Come la prima di un film largamente annunciato ma sempre rimandato, nel foyer del teatro Franco Parenti è andato in scena, all’anti-vigilia di Natale, il battesimo di Giuseppe Sala come candidato alle primarie del centrosinistra a Milano. Un film un po’ popolare e salutato alla fine a morsi di panettone e cin cin di spumante. Ma anche di quelli un po’ impegnati, che suscitano recensioni molto tortuose. In platea tutti in piedi, i cappotti in mano e la conversazione eccitata di chi si ritrova finalmente nel posto giusto. Il commissario dell’Expo non si è però concesso bagni d folla, ha solo svelato il suo slogan – Noi, Milano – e ha detto di aver subito raccolto le firme necessarie a presentarsi. Ne ha anzi di più, 2.700, e ha sottolineato con orgoglio che 200 sono state raccolte «solo al Giambellino», quartiere popolare. Ma alla prima del suo film politico, di popolare si è visto ancora poco: sotto le lucine del foyer per Sala si è materializzato un bel pezzo di Milano che conta o che vorrebbe contare di più, a cui per il momento è stato promesso di continuare con lo spirito dell’Expo. Il programma si vedrà dopo Natale.
Per scelta, non si sono visti i vertici renziani del Pd, che stanno dalla parte del commissario ma non si schiereranno apertamente fino alle primarie. Però c’erano il vice-presidente del partito, Ivan Scalfarotto, e il deputato Emanuele Fiano, che ha rinunciato a candidarsi proprio per sostenere Sala. Sul palco il neo-candidato ha voluto con se’ Umberto Ambrosoli, l’aspirante governatore del centrosinistra sconfitto alle regionali del 2013, che è diventato il presidente del suo comitato elettorale con il compito di selezionare la squadra. Ambrosoli, che garantisce il rapporto con grossa parte dell’anima civica dello schieramento, è stato il primo a firmare per la candidatura Sala, mentre la prima donna a farlo è stata Cristina Tajani, assessore della Giunta Pisapia in arrivo dai lidi di Sel. Ambrosoli e Tajani sono stati gli unici due a parlare insieme a Sala. In platea c’erano invece molti altri assessori di Pisapia: Benelli, Bisconti, D’Alfonso, Granelli, Maran, Rozza. C’erano pezzi di centro un tempo montiano: Dambruoso e Librandi. Il sindaco di Bergamo, Gori. E l’ex assessore di Albertini, Sergio Scalpelli. Per l’ex commissario Sala si sono spesi già anche Piero Bassetti, Salvatore Veca, Mario Monti ed Enrico Letta.
Sala è chiamato a una prova di identità sia dagli avversari di sinistra sia da quelli di destra, che gli rinfacciano curiosamente la stessa cosa, di essere stato il direttore generale del sindaco Letizia Moratti e di non avere una proposta chiara
Se il commissario Expo è dunque passato rapidamente da un ruolo super-tecnico a quello del politico a caccia di consensi, da qui alle primarie del 7 febbraio dovrà comunque dimostrare che il suo nome è capace di radicarsi anche al di là di questo mondo che lo acclama. Sala è chiamato a una prova di identità sia dagli avversari di sinistra sia da quelli di destra, che gli rinfacciano curiosamente la stessa cosa, di essere stato il direttore generale del sindaco Letizia Moratti e di non avere una proposta chiara. «E’ un uomo del centrodestra, lo è sempre stato», ha detto Silvio Berlusconi, che ancora non ha un suo candidato a Milano ma è pronto a scommettere che su Sala («che ci fu presentato da Bruno Ermolli») peserà proprio il suo passato. Un dato, però, è certo: prima di Natale, dopo molte difficoltà, il quadro delle primarie del centrosinistra a Milano sembra essersi finalmente composto. Con un grande rimescolamento delle carte rispetto alla stagione di Pisapia.
«E’ un uomo del centrodestra, lo è sempre stato», ha detto Silvio Berlusconi
Per Francesca Balzani, vicesindaco in carica ed ultima arrivata nella campagna per le primarie milanesi, si è schierato Stefano Boeri, ex assessore Pd che fu lo sfidante sconfitto da Pisapia alle primarie del 2011. Con lei c’è molto dell’inner circle del sindaco uscente che ha deciso di non ricandidarsi ma che non è detto che appoggi apertamente lei. C’è il capogruppo del Pd al Consiglio comunale, Lamberto Bertolè, c’è parte della sinistra Dem. E ci sono personaggi esterni alle gerarchie di partito, come Nando Dalla Chiesa, Lucia Castellano (che è la capogruppo della Lista Ambrosoli in Regione Lombardia), persino la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha espresso apprezzamenti.
Per Pierfrancesco Majorino, che è assessore alle Politiche sociali, si è invece schierato un altro assessore di Pisapia, Filippo Del Corno, responsabile della Cultura. Così come la deputata ed ex ministro Barbara Pollastrini, l’ex verde Carlo Monguzzi e un ampio ventaglio di associazioni e movimenti cittadini. Oltre a Sel, che però guarda anche alla Balzani. E all’altro pezzo della sinistra Dem.
Majorino ha un forte consenso popolare e ha già raccolto le firme necessarie, come Sala e prima di Sala. La Balzani le sta ancora raccogliendo, del resto c’è tempo fino al 12 gennaio. Ma è fra questi tre candidati che si decideranno le primarie, a cui concorrono anche due outsider come Roberto Caputo e Antonio Iannetta. A meno che le feste non portino la sinistra milanese a puntare su un solo candidato anti-Sala. A quel punto, il film sarebbe ancora più avvincente.
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