Criminalità“Troppi furti in casa, chi viene aggredito deve essere tutelato”. Così cambierà la legittima difesa

La commissione Giustizia esamina una proposta di legge della Lega. Superato il rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa. «Oggi paradossalmente è l’aggredito a passare dalla parte del torto». Ma c’è il rischio della giustizia fai da te

Dopo gli ultimi casi di cronaca, il Parlamento studia una modifica alle norme sulla legittima difesa. Presso la commissione giustizia di Montecitorio è stato avviato pochi giorni fa l’iter di una proposta di legge che, se approvata, cambierà profondamente la legislazione italiana. Il relatore e primo firmatario è il leghista Nicola Molteni. Sono poche righe, un solo articolo, che prendendo spunto da un’analoga disposizione del codice francese, modificano l’art. 52 del nostro codice penale.

La relazione al documento spiega in sintesi la novità. La proposta introduce «una presunzione di difesa legittima per gli atti diretti a respingere l’ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in una abitazione privata o presso un luogo dove si svolge un’attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi o da parte di persona travisata o di più persone». È un’ulteriore presunzione legale in materia di legittima difesa domiciliare. Perché si verifichi, la proposta di legge prevede dunque due diversi requisiti. Anzitutto le modalità del reato. L’ingresso abusivo deve avvenire, mediante effrazione, contro la volontà della vittima. Attraverso la violenza o la minaccia dell’uso di armi. Non solo. C’è una specificazione sull’aggressore: deve avere il volto coperto o, in alternativa, deve trattarsi di un gruppo di almeno due persone. Il dossier del servizio studi di Montecitorio sottolinea la novità. «In particolare – si legge – la presunzione legale in esame si caratterizza, rispetto a quella introdotta dalla legge 59 del 2006, per il mancato riferimento all’uso legittimo delle armi legittimamente detenute e, soprattutto, per il mancato esplicito riferimento al rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa».

Viene introdotta «una presunzione di difesa legittima per gli atti diretti a respingere l’ingresso, mediante effrazione, di sconosciuti in una abitazione privata o presso un luogo dove si svolge un’attività commerciale professionale o imprenditoriale con violenza o minaccia di uso di armi o da parte di persona travisata o di più persone»

La proposta di legge è stata presentata lo scorso 18 febbraio. Si tratta di un documento sottoscritto da tutti i deputati della Lega Nord. Il movimento di Matteo Salvini, del resto, non ha mai fatto mistero della propria posizione. Il leader padano si è schierato in prima persona al fianco di alcuni protagonisti dei più recenti casi di cronaca. Come il benzinaio vicentino Graziano Stacchio, che lo scorso febbraio sparò ad alcuni rapinatori durante il furto in una gioielleria accanto al distributore in cui lavorava. E più recentemente il pensionato Francesco Sicignano, che qualche settimana fa ha colpito e ucciso un giovane ladro nei pressi della sua abitazione a Vaprio D’Adda, nel milanese. Sono solo le ultime vicende di cronaca «che hanno creato un particolare allarme sociale, – si legge nella proposta di legge – al quale il Parlamento non può restare insensibile». Una lunga lista di eventi a cui non fa eccezione il caso più recente: ieri sera a Rodano, nel milanese, il commerciante di gioielli Rodolfo Corazzo ha sparato a uno dei rapinatori che si erano introdotti in casa sua. Uccidendolo.

I leghisti denunciano l’aumento di questo genere di reati, sempre più cruenti. «Incursioni anche notturne, in abitazioni o presso esercizi commerciali realizzate con una violenza che non risparmia neppure anziani o bambini e che spesso hanno esiti mortali per gli aggrediti». Certo, a difendere i cittadini deve essere lo Stato. «Ma è necessario – spiegano i firmatari – predisporre strumenti adeguati di tutela, in quei casi in cui ci sia un pericolo imminente e sia impossibile scongiurarlo attraverso il tempestivo intervento delle Forze dell’ordine».

Oggi la legge «appare insufficiente a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui si richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa». Una garanzia che a detta dei leghisti ha finito per giovare soprattutto agli aggressori

Qualcuno non è d’accordo. C’è chi teme che un provvedimento di questo tipo possa spingere i cittadini a farsi giustizia da soli. Autorizzando, nei fatti, un clima da Far West. Nicola Molteni punta il dito contro l’attuale legislazione. La norma contenuta nell’articolo 52 del codice penale «appare insufficiente a garantire una possibilità di difesa da aggressioni violente, soprattutto nella parte in cui si richiede, affinché ricorra la legittima difesa, la proporzionalità tra difesa e offesa». Una garanzia che a detta dei leghisti ha finito per giovare soprattutto agli aggressori. Tanto da diffondere nell’opinione pubblica la convinzione che «difendersi possa, paradossalmente, far passare l’aggredito dalla parte del torto». Adesso sarà il Parlamento a decidere. Il provvedimento è stato abbinato a un’altra proposta di legge presentata a fine ottobre da Area Popolare (il primo firmatario è l’esponente del Nuovo Centrodestra Antonio Marotta). Poi si procederà con le audizioni in commissione. Le polemiche, questo è certo, non mancheranno.