturbo non si risolve in tempi brevi.

Se si alimenta la bassa autostima si inziano a perdere delle occasioni, a non valutare delle opportunità, si tende ad ingigantire situazioni problematiche, si vive in un atteggiamento di rinuncia.

Un cambiamento è possibile, anche quando le certezze di una vita iniziano a vibrare davanti a una scelta di vita così radicale come lasciare il proprio Paese. Si può iniziare da piccoli spunti che vanno a incrementare l’autostima e le risorse che la sostengono e la migliorano. Ecco alcuni punti di partenza:

  • Cambiare linguaggio. Oltre ad esprimersi in una lingua diversa, un buon punto di partenza può essere quello di cambiare il modo nel quale ci rivolgiamo a noi stessi e parliamo di noi. Spesso utilizziamo parole come “sempre/mai” con un’accezione negativa. Ad esempio: “Riesco sempre a mandare all’aria i miei progetti, di questo passo non riuscirò mai a realizzarmi.” Far caso al come e quanto utilizziamo questa parole ci aiuta a capire che non hanno un reale legame con la realtà e rafforzano invece la bassa autostima. Inoltre, esplorare nuove parole per descriversi è un buon esercizio per padroneggiare meglio la lingua;

  • Aver cura di sé. L’aspetto fisico rimanda a un’immagine di noi stessi immediata, averne cura regala un immediato slancio ad iniziare a volersi bene. L’esperienza fuori dall’Italia è ricca di nuovi spunti per iniziare da fuori a costruire la propria autostima;

  • Credere. La fiducia deve prima essere data a sé stessi. L’insicurezza agisce direttamente sull’autostima. Credere di essere qui per le giuste ragioni e che la partecipazione di ciascuno alla vita è un dono prezioso per chi ci circonda, è un punto fondamentale e troppo spesso dimenticato. Spesso si pensa troppo a come ci si esprime e poco a come ci si pone. Porsi in maniera più sicura, credere i ciò che si fa, rimarrà più impresso nelle persone che incontriamo di un’ottima grammatica;

  • Orgoglio. L’amore di sé è una delle risorse più sottovalutate per incrementare l’autostima. Anzichè cadere nella trappola dell’autocommiserazione, l’amor proprio ci permette di prendere una pausa prima di iniziare ad autodenigrarci. Questo permetterà di risparmiare le energie che avremmo investito alimentando le insicurezze, per altri aspetti più costruttivi della vita.

L’importanza di avere una buona autostima indica che anche davanti a qualche ostacolo e a qualche difficoltà tutto si può riequilibrare e riassestare, proprio perché la fiducia negli altri acquisita e interiorizzata porta in sé una forza interiore che viene espressa positivamente.

Nel caso contrario, quando la persona si abbatte rapidamente davanti alle prime difficoltà, potrebbe indicare che abbia la necessità di rinforzare maggiormente questo aspetto.

A volte, la strada migliore da percorrere può essere quella offerta dalla psicoterapia, che aiuta a ricostituire un senso di sé positivo ed equilibrato, in particolare attraverso la psicoterapia psicodinamica. Essa lavora in profondità aiutando l’individuo a ristabilire un senso di fiducia in se stesso e negli altri. E questo lavoro viene svolto sia in sessioni individuali che di gruppo a seconda delle esigenze e dei bisogni del paziente. È questo il tipo di attività che proponiamo a Londra, lavorando sugli aspetti relazionali ed emotivi della persona, per rinforzare e rigenerare gli aspetti più sensibili e bisognosi della personalità.

*Alessandro Secci
[email protected]
http://alessandrosecci.wordpress.com
 

Chiara Virgilio
[email protected]
http://www.psicologolondra.com

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