Sala, per ora non mi candido

Ancora nessun accordo con il commissario Expo per la corsa a sindaco di Milano: "Fino a fine anno non decido". Ma a sinistra pensano già al piano B

L’effetto Expo si è esaurito facilmente, almeno a livello politico. A Milano la candidatura di Giuseppe Sala, il commissario unico dell’Esposizione universale che pareva non avere rivali sulla strada che conduce alla poltrona di sindaco, non riesce a decollare. Dicono che lui non ci creda più così tanto: i tempi e le convenienze della politica sono un’altra cosa rispetto a quelli di un manager con poteri speciali. Dicono anche che Matteo Renzi, il premier-segretario del Pd che ha già molti grattacapi con le candidature, non sia più convinto che quella di Sala possa essere la strada più agevole per riconfermare il centrosinistra alla guida di Milano. Anche perché è un fatto davanti agli occhi di tutti che quel nome, il nome di uno che è stato direttore generale del sindaco di centrodestra Letizia Loratti, sta spaccando il Pd. E potrebbe essere troppo autonomo una volta insediatosi a Palazzo Marino.

Non si deciderà in fretta: al Nazareno si pensa di spostare le primarie da febbraio a marzo, visto che con ogni probabilità il primo turno delle Comunali si svolgerà il 12 giugno. «È veramente da escludere che qualsiasi decisione possa essere presa prima della fine di dicembre», ha assicurato Sala, che fino alla fine dell’anno intende concentrarsi sul suo mandato alla società Expo. Con Renzi, il faccia a faccia è stato rimandato.

La vera novità però è il ruolo sempre più attivo che ha deciso di assumere il sindaco uscente, Giuliano Pisapia, che lavora per confermare un’alleanza di centrosinistra e ha un piano b: la vice sindaco, Francesca Balzani

La vera novità però è il ruolo sempre più attivo che ha deciso di assumere il sindaco uscente, Giuliano Pisapia, che si è confrontato coi vertici locali del Pd e anche con il commissario Expo. Pisapia lavora per confermare un’alleanza di centrosinistra che non si apra a pezzi di centrodestra (come Ncd) a cui ha ammiccato invece Sala. E guarda a un piano b: un candidato più politico al posto di Sala, magari la vice sindaco, Francesca Balzani, che ha iniziato ad avere più sponsor del blasonato uomo-Expo anche nell’inner circle renziano.

Sala ha mandato a dire che lui non sgomita per avere la candidatura. E anzi ha detto che fosse per lui Pisapia dovrebbe “ripensarci” e ricandidarsi se serve un candidato che non sia “divisivo”. Risultato: Sala non decide, Pisapia non decide, Renzi non decide. Tutto questo lascia la politica milanese appesa alla grande incognita. Che non riguarda solo l’assetto del centrosinistra, dove restano le candidature alle primarie di Pierfrancesco Majorino, Emanuele Fiano e Roberto Caputo.

Se Sala alla fine non fosse della partita, anche nel centrodestra dovrebbero cambiare i calcoli. Il nome del direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, piace davvero a Silvio Berlusconi. Ma molti dei suoi, di Forza Italia e della Lega e di Fratelli d’Italia, ritengono che sarebbe solo un nome per perdere. Via Sala e con un candidato più competitivo nel centrodestra, anche pezzi della Milano che conta potrebbero riposizionarsi su altri candidati. E anche il ”peso” dei centristi sarebbe misurato in altra maniera, magari riavvicinandosi al centrodestra.

@ilbrontolo

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