Canone Rai, la tassa sulla tv diventa una tassa sulla casa

La decisione appare affrettata, non condivisa e di difficile applicazione. Ma va a mascherare il tanto decantato taglio delle tasse

Il canone della Rai nella bolletta? «Mi sembra difficile da molti punti di vista». La bocciatura della presidente dell’Enel Patrizia Grieco non solo non ha mezze misure, ma sembra riassumere in sé la diffidenza che circonda la proposta di collegare la riscossione della tassa per la tv pubblica nei canoni di fornitura dell’energia elettrica, lanciata qualche giorno fa dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.

D’altronde, anche fra le mura di Viale Mazzini, il quartier generale della Rai, l’idea del premier ha provocato non pochi mal di pancia per la modalità e la tempistica con cui è stata lanciata. Dagli uffici alle spalle del “cavallo” filtrano tutte le perplessità su un’operazione che nelle stanze del governo si vorrebbe perfezionare nella prossima manovra: il sistema della riscossione dovrebbe cambiare «in corsa» quando già la Rai ha cominciato la campagna per incassare il canone, ovviamente con le modalità previste dalle normative vigenti.

Tra le perplessità, il fatto che il sistema della riscossione dovrebbe cambiare «in corsa» quando già la Rai ha cominciato la campagna per incassare il canone

Tradotto, significa che per trovarsi pronti all’appuntamento del canone già sono state avviate le procedure per la stampa e l’invio dei bollettini postali, oltre alle campagne di comunicazione contro l’evasione: operazioni che alla tv di stato, ad oggi, sono già costate diverse centinaia di migliaia di euro. «Per raccogliere il canone nei primi mesi dell’anno bisogna prepararsi nella seconda metà dell’anno» dicono a Viale Mazzini. Un’accelerazione «pasticciata» su un’operazione che «in linea di principio» sarebbe stata anche giusta si candida «a fare la fine della buona scuola». Ossia di scontentare tutti.

Si teme che il governo abbia messo gli occhi sul canone: circa 1,7 miliardi di euro con altri 500 milioni di evasione stimata. Se collegato alla bolletta potrebbe lievitare anche a 3 miliardi di euro

Il governo rischia di inciampare nella «fretta» di una decisione «non condivisa» che potrebbe rallentare anche il percorso della riforma della Rai che, dopo diversi stop and go, sembrava aver ripreso il suo cammino parlamentare e che oggi si potrebbe incagliare proprio nelle modalità di pagamento del canone. Inoltre si ha il timore che il governo abbia messo gli occhi sul canone che ad oggi vale circa 1,7 miliardi di euro con altri 500 milioni di evasione stimata ma che, nelle proiezioni di molti esperti, se collegato alla bolletta potrebbe lievitare anche a 3 miliardi di euro. Vale la pena ricordare che proprio sul canone, dopo l’una tantum da 150 milioni dello scorso anno, quella che ha spinto alla privatizzazione di Rai Way, il governo, grazie a una norma voluta dal governo Monti, preleva una quota del 5% annuo. Percentuale che – questo è il vero timore – potrebbe anche essere modificata.

Ma non c’è solo la diffidenza della Rai. Anche le associazioni dei consumatori hanno alzato un muro. Il Codacons, per bocca del suo presidente Rienzi, è pronto a lanciare, oltre ai ricorsi legali nelle sedi opportune e alla questione di costituzionalità nel caso di inserimento del canone Rai in bolletta «una sorta di boicottaggio generale, invitando gli utenti a pagare le fatture solo ed esclusivamente per la parte relativa alla fornitura elettrica».

Se dovesse essere attuata la riscossione proposta da governo il canone si trasformerebbe, volente o nolente, in una tassa indiretta ma obbligatoria sulla casa

Proprio come nel caso della “buona scuola” anche per il “canone in bolletta” si annuncia un percorso accidentato e difficile che vede la forte opposizione di tutti i soggetti coinvolti, ad esclusione del governo. E quella che doveva essere la manovra del «taglio delle tasse» rischia di trasformarsi presto nella «manovra del canone».

Per una “Tasi” che va, dunque, ci sarebbe un “canone” che arriva appoggiandosi proprio sulla casa e su una fornitura, quella dell’energia, che è per definizione intrinsecamente legata alle quattro mura, siano esse domestiche o lavorative.

Fino ad oggi il canone è stata una «tassa di scopo» calibrata sul «nucleo familiare». Se dovesse essere attuata la riscossione proposta da governo il canone si trasformerebbe, volente o nolente, in una tassa indiretta ma obbligatoria sulla casa. Cosa succederebbe poi a quelle famiglie che sono intestatarie di più bollette elettriche? Dovrebbero pagare più canoni tv, uno per ogni fornitura? Magari insieme alla tasi sulla seconda e terza casa? Interrogativi su cui ancora non è arrivato, ancora, alcun chiarimento.

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