Venerdì 26 giugno uomini armati di kalashnikov hanno attaccato i turisti in spiaggia a Sousse, terza città della Tunisia e uno dei principali poli turistici del Paese. Secondo il Ministero della Salute di Tunisi I morti sarebbero 37 tra cui cittadini di nazionalità statunitense, britannica e belga.Almeno un uomo armato di kalashnikov ha fatto irruzione nella hall del Riu Imperial Marhaba di Port El Kantaoui, a circa 10 chilometri dalla città. Contemporaneamente sono stati sentiti «colpi d’arma da fuoco» sulla spiaggia davanti al resort. Sarebbe coinvolto anche un altro hotel. Uno degli attentatori è stato colpito a morte, un secondo è stato arrestato. Sempre nella città di Sousse un attentato suicida sulla spiaggia si era verificato già nell’estate del 2013. «Una vera catastrofe» commenta il ministro tunisino del Turismo, Salma Elloumi, parlando alla radio locale Shems Fm invitando i tunisini a «rimanere uniti». «L’Italia abbraccia governi e popoli di Francia, Kuwait, Tunisia. Tutti uniti contro l’odio e il terrore», twitta il premier Matteo Renzi.
Come riporta il Guardian, una donna di Dublino ha raccontato alla radio pubblica irlandese Rte di aver appena fatto in tempo a raccogliere i suoi figli dall’acqua, una volta sentiti i primi spari, per poi rifugiarsi in hotel. «Era circa mezzogiorno e ho visto a 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giù e poi subito una sparatoria. Poi ho visto alcune persone correre verso di me, pensavo fossero fuochi d’artificio». Poi la presa di coscienza. «Ho pensato, “oh mio Dio, sembrano colpi d’arma da fuoco”, così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l’hotel i camerieri e il personale gridavano “correte! correte!” Così siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro. Non sappiamo che cosa sta succedendo».
Il Corriere della Sera ha raggiunto un altro villeggiante dell’hotel, Peter da Mosca. «Ero nella hall quando ho sentito degli spari. Quando ho capito che era tutto finito sono corso sulla spiaggia per prestare aiuto. Ho visto tre corpi riversi vicino ai lettini, quando li ho raggiunti ho capito che non c’era nulla da fare. I terroristi? Un uomo della sicurezza mi ha detto che sono arrivati dal mare, dalle barche e hanno iniziato a sparare all’impazzata».
La stessa mattina è stata trovata una testa d’uomo decapitata nei pressi di un impianto di produzione di gas nel Sud della Francia. Due terroristi sono penetrati nella struttura. «Volevano provocare un’esplosione nel sito industriale», ha spiegato François Hollande. Il presidente ha anche confermato «il carattere terroristico dell’operazione». Attacco suicida anche in una moschea sciita a Kuwait City durante la preghiera del venerdì. Un uomo si è fatto esplodere al grido di “Allah è grande”, uccidendo almeno 15 persone. La moschea Al-Imam al-Sadeq sarebbe stata scelta come obiettivo perché «diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita».
A seguito degli attentati terroristici di oggi in Tunisia Francia e Kuwait, il Viminale «ha alzato il livello di allerta» nel Paese. Lo ha affermato il ministro degli Interni Angelino Alfano ad un convegno sulla legalità a Milano. Alfano ha anche espresso il cordoglio dell’Italia ai Paesi colpiti dagli attentati e ha assicurato che la sfida al terrore «la vinceremo se non ci faremo condizionare dalla paura». Non c’è alcun segnale di allarme specifico per il nostro Paese, spiegano i servizi di intelligence, che però annunciano di essere in «massima allerta». Intanto il primo ministro britannico David Cameron ha deciso di riunire il comitato interministeriale d’emergenza. La riunione arriva come risposta soprattutto agli attentati agli hotel di Sousse, dove si teme che molti dei turisti morti siano britannici. «Faremo tutto quello che possiamo per portare aiuto», ha commentato il premier. «Offiremo la nostra solidarietà per combattere il male del terrorismo».
Nei giorni scorsi l’Isis aveva invitato i suoi sostenitori ad aumentare gli attentati contro i cristiani, gli sciiti e i sunniti in occasione del Ramadan. Abu Muhammad al-Adnani, portavoce del califfato, in un messaggio audio aveva invitato i militanti a trasformare il mese santo in un tempo di «calamità per gli infedeli»