Portineria MilanoMa «Altra Italia», il nuovo partito di Berlusconi, che fine ha fatto?

Ma «Altra Italia», il nuovo partito di Berlusconi, che fine ha fatto?

«Silvio Berlusconi raddoppia: nasce l’Altra Italia». «Silvio Berlusconi accelera». «Il piano di Berlusconi: rottamiamo Forza Italia nasce l’Altra Italia». Titoli roboanti. Un’estate di rinascita per il partito dell’ex Cavaliere. Nuove iniziative politiche. Movimenti tellurici che avrebbero sconvolto il centrodestra. O almeno così si leggeva sui giornali tra giugno e agosto. Tutto pronto. Lancio a settembre. Poi in agosto i primi intoppi. Il dominio «Altra Italia», poi, era già stato registrato da un giornalista del Trentino Alto Adige anni prima. Qualche polemica sui quotidiani locali e nulla di più. Passano i giorni e non succede nulla. Arrivati ormai a metà settembre, della fantomatica nuova creatura politica del Cav non si sa più niente. Certo, se ne parla ancora nei conciliaboli della politica. Ma al momento neppure i quadri del partito di Forza Italia hanno ricevuto comunicazioni in merito. 

Certo, se ne parla ancora nei conciliaboli della politica. Ma al momento neppure i quadri del partito di Forza Italia hanno ricevuto comunicazioni in merito

Si aspetta. Si attende che Berlusconi dica qualcosa. Ma il distacco in questo mese caldo per le riforme istituzionali testimonia una volta di più che il leader di Forza Italia voglia prendere ancora tempo. Del resto le ultime avventure politiche non hanno dato grandi soddisfazioni. Dei mitici Club Forza Silvio di Marcello Fiori non se ne sa più nulla. Furono presentati in pompa magna, ma poi sono finiti nel dimenticatoio. Di fatto l’ex presidente del Consiglio sta prendendo coscienza che i giochi della politica italiana sono cambiati. Che Matteo Renzi sta facendo la differenza. Che Matteo Salvini non convince per niente. E che forse i conigli da estrarre dal cilindro non ce ne sono più. 

Altra Italia ne è un esempio. L’idea sarebbe stata quella di coinvolgere la società civile, quella imprenditoriale, che magari guarda con diffidenza il segretario della Lega Nord e non si fida del Partito Democratico. Ma questa operazione la stanno già facendo Corrado Passera con Italia Unica e persino Diego Della Valle, numero uno di Tod’s che continua a muoversi per lanciare, probabilmente a novembre, un suo movimento politico. Ci sono dei contatti, ma è la situazione è, al solito, molto fumosa. Chi ha in mano il file «Altra Italia» al momento è il senatore Andrea Mandelli. L’obiettivo, noto, è quello di costruire un partito senza più politici, ma formato solo da una classe dirigente di avvocati, imprenditori, esponenti della società civile over 40 che possano ridare un po’ di novità a un politica italiana sempre più bassa nei sondaggi. 

L’obiettivo, noto, è quello di costruire un partito senza più politici, ma formato solo da una classe dirigente di avvocati, imprenditori, esponenti della società civile over 40 che possano ridare un po’ di novità a un politica italiana sempre più bassa nei sondaggi

Forse è ancora presto. Forse bisognerà aspettare il prossimo anno, a ridosso delle elezioni amministrative. Lì forse l’ex Cavaliere calerà i pezzi da novanta. Che potrebbero essere il candidato di Roma Alfio Marchini, l’imprenditore bello e palestrato che punta a prendere il posto di Ignazio Marino. Oppure Marco Boglione, il numero uno della multinazionale Robe di Kappa, che il il leader di Forza Italia vedrebbe bene come sindaco di Torino. Ci sono stati degli incontri. Ma Boglione, a quanto pare, non ha sciolto ancora la riserva. E poi c’è Corrado Passera a Milano. L’ipotesi che Forza Italia – o quello che sarà il partito dell’ex Cavaliere il prossimo – possa sostenere l’ex banchiere di Banca Intesa non è ancora stata accantonata dai passeriani. Anche se i rapporti tra l’ex numero uno di Intesa San Paolo e Silvio non sono mai stati così idilliaci. D’altra parte sul candidato del centrodestra per il capoluogo lombardo continua a circolare una confusione generale. Paolo Del Debbio? Il Corriere della Sera ha tirato fuori il nome di Adriano Alessandrini, ex sindaco di Segrate, molto vicino a Mario Mantovani, ma in Fi ci credono in pochi. La confusione, insomma, rimane. Un po’ come quella di un leader che forse non sa più che pesci pigliare.

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