Essere ospitati è un privilegio, senza dubbio, ma impone anche alcune norme di comportamento precise. A scorrere alcuni manuali di etichetta per ospiti e ospitanti dell’800, si nota che le dinamiche dell’ospitalità sono rimaste pressoché invariate. L’ospite ha obblighi ben precisi che sono rimasti immutati nel tempo, e questo è notevole. In ogni caso, le regole di ieri che vanno bene anche oggi, sono le seguenti:
Mai prendere sul serio inviti fatti sul momento
È una regola d’oro. Ci sono persone che, per apparire amichevoli, sentono il bisogno di lanciare inviti che, in realtà, non hanno alcuna intenzione di concretizzare. Contano, per questo, sul fatto che l’interlocutore conosca il modo di fare, comprenda la natura “fittizia” dell’invito, accetti senza dubbio e poi, una volta separati, se ne dimentichi del tutto. Quando l’offerta verrà reiterata, in modo più formale, allora si potrà pensare che l’intenzione è seria, e il meccanismo dell’invito messo in atto.
Mai fare una visita a sorpresa
Ci mancherebbe. Esiste, secondo il manuale di etichetta americana del 1883 di Walter R. Houghton, un’eccezione: “Quando siete un figlio che, da anni, la madre crede morto o perduto in guerra, allora è possibile fare una visita a sorpresa”. Con tutti i rischi che ne conseguono.
Mai fermarsi troppo a lungo
La classica regola dei tre giorni era valida anche cento anni fa, e continua a essere valida anche oggi. Soprattutto, far sapere a chi vi ospita quanto volete rimanere, e non sgarrare, è d’oro. Ma questo, come si sa, non è nemmeno da dire.
Conformarsi e fingere di non vedere
Se si è a Roma, bisogna fare come i Romani (Romae, ut romani). E così, in casa d’altri, si seguono le abitudini degli altri. Orari della cena, del pranzo, del sonno e della veglia. Sono cose cui adattarsi senza nemmeno fiatare. Al tempo stesso, all’ospite si chiede di chiudere gli occhi su eventuali situazioni imbarazzanti (litigi, ad esempio) e fare finta di nulla.
Portare regali
La buona educazione è rimasta inalterata. È buona norma portare vino, dolci. Cose non ingombranti, non impegnative ma significative. Nessuno se lo deve sentire ripetere.
La somma di inviti
Capita che, durante il soggiorno da qualche amico, qualcuno venga invitato da una terza persona. La cosa migliore, da un secolo a questa parte – ma anche da prima – è di coinvolgere l’ospite (a meno che non sia una situazione sgradevole, o un appuntamento galante). Lo stesso dovrà fare chi ospita, coinvolgendo la persona a casa sua.
Ricambiate
Lo dicono tutti i manuali del 19esimo secolo. In partocolare il Manuale di Etichetta: “La catena che tiene unita la società è composta da tantissimi anelli, e dovrebbe essere opera di chi ospita e di chi viene ospitato mantenerli saldi e lucidi”. Finito il soggiorno, si ricambia con un’offerta. Che deve essere vera (non come al punto 1).