Nella corsa a Milano, Del Debbio vale più di un candidato

Lui non si vuole mettere in gioco, ma è in grado di riunire, in un colpo solo, varie anime della politica milanese. E non è detto che, svanita l’ipotesi Sala, non ci ripensi e non scenda in campo

Paolo Del Debbio non ha bisogno di essere candidato. E non solo – come fa notare maliziosamente qualcuno – per il ricco contratto con Mediaset a cui il presentatore televisivo avrebbe dovuto rinunciare se avesse ceduto alle richieste di correre con il centrodestra per il posto di sindaco di Milano. Ma anche perché sembra che sia sufficiente una sua telefonata per radunare in un sol colpo politici di destra, di centro e di sinistra, a parlare dei temi che sceglie lui. E non solo nel salotto popolare del suo talk-show su Rete 4, che conduce con un buon successo trasformando la cronaca in alimento del dibattito politico.

Mancavano solo i 5 Stelle questa mattina al centro congressi delle Stelline, a Milano, dove si parlava di come “Ripartire dalle periferie” (in vista delle Comunali del 2016), in un incontro moderato proprio da Del Debbio e promosso dall’associazione Siamo milanesi. Gli altri c’erano tutti, con il presentatore-filosofo (che nel 1994 scrisse per Silvio Berlusconi il programma della famosa discesa in campo) che stava al centro della scena, in un ruolo di comprimario.

All’incontro sulle periferie organizzato da Del Debbio c’erano tutti (esclusi i 5 Stelle), da Maurizio Lupi a Bombassei, compresi Passera, La Russa ed Emanuele Fiano

C’era il segretario della Lega, Matteo Salvini, ma c’erano anche i rappresentanti di quel mondo che con la Lega non riesce proprio a parlare. Dall’ex ministro Ncd Maurizio Lupi al deputato di Scelta Civica Alberto Bombassei fino all’ex ministro di Monti, Corrado Passera, che aspira al ruolo di sindaco. C’era uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, esponente storico della destra post-fascista italiana, ma c’era anche Emanuele Fiano, deputato del Pd, ex presidente della Comunità ebraica milanese e ora candidato alle primarie del centrosinistra per la guida del Comune. C’erano anche i volti giovani di Forza Italia, quello istituzionale di Lara Comi e quello rottamatore di Silvia Sardone.

Nessun effetto speciale, in sala. Non era la tv, stavolta. Ma il canovaccio del talk popolare è stato rispettato. Del Debbio, che è stato assessore forzista alla Sicurezza nella Giunta di Gabriele Albertini nel 1997, ha subito dettato la linea sul tema dell’incontro. «Ripartire vuol dire che bisogna dare un nuovo inizio, e dare un nuovo inizio è necessario perché la tematica della periferia è trattata come una tematica tra le altre. Ma non è così. Anzitutto perché in periferia a Milano vive la stragrande maggioranza dei cittadini. Come si fa a ripartire senza tenere conto della stragrande maggioranza dei cittadini? Se vuoi lavorare in una città è indispensabile partire da lì. Questo è, con la massima semplicità, il motivo per cui io convegno si intitola così».

Il Del Debbio candidato ha questa sua priorità. Ma siccome Del Debbio non si candida, è toccato agli altri ospiti dire la loro, a turno, sul tema periferie. In sala, 300 persone, molto composte e vestite con gli abiti della festa. I più coi capelli grigi (una sola signora anziana ha osato presentarsi con un’acconciatura blu). Intanto sugli schermi passavano le foto della Milano “degradata”. Immagini di mendicanti, di immigrati che dormono sulle panchine, di strade sporche. Perché questo era il messaggio di fondo: con il sindaco arancione Giuliano Pisapia, la città è in abbandono. Al solo Fiano è toccato il compito di difendere l’amministrazione comunale e cercare di smentire questa immagine.

Il prossimo incontro non sarà sulle periferie, ma sul terrorismo. E non in un centro congressi, ma in un teatro. E Del Debbio sarà ancora estraneo alla corsa a sindaco?

Alla fine, ognuno se ne è andato via mantenendo le proprie convinzioni. Quelle del Pd diverse da quelle degli ex An. Quelle dei leghisti diverse da quelle di Ncd. Quelle degli ex uomini di Monti diverse da quelle dei giovani di Forza Italia. Proprio come in televisione.

La ribalta nazional-popolare piace a tutti. Anzi, una piccola differenza c’era. Al convegno sulle periferie, organizzato nel centralissimo palazzo delle Stelline, vicino alla case dei milanesi che contano, non c’era una sigla a chiudere la discussione. Ma un ricco buffet. Vino di ottime cantine, salame, formaggi e tartine curatissime. Ed è probabile che questo canovaccio sarà replicato anche la prossima volta.

Del Debbio ha promesso per gennaio un nuovo incontro pubblico, una nuova puntata non più sul tema delle periferie ma sul terrorismo. Non in un centro congressi, ma «in un teatro». Chissà se da qui a gennaio il quadro politico milanese sarà cambiato, se il commissario per Expo Giuseppe Sala avrà deciso di non essere più il super-candidato del centrosinistra. Se sarà così, ma è tutto al condizionale, Del Debbio in che ruolo sarà su quel palco? Di sicuro ha solo l’imbarazzo della scelta.

@ilbrontolo