Piero Bassetti nel suo discorso alla Triennale in occasione della presentazione del libro di Franco D’Alfonso “Il partito della città” ricorda il fondamentale ruolo di leadership della metropoli milanese nell’attuale mondo glo-local, un ruolo che la pone come naturale guida di una nazione in crisi e, dati gli avvenimenti di questi giorni, rilevante forza guida di un Mediterraneo e di un’Unione Europea ugualmente in crisi. Bassetti con il suo pensiero è in sintonia con la filosofia della città ‘aperta’ a tutti i portatori di interesse promossa dall’Unione europea, destinata non solo a ottimizzare il beneficio dei residenti, ma ad esportare capacità nel mondo globale.
Ugualmente egli si connette all’idea di città “delirante” sostenuta da Massimo Cacciari nel suo ”La città” (Pazzini editore). Cacciari ricorda che il carattere programmatico della civitas romana è quello di crescere: non c’è civitas che non deliri (la lira è il solco, il segno che delimitava la città, delirio quindi vuol dire uscire dalla lira, andare oltre il confine della città). Bassetti dunque sollecita un’idea di metropoli ‘aperta’ capace di coltivare la grande idea della civitas, capace di accogliere gente diversa proveniente da tutte le parti, che parla tutte le lingue, pratica tutte le religioni, con un’unica missione.
Una città “delirante” scriveva Massimo Cacciari, una metropoli aperta, in grado di accogliere persone da tutte il mondo, diverse lingue e diverse religioni
Ma come costruire la leadership per un’idea tanto complessa? Per la governance di questa metropoli egli confida su formazioni politiche locali in antitesi agli storici partiti; penso che questa idea vada integrata con forme di leadership più complesse, la cui incubazione potrebbe essere sperimentata in occasione del nascente piano strategico metropolitano, chiamato a identificare forme innovative di organizzazione dello spazio e delle risorse umane.
Per quanto riguarda lo spazio, la metropoli ha il non semplice compito di gestire la dialettica fra tre entità:
– la metropoli municipale, composta da 134 comuni, esito della legge Delrio e composta dalla ex Provincia;
– le megalopoli policentrica, identificata dal Censis, con i suoi circa 8 milioni di abitanti, che si identifica con la padania;
– la megalopoli ad alta connettività, che si identifica con il sistema delle reti e delle relazioni che confluiscono o partono dai primi due sistemi.