La sfida di Orange Fiber: tessuti dalle bucce delle arance siciliane

La sfida di Orange Fiber: tessuti dalle bucce delle arance siciliane

Forse le avete viste a Shark Tank, il business talent andato in onda su Italia 1in cui aspiranti imprenditori raccontano la loro idea di business a potenziali azionisti. Loro sono Adriana Santonocito ed Enrica Arena. Siciliane, trapiantate a Milano, sono le titolari di Orange Fiber, innovativa start up che produce fibre tessili utilizzando gli scarti degli agrumi.

«L’imprenditoria sia uno straordinario abilitatore di sostenibilità sociale ed ambientale»

«L’idea è venuta ad Adriana – racconta Enrica – che studiava moda al Politecnico. Al tempo eravamo coinquiline: lei di fronte a un mondo della moda che faticava a produrre innovazione. Entrambe determinate a fare qualcosa per la Sicilia e per la sua agricoltura in crisi. Orange Fiber nasce da qui». Per una volta, l’incontro tra università e impresa produce valore: la professoressa che seguiva Adriana per la tesi di laurea le presenta una professoressa di chimica. Ed Enrica, studi nella comunicazione e professionista del sociale, sale a bordo, convinta che »l’imprenditoria sia uno straordinario abilitatore di sostenibilità sociale ed ambientale».

Tecnicamente, la loro materia prima si chiama pastazzo, 700 mila tonnellate di scarti destinati allo smaltimento, il 40% del peso complessivo di tutti gli agrumi raccolti ogni anno in Sicilia. Dal pastaio viene estratta una cellulosa adatta alla filatura e, grazie alle nanotecnologie, viene microincapsulato nel tessuto dell’olio essenziale di agrumi, in grado di conferire al filato un effetto cosmetico benefico per la pelle di chi lo indossa. Non è il solo beneficio, peraltro: grazie a questa tecnologia si riducono i costi e la quantità di anidride carbonica emessa in atmosfera necessari allo smaltimento del “pastazzo”. E, contemporaneamente, si crea un nuovo sbocco di mercato per il settore agrumicolo e per il settore tessile italiano.

«La loro materia prima si chiama pastazzo, 700 mila tonnellate di scarti destinati allo smaltimento, il 40% del peso complessivo di tutti gli agrumi raccolti ogni anno in Sicilia»

Bingo? Non ancora. Adriana ed Enrica vincono concorsi su concorsi, bandi su band, entrano nel programma di accelerazione Alimenta del Ptp Science Park di Lodi e grazie al grant office del Parco si trovano a gestire 200mila euro di investitori privati e di un bando di Trentino Sviluppo. Con quei soldi, producono i primi prototipi, fatto test di produzione industriale, estendono la garanzia del brevetto e iniziano a farsi conoscere dai brand di moda e della distribuzione. 

«Non siamo riuscite a farci finanziare l’Idea dagli investitori di Shark Tank ma è stato comunque utile – racconta Enrica -. Hanno vivisezionato ogni aspetto del nostro business plan e tre di loro ci hanno detto che sarebbero stati interessati a entrare nel capitale dell’azienda se fosse entrato nel capitale un player della produzione o della distribuzione». Questo del resto è il loro obiettivo per il prossimo anno: portare sul mercato la prima collezione Orange Fiber realizzata da un brand privato. Se nei negozi, tra qualche mese, sentirete profumo d’arancia, sarà il segnale che ce l’hanno fatta.

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