Il Pd avvia l’esame della riforma sui partiti. I Cinque Stelle attaccano: «Così vogliono cancellarci»

Dopo le polemiche sulle multe anti-dissidenti del M5S a Roma, alla Camera arriva il provvedimento sulla democrazia interna dei partiti. Per candidarsi alle elezioni sarà obbligatorio acquisire la personalità giuridica. I grillini denunciano: «È una norma contro di noi»

Cinque proposte di legge per attuare le disposizioni dell’articolo 49 della Costituzione e garantire la democrazia e il pluralismo all’interno dei partiti politici. Una decina di giorni fa il Partito democratico aveva assicurato che sarebbe intervenuto sull’argomento, in seguito alle polemiche per le multe anti-dissidenti previste dal Movimento Cinque Stelle a Roma. I parlamentari democrat sono stati di parola. La scorsa settimana la commissione Affari costituzionali ha avviato l’esame dei provvedimenti, quattro del Partito democratico e uno di Area Popolare. Giovedì è previsto un nuovo incontro per discutere la riforma. Dalla prossima settimana, una volta chiuso l’esame del conflitto di interessi, la commissione proseguirà spedita i lavori.

Inevitabile si consuma lo scontro tra Pd e Cinque stelle. Ad annunciare l’accelerazione era stato proprio il vicesegretario dem Lorenzo Guerini, primo firmatario di una delle proposte di legge. «Le sanzioni pecuniarie per chi dissente, proposte nel M5S – le sue parole – oltre a sfiorare il ridicolo credo confermano l’ineludibile esigenza di procedere senza indugi a discutere e approvare una nuova legge sui partiti». Una riforma destinata a garantire trasparenza e democrazia interna, assicurano dal Pd. Una norma contro i Cinque Stelle per escludere i grillini dalla politica, denunciano invece i pentastellati. «Una controriforma ad castam – così il deputato Riccardo Fraccaro su Facebook – che neutralizza il M5S costringendo tutte le forze politiche ad adottare la forma partitocratica. Il Pd vuole cancellare per legge l’alternativa di governo degli onesti, siamo al fascismo renziano».

«L’acquisizione della personalità giuridica – si legge in una proposta di legge – costituisce condizione per la presentazione delle candidature per l’elezione alla Camera dei deputati, com’è oggi regolamentata dall’Italicum»

Intanto la commissione Affari costituzionali avvia l’esame delle proposte di legge. Di cosa si tratta? Le disposizioni introducono anzitutto l’obbligo per i partiti politici di acquisire la personalità giuridica. «Di conseguenza – spiega il servizio studi della Camera – i partiti sono tenuti a dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto non più solo in funzione dell’accesso ai benefici finanziari, ma anche quale condizione per l’acquisto della personalità giuridica e degli effetti giuridici che ne conseguono». Insomma, una questione di democrazia. Così almeno spiegano i proponenti. Dall’acquisizione della personalità giuridica per i partiti che si candidano guidare il Paese deriva «il rispetto di puntuali standard di democrazia interna quali la disciplina delle procedure di ammissione e di espulsione, gli strumenti posti a tutela delle minoranze, le modalità di selezione delle candidature e le procedure per la scelta del leader» si legge nella relazione che accompagna la proposta di Guerini. Ne va della possibilità di candidarsi alle elezioni. «L’acquisizione della personalità giuridica – si legge ancora – costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l’elezione alla Camera dei deputati, com’è oggi regolamentata dall’Italicum».

Sono cinque proposte di legge per attuare le disposizioni dell’articolo 49 della Costituzione e garantire la democrazia e il pluralismo all’interno dei partiti politici

L’obiettivo è la tutela dei singoli associati. E così per iscriversi nel registro nazionale, i partiti devono dotarsi di statuti con precisi contenuti. Ad esempio, così prevede la proposta del democrat Paolo Fontanelli, gli statuti devono indicare il numero, la composizione e le attribuzioni degli organi deliberativi, esecutivi e di controllo. Ma anche dei titolari delle cariche di partito, le modalità della loro elezione e la durata dei relativi incarichi. Particolare trasparenza deve essere attribuita alle modalità di ammissione, le dimissioni e l’esclusione dei componenti di un partito. Ma anche alla cadenza delle assemblee congressuali «nazionali o generali», i diritti e i doveri degli iscritti. E, in particolare, alle «modalità e gli strumenti con cui si assicura a ogni iscritto il diritto a una piena e completa informazione sull’organizzazione e sull’attività del partito politico».

Le proposte sono diverse. La progetto di legge della deputata Pd Roberta Agostini si occupa principalmente dell’equilibrio di genere. E introduce alcune disposizioni in grado di favorire la partecipazione femminile alla vita politica dei partiti. Il provvedimento presentato da Sandra Zampa, invece, si concentra sulle elezioni primarie per la selezione delle candidature nei collegi plurinominali. Democrazia o ostacoli per gli avversari? «Il provvedimento – così il grillino Fraccaro su Facebook – stabilisce che solo i partiti politici possano partecipare alle elezioni, dotandosi di statuto e acquisendo personalità giuridica. Tutte le forze politiche devono quindi strutturarsi secondo il modello fallimentare della partitocrazia con segreterie, sezioni, tesorerie, congressi, tesseramenti fasulli». Il grillino Danilo Toninelli ci va giù duro: «È un abominio». La partita è appena iniziata.

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