Non solo Valentino: quando il campione perde la testa (e la faccia)

Le scorrettezze dei grandi dello sport: dal calcio di Valentino Rossi alla mano di Dio di Maradona. I casi in cui il talento non si accompagna all’integrità

Di sicuro, non se lo aspettava nessuno. Nel caldo del motogp malese, all’improvviso Valentino Rossi decide di togliere la maschera, allungare il piede sinistro e scalciare l’ex fan Jorge Marquez, che lo stava rimontando. La gara era nervosa: fin dall’inizio si impone Pedrosa, che stacca tutti e subito dietro di lui, Lorenzo che lo segue. Resta da contendersi solo il terzo posto, tra Valentino e Marquez. In ballo c’è anche il punteggio della classifica generale, e Rossi non può permettersi di perdere posizioni.

E così, dopo un inizio difficile, Rossi al quarto giro riesce a superare Marquez, che però non molla. Lo tallona, lo sfida, lo insegue. È una gara di tattica e di nervi. E qui Rossi forse non ha retto: al settimo giro entra su una curva a destra, rallenta e ostruisce il passaggio di Marquez. C’è un contatto, forse. Marquez continua a spingere e, a quel punto, Rossi tira fuori il piede, e lo fa cadere. La Honda si infuria, il caso verrà messo sotto inchiesta.

Valentino Rossi nega tutto. Un normale contatto, anzi: nessun contatto. Decideranno gli ufficiali di gara se è vero. Sta di fatto che, in fatto di correttezza, nemmeno come sportivo Valentino Rossi riesce a migliorare le sue deludenti prestazioni da contribuente.

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Come lui, in ogni caso, ci sono stati altri episodi simili. Acclamati campioni che cedono alla provocazione, sbagliano, e commettono atti impensabili. Era successo a Michael Schumacher prima di lui, quando nel 1997 a Jerez decise di fare uscire di pista Villeneuve, che lo stava superando. “Lo rifarei”, ha detto.

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Altri casi eclatanti, ad esempio nel mondo della boxe, riguardano il match tra Evander Holyfield e Mike Tyson, sempre del 1997, quando Tyson viene squalificato per i ripetuti tentativi di mordere l’orecchio dell’avversario.

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Nel calcio non si può dimenticare la testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi durante la finale per i Mondiali del 2006. Un gesto assurdo che gli costerà l’espulsione, allontanando lui dal campo e la Coppa dai francesi.

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Poi c’è il celebre gol di mano di Maradona (scorretto, sì, ma non sanzionato) contro l’Inghilterra, ai mondiali del 1986 in Messico.

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E quello, meno noto, di Lionel Messi, nel 2007, quando (uguale a Maradona) anticipa il portiere Kameni dell’Espanyol, e insacca con la mano.

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Come Maradona, certo. Come Schumacher. Ma soprattutto come Valentino, se si va a vedere le difficoltà del calciatore con al dichiarazione dei (tanti) redditi.

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