Pizza ConnectionLa missione europea anti-trafficanti in difficoltà

Numeri esigui per la missione EuNavFor Med: a fronte di ben 5400 migranti soccorsi sono 43 i trafficanti arrestati. Per incidere occorre agire in acque territoriali, ma al momento mancano le autorizzazioni

La scorsa primavera Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha annunciato la partenza dell’operazione europea Eunavfor Med. Nelle intenzioni la missione riguarda il contrasto ai trafficanti di esseri umani, in particolare libici, che gestiscono le rotte illegali dei migranti verso l’Italia. Nella pratica, di fatto, rimane una missione di soccorso.

Partita il 22 giugno scorso EuNavFor Med è entrata dallo scorso sette ottobre nella sua “Fase 2”, la quale prevede la vera e propria caccia ai trafficanti di uomini, dopo una prima fase fatta di soccorsi e attività di raccolta informazioni e intelligence. Al momento però sia la prima sia la seconda fase si limitano allo spazio delle acque internazionali, senza la possibilità di poter pattugliare le coste libiche, vero e proprio centro nevralgico per il traffico di essere umani.

Negli ultimi tempi la rotta dei migranti si è spostata soprattutto verso il corridoio balcanico, ma gli sbarchi via mare non si sono interrotti. Al momento la missione si avvale di 5 navi. Navi che in acque internazionali soccorrono i migranti, affondano le imbarcazioni degli scafisti dopo averli arrestati.

Partita il 22 giugno scorso EuNavFor Med è entrata dallo scorso sette ottobre nella sua “Fase 2”, la quale prevede la vera e propria caccia ai trafficanti di uomini, dopo una prima fase fatta di soccorsi e attività di raccolta informazioni e intelligence

Ultimamente i trafficanti optano per imbarcazioni come gommoni e simili, cercando il meno possibile di impiegare più costose navi di legno. Con questi mezzi spesso i trafficanti accompagnano i migranti appena al di fuori delle acque libiche salvandosi così dai pattugliamenti europei che, come detto, non hanno l’autorizzazione per inoltrarsi oltre il tratto di acque internazionali.

L’impatto sul traffico di essere umani della missione rimane esiguo, e una rete mondiale di questo tipo difficilmente può essere stroncata con un presidio in acque internazionali. Al momento con 22 Paesi partecipanti a EuNavFor Med, 6 assetti aerei e cinque navali schierati i sospetti trafficanti arrestati dalle autorità italiane sono 43, mentre i migranti soccorsi sono più di 5400. Nel frattempo sono altre tre le missioni che agiscono davanti a Tripoli, l’europea Triton gestita da Frontex e l’italiana Mare Sicuro.

I due governi libici di Tobruk e Bengasi non sono del parere di estendere i controlli delle operazioni europee all’interno delle acque libiche, e nell’attuale scenario un governo di unità nazionale libico, che aprirebbe la strada a una soluzione di questo tipo, sembra sempre più lontano.

Nonostante le intenzioni il contrasto al traffico di essere umani continua a scontare difficoltà e ritardi. La conclusione della fase due della missione prevede infatti una fase in acque territoriali libiche, che potrà iniziare a seguito di una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’invito del relativo Stato costiero. Al momento però I due governi libici di Tobruk e Bengasi non sono del parere di estendere i controlli delle operazioni europee all’interno delle acque libiche, e nell’attuale scenario un governo di unità nazionale libico, che aprirebbe la strada a una soluzione di questo tipo, sembra sempre più lontano.

La conclusione di EuNavFor Med prevede anche una fase 3, l’ultima. Fase 3, si legge sui passaggi della missione sul ministero della Difesa, «volta a neutralizzare le imbarcazioni e le strutture logistiche usate dai contrabbandieri e trafficanti sia in mare che a terra e quindi contribuire agli sforzi internazionali per scoraggiare gli stessi contrabbandieri nell’impegnarsi in ulteriori attività criminali. Anche questa Fase – si legge – necessita di Risoluzione dell’ONU e del consenso e cooperazione da parte del corrispondente Stato costiero», quindi della Libia.