Usare troppo lo smartphone? È segno che siete depressi

Usare troppo lo smartphone? È segno che siete depressi

Lo smartphone logora chi ce l’ha. È l’ultima scoperta di uno studio americano pubblicato sul Journal of Medical Internet Research (che, di solito, non si occupa di problemi collegati al mondo del web): gli scienziati sostengono di poter individuare gli utenti depressi solo guardando il modo in cui utilizzano lo smartphone. Con una precisione dell’87%.

Il campione era stato selezionato da Craiglist, era composto da 40 persone, per cui non può definirsi definitivo. Il dato è comunque interessante. Per due settimane il loro utilizzo dello smartphone è stato monitorato grazie a una app, che teneva conto della loro geolocalizzazione e di quanto tempo lo schermo fosse accesi. Alla fine, dovevano anche compilare un questionario, per chiarire se mostrassero o meno segni di depressione.

Ebbene, i risultati parlano da sé: le persone depresse (cioè quelle emerse come tali dal questionario) passavano, in media, 68 minuti pieni al telefono al giorno. Le persone non depresse (cioè quelle emerse come tali dal succitato questionario) ne passavano, invece 17 al giorno. Le persone depresse, poi, si muovevano di meno e stavano quasi sempre negli stessi luoghi.

Questo ragazzo dovrebbe ringraziare il ladro, insomma

Tra i limiti di questo studio, ad esempio, c’è: non è stato considerato se il telefono venisse usato per lavoro (e questo, però, insieme ai risultati del test, sta a indicare che chi lavora si deprime); non ha considerato persone al di sotto dei 19 anni (che sono tra i più forti utilizzatori di smartphone). Insomma, non è una certezza. Però l’utilizzo compulsivo dello smartphone (come qualsiasi utilizzo compulsivo) può essere comunque segno che qualcosa non va.

“Chi si attacca al telefono lo può fare per evitare cose che lo sconvolgono, sensazioni dolorose o relazioni difficili”, spiega nel comunicato stampa David Mohr, uno dei professori che ha condotto l’esperimento. “È un comportamento che si vede nella depressione”. E che il telefono, più che curare, mostra.

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