Cinque aforismi per ricordare Benedetto Croce

Il filosofo idealista, amato e dimenticato, compirebbe oggi 150 anni. Lo ricordiamo così

Era nato 150 anni fa (in Abruzzo, ma non tutti lo sanno), divenne filosofo di riferimento per tutta la prima metà del ’900, fu autorità indiscutibile, conobbe il fascismo e l’antifascismo, partecipò all’Assemblea Costituente e poi, nemmeno il tempo di morire, che venne dimenticato. Povero Benedetto Croce. Eppure la sua saggezza e il suo sapere erano ampi e profondi. Lo dimostra, per chi ha poco tempo, anche solo la lettura dei suoi aforismi.

Ad esempio questo, che piacerebbe molto ai renziani di oggi. Credono di aver inventato una retorica, ma era tutto già stato scritto, pensato e smentito: “Le grandi cose al mondo, non sono state fatte dai saggi, dai filosofi o da coloro che riescono abilmente a solcare il mare della vita senza troppe tempeste, ma dagli uomini appassionati ed energici che le sfidano”.

Oppure quest’altro: “La giustizia vera è fatta di compassione”. E così Croce mette a posto tutti i fan di Hateful Eight.

Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo,possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini”. Lo diceva anche De Andrè, ed è valido anche oggi. Soprattutto per i cretini.

Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta”, diceva. Anche se, certo, fu uno dei maggiori oppositori alla ratificazione dei Patti Lateranensi anche nella Costituzione, che vedeva come una “Sfacciata prepotenza pretesca”.

Si conclude con un monito ai giovani, di cui gli altri parlano sempre a vanvera. Lui no: “I giovani hanno un solo dovere. Invecchiare al più presto”.

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